NOTA AL CAPITOLO XIV DEL LIBRO II.

(Pagg. 292-293)

Alcune osservazioni sulla Storia d'Italia di F. Guicciardini.

Noi abbiamo assai spesso incontrato il Guicciardini, e ci siamo continuamente giovati della sua Storia d'Italia; ma non ne abbiamo potuto fare un'analisi minuta, perchè ci avrebbe portato troppo in lungo, e perchè l'opera fu scritta assai dopo la morte del Machiavelli. Crediamo però di dover qui prendere in esame le osservazioni fatte dal professore Leopoldo Ranke, per l'importanza che viene ad esse dal nome illustre di chi le fece, e perchè in parte si riferiscono a fatti che noi narrammo, seguendo l'autorità del Guicciardini.

L'insigne storico di Berlino le pubblicò l'anno 1824, nella sua opera giovanile: Zur Kritik neuerer Geschichtschreiber. Allora non erano ancora venute alla luce le Opere inedite del Guicciardini. Ma se, in Italia e fuori, molti credettero di potere da queste cavar nuovo argomento a dimostrare il gran valore della Storia d'Italia, il professore Ranke invece credette trovarvi nuova conferma alle sue critiche, le quali perciò ribadiva l'anno 1874, nella seconda edizione del suo scritto, che egli riproduceva inalterato nella sostanza.

Due sono le principali accuse che in esso si muovono al Guicciardini. Quanto ai fatti di cui non fu parte o testimone oculare, egli, secondo il professore Ranke, copia largamente da altri, senza mai citarli, a segno tale che può non di rado chiamarsi plagiario. Quanto poi ai fatti di cui fu parte o testimone, spesso li narra con negligenza, continuando a copiare da altri; spesso invece li altera a disegno, per attribuire a sè stesso una parte maggiore assai e più onorevole di quella che vi ebbe veramente. Anzi qui appunto le Opere inedite confermerebbero l'accusa fatta dal professore Ranke, perchè, secondo lui, il Guicciardini raccontò nelle sue lettere e nelle legazioni alcuni avvenimenti in un modo assai diverso da ciò che fece poi nella Storia.

Cominciamo da un fatto che c'importa particolarmente, perchè è fra quelli che abbiamo narrati anche noi. Discorrendo del primo tumulto seguìto a Firenze l'anno 1527, il Guicciardini dice nella Storia, che egli fu autore dell'accordo concluso fra i cittadini assediati in Palazzo e i rappresentanti dei Medici e della Lega. Federigo da Bozzolo era uscito di là, dopo essere stato assai mal ricevuto dai cittadini, ed era perciò deciso a consigliare ai cardinali Passerini, Cibo e Ridolfi di procedere colle armi, essendosi persuaso, che non era punto difficile sforzare il Palazzo. Ma il Guicciardini lo dissuase, facendogli considerare come ciò avrebbe portato un grande spargimento di sangue, cosa che al Papa stesso sarebbe dispiaciuta. Così tornò con Federigo in Palazzo, e riuscirono a concludere un accordo scritto e firmato. Di tutto ciò egli fu prima assai lodato; ma venne poi invece da ambedue le parti accusato. Il popolo disse che il Guicciardini, dimostrando a coloro che erano chiusi in Palazzo il pericolo maggiore che non era, gli aveva, in benefizio dei Medici, indotti a cedere senza necessità. Il cardinal Passerini lo accusò invece di aver pensato più alla vita dei cittadini colà rinchiusi, e massime al fratello gonfaloniere, che all'autorità dei Medici, il cui governo poteva quel giorno essere per sempre assicurato colle armi (Storia d'Italia, vol. IX, lib. XVIII, pagg. 42-44). Ora, osserva qui il professore Ranke, nulla dicono di tutto ciò gli altri storici contemporanei, i quali danno al Guicciardini la parte assai più modesta che veramente gli spetta. I Cardinali e Federigo da Bozzolo furono quelli che vollero evitare l'uso della forza e lo spargimento di sangue. Il Guicciardini fu, come uomo di legge, chiamato solo a mettere in carta i termini dell'accordo. La sua enfatica narrazione è falsa, e viene smentita dall'Apologia dei Cappucci, scritta da Iacopo Pitti (Archivio Storico Italiano, vol. IV, parte II, anno 1843), e dal racconto che, poche ore dopo l'accaduto, il Guicciardini stesso ne faceva al Datario.

Ma quanto al Pitti, che nel 1527 aveva soli otto anni, esso fu un fautore dei Medici e del partito democratico, nemico perciò del Guicciardini, che era degli ottimati, e scrisse quando questi erano caduti in disgrazia del granduca Cosimo, che favoriva allora i democratici. L'Apologia dei Cappucci specialmente fu scritta a difesa dei democratici contro gli ottimati, massime contro il Guicciardini, che aveva perduto ogni favore, e verso di lui essa scaglia accuse d'ogni sorta, alcune delle quali sono così esagerate e goffe, che non mette neppur conto lo smentirle.

Che cosa scrisse poi il Guicciardini al Datario? In una lettera del 26 aprile 1527 (Opere inedite, vol. V, pag. 421), dopo aver narrato il tumulto, dice che il Governo sarebbe stato spacciato, se i tumultuanti, invece di chiudersi in Palazzo, avessero posto mano alle armi. Poi aggiunge, che egli e Federigo da Bozzolo andarono in Palazzo a trattare coi cittadini, «e si fece tanto che, avuto fede che fussi perdonato loro, furono contenti uscirsi di Palazzo, il quale in fatto non potevano difendere; ma mi parse che il posarla con questo modo dolce fussi beneficio della Città e dello Stato, il quale può stare più sicuro del popolo che prima, perchè si è mostrato più da poco che forse non si credeva.» Questa narrazione adunque conferma al Datario che egli, il Guicciardini, credette preferibile l'accordo, e ne fu autore; tace solamente che dovette prima persuadere di ciò Federigo da Bozzolo, a tal fine dicendogli che al Papa stesso sarebbe dispiaciuto lo spargimento di sangue. Ora se si pensa che al Papa invece dispiacque assai l'accordo, e si sarebbe, secondo afferma il Nardi, vendicato aspramente contro i Fiorentini che s'erano sollevati, se non ne fosse allora stato impedito dal sacco di Roma (Storia di Firenze, vol. II, pag. 139-41), si capirà come il Guicciardini non potesse avere nessuna ragione di far conoscere a Roma tutta la parte da lui avuta nel concludere l'accordo, e che il silenzio della sua lettera su questo punto è spiegabilissimo.

Nè si può dire che gli altri storici lo smentiscano, quando, riconoscendo la gran parte che egli ebbe nell'indurre all'accordo, tacciono i particolari di un colloquio che non potevano conoscere, perchè ebbe luogo fra lui e Federigo solamente, ed egli non poteva allora aver voglia di propalarlo. Il Nardi dice che i Cardinali temevano il tumulto, che gli assediati vedevano di non poter resistere, e quindi prestarono orecchio ai ragionamenti dell'accordo, il quale fu concluso, quando vennero in Palazzo prima Federigo da Bozzolo, poi il Guicciardini, che promisero totale oblivione (Storia, vol. II, pagg. 137-39). Il Vettori dice, che il cardinal Ridolfi ed il Guicciardini, volendo evitar l'uso della forza, mandarono in Palazzo Federigo da Bozzolo. Non essendo questi riuscito a nulla, vi tornò col Guicciardini, e conclusero l'accordo. Dopo di che egli, Vettori, fece la scritta della convenzione, la quale fu firmata dai Cardinali, dal duca d'Urbino e da messer Federigo. Questo prova che è falsa invece la narrazione del Pitti, accettata dal Ranke, la quale dice che la scritta fu fatta dal Guicciardini come uomo di legge. Il Nerli accenna il fatto assai brevemente; il Varchi scrisse assai più tardi per commissione dei Medici, e seguì il Pitti. Noi non neghiamo che, nella sua Storia d'Italia, il Guicciardini abbia qualche volta lodato un po' troppo se stesso, e che anche in questo caso adoperi un linguaggio che non è molto modesto. Ci sembra chiaro però che la sua narrazione del tumulto seguito nell'aprile 1527, non è smentita nè dagli altri storici, nè dalla sua lettera, e che non ha nulla d'inverosimile.

Ma v'ha di più. Il racconto dello storico Francesco Guicciardini è sicuramente confermato dal fratello Luigi, quegli appunto che era gonfaloniere di Firenze, e si trovava allora in Palazzo Vecchio, e poteva perciò sapere con certezza come erano andate le cose. Nel principio del secondo libro del suo Sacco di Roma, a pag. 146 (Firenze, Barbèra, 1867), che per qualche tempo fu creduto scritto da Francesco Guicciardini, egli ci dà la stessa narrazione del fatto, il che basterebbe a togliere ogni dubbio, come fu osservato da O. Waltz (Historische Zeitschrift, N. F. Bd. XLII, pagg. 207-16). E si può aggiungere che il 29 aprile 1527, gli Otto di Pratica scrivevano all'Oratore fiorentino in Venezia, «perchè ne sappi il vero appunto», che da principio, quando i fanti si mossero verso il Palazzo, si temettero gravi disordini, «di qualità che debbono di gratia che il Sig. Federico de Bozoli et messer Francesco Guicciardini s'intromettessino di operare che si perdonassi a tutti quelli che erano in Palazzo». (V. Agostino Rossi, Francesco Guicciardini e il Governo fiorentino dal 1527 al 1540. Vol. I, pagg. 16-17. Bologna, Zanichelli, 1896).

Veniamo ora ad un altro fatto, a proposito del quale il professore Ranke ripete le stesse accuse. Nel 1521 i Francesi assalirono Reggio d'Emilia, dove il Guicciardini era governatore. Di ciò egli parla a lungo nella Storia, esaltando la propria condotta. Il generale Lescut, egli scrive, si presentò una volta alle mura con 400 uomini d'arme, dicendo di voler parlare col governatore, che fu subito ad una delle porte. Il generale si dolse che nelle terre del Papa s'accogliessero i fuorusciti francesi, ed il governatore rispose esser peggio che i Francesi vi entrassero armati senza permesso. In questo mezzo alcuni soldati tentarono d'entrare per un'altra porta, che a caso era aperta, ed i Reggiani si opposero, facendo fuoco. Allargatosi il tumulto, tirarono anche contro quelli che accompagnavano il generale, ferendone qualcuno, e avrebbero tirato contro il generale stesso, se non avessero temuto di colpire il governatore che gli era vicino. I Francesi si dettero alla fuga, ed il generale ne fu sgomento; ma il Guicciardini lo ricoverò in luogo sicuro, facendogli animo, e poi lo rimandò libero. Questo egli fece, perchè aveva dato la sua parola al Lescut, e perchè aveva allora ordine dal Papa di non offendere in nulla il re di Francia.

Ora, osserva qui il Ranke nuovamente, poco dopo seguìto il fatto, il Guicciardini lo narrava in una lettera al cardinal dei Medici in modo assai diverso (Opere inedite, vol. VII, pag. 281). Nella lettera non parla nè della fuga dei Francesi, nè dello sgomento del generale, nè della generosità propria nel salvarlo. Perchè mai il Guicciardini, cui non dispiaceva certo lodare sè stesso, doveva allora tacere quello che più gli faceva onore? Abbiamo dunque un'altra invenzione dello storico mal fido, smentita dalle sue stesse parole. - Se non che anche qui la Storia spiega ampiamente il silenzio della lettera. La condotta del Guicciardini nel liberare il generale Lescut fu assai biasimata, perchè si credette allora che se egli lo avesse invece ritenuto, lo Stato di Milano si sarebbe ribellato contro i Francesi. Questa speranza, egli dice, era assai mal fondata, giacchè i Francesi che si dettero alla fuga erano pochi, ed a piccola distanza trovarono Federigo da Bozzolo con mille fanti, in modo che subito si fermarono e si riordinarono (Storia d'Italia, vol. VII, lib. XIV, pagg. 14-16). Tutto ciò dimostra chiarissimo che egli aveva avuto una ragione per non insistere molto presso il cardinale de' Medici, sulla facilità con cui avrebbe potuto ritenere il generale. Salvo però lo sgomento di questo nel vedersi abbandonato dai suoi, e l'essere stato prima messo in salvo e poi liberato dal Guicciardini, tutto il resto del racconto è nella lettera identico a quello della Storia: la resistenza fatta dai cittadini: i colpi tirati anche contro quelli che accompagnavano il generale, due dei quali morirono subito, un terzo poco dopo. Abbiamo dunque nella lettera un'altra omissione d'un particolare narrato nella Storia. Si possono fare supposizioni più o meno giustificate, ma non si può dire che la narrazione della Storia sia dimostrata falsa dalla lettera, specialmente se si pensa che il silenzio da questa serbato sopra un particolare del fatto è assai facilmente spiegato da quella.

Il professore Ranke esamina inoltre quali sono le fonti di cui il Guicciardini si valse. Questa è una ricerca importantissima, che sola può condurre ad una vera critica della Storia d'Italia. È necessario però farla compiuta, ritrovare cioè, per quanto è possibile, tutte queste fonti; giudicarne il valore intrinseco e comparativo; vedere fino a che punto ed in che modo il Guicciardini se ne valse. Ma per arrivare a ciò con sicurezza, bisognerebbe esaminare i manoscritti originali dell'autore. Da questo esame e da un paragone accurato della Storia con le legazioni e le lettere pubblicate nelle Opere inedite, risultano chiari il valore intrinseco, le molte ricerche, la grande accuratezza del Guicciardini. Sotto questo aspetto noi crediamo anzi che egli resterà sempre il primo storico del suo tempo. Ma se il professore Ranke ebbe qui il merito di avere iniziato lo studio delle fonti, egli lo cominciò quando le Opere inedite non erano pubblicate, e quando non era facile, forse non era possibile, vedere i manoscritti originali. Le sue indagini potevano quindi indicare una nuova strada, ma non essere condotte al compimento desiderato. Egli si avvide che una delle fonti del Guicciardini era la storia di Galeazzo Capra, chiamato Capella (Commentarii de rebus gestis pro restitutione Ducis Mediolanensis). Questi era stato segretario del Morone e di Francesco II Sforza; aveva visto molti documenti, aveva avuto pratica di molti uomini; poteva quindi conoscere assai bene i fatti che narrava: la sua storia, che va dal 1521 al 1530, ebbe dal 1531 al 1542 undici edizioni latine; fu subito tradotta in italiano, in tedesco e spagnuolo. Il Guicciardini di certo se ne valse assai spesso dal quattordicesimo libro della sua Storia in poi. Ma il dare troppa importanza ad un tal fatto, e credere, come fa il professore Ranke, plagiario il Guicciardini, perchè non cita la fonte di cui si vale, è, secondo noi, assai ingiusto, non solo perchè così si esagera l'uso che questi fece del Capella, ma anche perchè così non si tiene alcun conto del costume generalissimo in quei tempi, di non citare gli autori di cui si profittava. Che cosa si dovrebbe dire allora del Machiavelli e di tutti gli storici del Cinquecento, che facevano lo stesso anche più largamente? Non resterebbe salva la fama di un solo di essi. Il professore Ranke fa grandi elogi del Nardi; eppure nessuno ha copiato come lui, che riportò nella sua Storia di Firenze tutto intiero il Diario del Buonaccorsi, una sola volta citandolo e rendendogli giustizia, senza però dire che lo aveva addirittura copiato. Allora non si usava di rifar quello che si giudicava già fatto da altri abbastanza bene, e le storie di quel tempo non hanno mai una nota, mentre le nostre ne son piene.

Se si tien giusto conto di un uso così generale, si dovrà riconoscere che è eccessivamente severo il fermarsi con insistenza a provare certe somiglianze secondarie, per muoverne accusa al Guicciardini. Parlando della breccia, che nella notte precedente alla battaglia di Pavia, gl'imperiali aprirono nel muro del parco in cui erano alloggiati i Francesi, il Guicciardini dice che essa fu aperta con muratori ed eziandio con aiuto di soldati, che gettarono in terra sessanta braccia di muro. Questa frase medesima trovasi nel Capella: Per fabros lapidarios, militum etiam auxilio, sexaginta muri passus tanto silentio prostravit. Ciò pare al professore Ranke una prova che il Guicciardini copiava e copiava ciecamente, perchè il muro, egli osserva, fu abbattuto più con arieti che per opera di muratori, cosa che il Guicciardini doveva certamente sapere. Se dunque copia anche gli errori, quando si tratta di fatti che a lui dovevano essere notissimi, che cosa dobbiamo pensare dei fatti che personalmente non poteva conoscere? - A questo si può rispondere che il Guicciardini sarebbe stato di certo più esatto, se avesse detto guastatori e soldati, invece di muratori e soldati. Ma in un tempo in cui la scrupolosa esattezza moderna era ignota, errori come questi se ne trovano a migliaia negli storici più autorevoli, sia che raccolgano da altri le notizie, sia che scrivano per conoscenza propria. Il loro pregio non stava certo in una minuta esattezza, ma nella intelligenza e riproduzione vera dei fatti e dei particolari più sostanziali.

Il professore Ranke credette dapprima, che per gli avvenimenti di Firenze, massime per la venuta di Carlo VIII ed i successivi mutamenti nella Città, il Guicciardini si fosse valso dell'opera De bello italico di Bernardo Rucellai, dalla quale avrebbe preso anche la risposta data da Pier Capponi a Carlo VIII, alterandola però e rendendola meno verosimile. Nella seconda edizione del suo scritto, si è però avvisto che le parole: «Voi sonerete le vostre trombe e noi soneremo le nostre campane», si ritrovavano già nella Storia Fiorentina del Guicciardini, che fu da lui scritta assai prima, cioè nel 1509. Quindi riconosce implicitamente, che le sue osservazioni hanno in questo punto perduto una parte almeno del loro valore. Egli ripete tuttavia che nella Storia d'Italia il Guicciardini si valse non poco del Rucellai; ma gli esempi che adduce son tali che provano invece quanto tenue dovette essere questa pretesa imitazione, se pure vi fu. Certe espressioni, certi giudizi sulla venuta di Carlo VIII, sulla politica di Lorenzo dei Medici e simili, si ritrovano in tutti quanti gli storici fiorentini di quel tempo, sono quasi tradizionali, e sarebbe molto difficile dire chi fu veramente il primo a pronunziarli. La verità è che il Guicciardini si valse di molti più autori che non suppone il professore Ranke. E questo si può adesso provare con certezza, come con pari certezza si può dimostrare che si valse anche di un numero infinito di documenti originali, dei quali fece uno studio accuratissimo, paziente, indefesso, il che è pur negato dall'illustre critico tedesco.

Nell'archivio di casa Guicciardini si trovano non solo più manoscritti della Storia, copiata, corretta e ricorretta moltissime volte, con lunghe cancellature e rifacimenti, ma anche quattro volumi di Memorie Storiche. Queste contengono i materiali con cui fu scritta la Storia, e da essi si vede chiaramente il modo tenuto nel comporla. Il fondamento principale della narrazione, così pel Guicciardini, come pel Machiavelli e per molti altri degli storici fiorentini più autorevoli di quel tempo, quando narravano fatti contemporanei, erano le lettere degli ambasciatori e dei commissarî alla Signoria ed ai Dieci. Di esse si trovano nelle Memorie Storiche del Guicciardini estratti infiniti, che sono ricopiati e distribuiti da lui per materie e per ordine di tempo, aggiungendovi in margine continui appunti cavati dalle narrazioni degli avvenimenti stessi, fatte da altri storici. Frequentissimi sono i sunti cavati dal Capella, dal Mocenigo, dal Giovio, dal Bartolini Salimbeni, da Scipione Vegio, da Girolamo Borgia e da molti altri. Vi sono poi altrove copiati lunghi brani di cronache; lunghi estratti dal Giovio, da Pandolfo Collenuccio, da un libro di Alessandro Nasi, che incomincia dalla battaglia di Fornuovo, e da altri coltissimi: vi sono copie di trattati, di discorsi, di capitoli d'accordi, ed ancora qualche documento originale. Per un così lungo e paziente lavoro il Guicciardini si valse evidentemente di più segretari, lavorando moltissimo egli stesso. E solo un esame accurato di questi manoscritti preziosi darà modo di fare una critica definitiva della Storia d'Italia. Un tale esame potrebbe giovare del pari a mettere in chiaro alcuni fatti storici ancora dubbi, trovandosi nelle Memorie estratti di molte lettere di ambasciatori, che ora sono perdute.

Il professore Ranke dà giustamente un gran valore ai discorsi che si leggono nella Storia del Guicciardini; ma anche in essi crede di poter trovare nuova dimostrazione di poca veracità. C'è un discorso tenuto dal gonfaloniere Soderini nel Consiglio Maggiore, quando accennò ai pericoli in cui era la Repubblica, ed al probabile ritorno dei Medici. Il Nerli, che si trovava presente quando parlò il Gonfaloniere, dice che il Guicciardini riferì elegantemente il discorso nella sua Storia. Ma il professore Ranke crede che il Nerli si sia espresso in questo modo, perchè non poteva dire: fedelmente. Infatti, egli osserva, il Nerli, parlando del discorso, dice che in esso il Soderini rese conto della sua amministrazione, ed aggiunse che allora si moveva guerra alla sua persona con lo scopo di mutare il governo, e che perciò egli era pronto a dimettersi solamente quando così volesse il popolo. Lo stesso dicono il Nardi ed altri. Invece, secondo il discorso che ci è dato nella Storia, il Soderini non rese conto dell'amministrazione, ma insistè assai sui pericoli minacciati dal probabile ritorno dei Medici. Il Guicciardini, così conclude il professore Ranke, voleva aprirsi la via a parlare di questo ritorno, e lo fece col discorso del gonfaloniere. Pensò quindi assai meno alla fedeltà storica, che alla composizione ed alla eleganza letteraria, ed il discorso riuscì infatti più elegante che veridico. - Ma le cose stanno altrimenti. La verità è che il Soderini fece allora due discorsi. Nel primo, detto dopo la congiura di Prinzivalle della Stufa, e riferito dal Nardi (Storia, vol. II, pag. 17), rese conto della sua amministrazione. Nel secondo, che fu pronunziato più tardi ed è riportato dal Guicciardini, parlò del minacciato ritorno dei Medici. Alcuni cronisti del tempo ricordano l'uno e l'altro discorso, e sulla loro scorta il Capponi, nella sua Storia della Repubblica fiorentina (vol. II, pagg. 306 e 307), li accenna distintamente; altri riportano solo uno dei due. Il Nerli ricorda il secondo, ma nel periodo stesso in cui ne parla, accenna a qualche cosa che fu detta nel primo. Il Guicciardini, che scriveva allora la storia d'Italia e non di Firenze, non si occupa del primo, ma riferisce minutamente il secondo discorso, che aveva una importanza più generale, ed in esso fa dire al Soderini solo quello che veramente disse in quella occasione. È quindi più esatto e fedele del Nerli, che però gli tributava la lode meritata.

Nel libro VIII della sua Storia (vol. IV, pag. 45), il Guicciardini ci dà un altro discorso, fatto dall'ambasciatore veneto Antonio Giustinian nel 1509, e dice di averlo fedelmente tradotto dall'originale latino. Il professore Ranke sostiene che questo discorso non può essere altro che una composizione letteraria di tempi posteriori, perchè la commissione del Giustinian non ebbe effetto, e la lettera credenziale della Repubblica veneta, scritta con un linguaggio assai più dignitoso di quello attribuito al Giustinian, si ritrovò più tardi presso i discendenti di questo. - È vero che la commissione non potè essere eseguita, perchè l'ambasciatore non fu ricevuto: ma il discorso è certamente del tempo, e fu allora creduto da molti autentico, sebbene sia da ritenerlo, come dice il Ranke, composizione letteraria di altri e non del Giustinian. Una copia se ne trova nelle Carte del Machiavelli, e da essa si vede che il Guicciardini lo tradusse davvero fedelmente. Il Ricci lo copiò nel suo Priorista e ne difese l'autenticità contro gli scrittori veneti che, per patriottismo, secondo lui, la mettevano in dubbio. L'ambasciatore fiorentino a Roma ne mandò copia alla Signoria con lettera del 7 luglio 1509. Ad esso abbastanza chiaramente allude il Machiavelli nei suoi Discorsi (Lib. III, cap. 3). Fu stampato a Napoli prima ancora che il Guicciardini lo traducesse. Questi adunque s'ingannò insieme col Machiavelli, col Ricci e con altri molti del suo tempo.

Il nipote del Guicciardini, che ne pubblicò la Storia, disse ciò che egli poteva saper dai manoscritti dello zio, quando affermò che questi aveva con molta cura esaminato i documenti. Il professore Ranke non vuol credergli, ed a convalidare il suo dubbio ricorda quello che il Guicciardini stesso dice d'un trattato, che avrebbe dovuto assai ben conoscere, il trattato cioè che fu fatto nel 1512 dai Fiorentini col Cardona. Esso fu pubblicato dal Fabroni nella Vita di Leone X, e non risponde punto a quanto ne dice il Guicciardini. Secondo lui, Firenze sarebbe entrata nella Lega, ed in una alleanza offensiva e difensiva con la Spagna. Ora, prosegue il Ranke, il trattato non parla della Lega, nè di un'alleanza incondizionata col re di Spagna; dice solo che i Fiorentini si obbligarono per tre anni e sei mesi a difendere il Napoletano. Non dice che si obbligarono a pagare al Vicerè le somme promesse a lui dai Medici, come afferma il Guicciardini. Ed anche ciò che questi aggiunge delle 200 lance napoletane date in servizio dei Fiorentini, e della restituzione fatta ai Medici dei loro beni, è vero solamente in parte. Il Guicciardini ci ha dunque, secondo il professore Ranke, dato un trattato immaginario, che se corrisponde a ciò che realmente avvenne, non è però esatto quanto alle condizioni assai più onorevoli che i Fiorentini avevano stipulate, e che non furono poi rispettate. Ma nella Storia d'Italia si leggono due cose ben distinte, che il professore Ranke riunisce in una, dal che nasce confusione. I Fiorentini, così dice la Storia, entrarono nella Lega e si obbligarono a pagare, secondo le promesse fatte dai Medici, quarantamila ducati al Re dei Romani, ottantamila al Vicerè per l'esercito, e ventimila per lui, in tutto centoquarantamila ducati. Queste somme furon di fatto pagate, e di esse parlano molti altri scrittori, fra cui anche il Vettori, il quale aggiunge che erano state promesse e votate dai Fiorentini prima della presa di Prato. Fecero oltre a questo, prosegue il Guicciardini, lega col re d'Aragona, con obbligazione reciproca (e questo è il trattato riportato dal Fabroni) di un certo numero di genti d'arme a difesa degli Stati, e che i Fiorentini conducessero ai loro stipendi 200 uomini d'arme dei sudditi di quel re, la quale condotta, benchè non si esprimesse, era disegnata pel marchese delle Palude (Storia d'Italia, vol. V, lib. XI, pag. 63-64). Ora se è certo che i 140,000 ducati furono pagati, è certo pure che l'entrata di Firenze nella Lega era conseguenza implicita e necessaria del ritorno dei Medici. E se si distingue, come fa il Guicciardini, tutto ciò dal trattato fatto poi col Vicerè il 12 settembre, si vedrà che anche qui la Storia è nel vero.

Il professore Ranke adduce ancora altri esempî di quelle che chiama false narrazioni del Guicciardini. La gelosia nata fra Alessandro VI, Cesare e Giovanni Borgia, a cagione di Lucrezia figlia del primo e sorella degli altri due, difficilmente si troverà, esso dice, narrata prima del Guicciardini: la fonte di questi suoi racconti sono gli epigrammi del Pontano e del Sannazzaro, alcuni accenni nelle lettere di Pietro Martire, ed un libello riportato dal Burcardo nel suo Diario. Ma Pietro Martire cadde in molti errori, nè si può dare autorità di fonti storiche ai libelli ed agli epigrammi. A tutto ciò si può rispondere che, dopo i lavori del Gregorovius, dopo i molti documenti pubblicati recentemente sui Borgia, quest'accusa non è più sostenibile. Il Guicciardini affermava quello che era stato prima di lui detto e creduto da moltissimi cronisti, da moltissimi ambasciatori italiani, le cui lettere egli consultava di continuo. Fra gli estratti di lettere e documenti che sono nelle Memorie ne troviamo sotto l'anno 1497 alcuni Ex Archivio, poi altri Ex Marcello, cioè da carte che erano presso il segretario Marcello Virgilio. Fra questi ultimi leggiamo: Giugno. La morte di Candia facta per ordine del fratello, per invidia et per la sorella (Memorie Istoriche, vol. I. Le pagine non sono regolarmente numerate). Abbiamo citato un solo esempio: ma assai grande è il numero degli appunti relativi ai Borgia, ed essi provano ad esuberanza, che se si possono ancora aver dubbi sopra molti fatti attribuiti ai Borgia, non si può certo supporre che il Guicciardini li avesse inventati o cavati solo da epigrammi e da libelli. Egli, per esempio, s'ingannò di certo nel credere che il Papa morisse dopo avere in una cena preso per sbaglio il veleno che aveva apparecchiato per un altro. I Dispacci da noi pubblicati di A. Giustinian dimostrano che il racconto è falso, e che il Papa morì invece di febbre romana. Ma anche a questo racconto del veleno credettero allora molti: lo diè per certissimo il Giovio, e nella sua Storia dei Papi vi crede lo stesso professore Ranke, il quale si dimostra tanto benevolo al Giovio, quanto è avverso al Guicciardini, che pure è assai più fedele e credibile narratore.

Il professore Ranke, venendo all'ordine generale della Storia del Guicciardini, osserva giustamente che essa segue ancora troppo la vecchia forma degli Annali. Ogni anno l'autore ricomincia da capo, ed interrompe perciò di continuo il racconto di tutti quei fatti che, principiati in un anno, finiscono nei successivi. Un tal difetto diviene assai grave, abbracciando egli una vasta serie di avvenimenti, i quali spesso rimangono tutti troncati a mezzo, per essere poi tutti ripigliati da capo. Ben è vero che il Guicciardini suole respingere alla fine di ogni anno i fatti secondari, occupandosi innanzi tutto dei principali, il che dà un certo ordine alla narrazione. E i discorsi che spesso introduce, aiutano anch'essi non poco a spiegare, ordinare e collegare fra loro gli avvenimenti. A queste giuste osservazioni del Ranke si potrebbe anche aggiungere, che la divisione in libri e capitoli non è fatta per anni o per mesi, ma assai più secondo la natura degli avvenimenti, il che aiuta non poco la connessione logica e la chiarezza. È necessario inoltre ricordare che, ad eccezione del Machiavelli, nessuno s'era allora liberato affatto dalla forma annalistica, sebbene tutti cercassero di abbandonarla. Nella sua Storia Fiorentina, che abbraccia un assai minor numero di fatti, il Guicciardini era molto meglio riuscito ad ottenere una distribuzione meno meccanica e più razionale; ma la Storia d'Italia doveva narrare una serie di avvenimenti ben più vasta, ben più intricata. La difficoltà di trovare in essi un filo conduttore, un ordine logico è tale, che neppure oggi si riesce a vincerla, e nel secolo XVI doveva essere addirittura insuperabile. Il cadere più o meno nella forma annalistica diveniva quindi inevitabile.

Ma come mai, domanda finalmente il professore Ranke, questa Storia con tanti difetti potè avere una così grande fortuna? L'ardire, egli dice, con cui il Guicciardini parla dei papi, e svela senza adulazione i disegni e le ambizioni dei principi, fu una prima causa di ciò. Ed anche questo è verissimo. Ma il parlare liberamente dei papi e dei principi è una lode che spetta a molti dei nostri storici e cronisti dei secoli XV e XVI. Era un pregio che nasceva non tanto dalla indipendenza del carattere di chi scriveva, quanto dal bisogno assai generale allora di esaminare i fatti, descriverli quali erano, cercarne, esporne le cagioni obiettivamente. Questo bisogno era nel Guicciardini maggiore che in altri del suo tempo, quantunque la vanità personale o la parte politica qualche volta gli facessero velo, come pur troppo segue all'umana natura. In sostanza però a noi par certo che come dipintore della realtà vera dei fatti storici, come espositore delle loro vere e prossime cagioni, delle vere e prossime conseguenze, egli è il primo storico in un secolo che pur n'ebbe tanti e così eminenti.

Non vi fu mai un tempo, continua il professore Ranke assai giustamente, in cui si pigliasse una parte così viva, così generale alla vita pubblica, e tanto vi si pensasse, come allora si faceva in Italia, specialmente in Firenze. Da ciò ne seguì che ogni storia particolare veniva collegata cogli avvenimenti più generali, e prendeva perciò una maggiore importanza. Un tal pregio apparisce chiaro soprattutto nei discorsi, che il Guicciardini pose nella sua Storia d'Italia. Per comprender chiaramente il valore di essa, bisogna ricordarsi che le storie italiane di quel tempo sono tutte più o meno provinciali, questa sola è davvero generale. L'autore si è finalmente liberato da ogni concetto locale, e narra i fatti d'Italia più distesamente dei fiorentini. Egli non fu mai nè municipale, nè clericale, nè legato agl'interessi ecclesiastici in modo da perdere la indipendenza del proprio spirito. Una sola di queste qualità avrebbe limitato il suo intelletto; avendole ambedue, noi troviamo in lui quella forma generale ed indipendente di giudicare gli avvenimenti, che divenne propria dello storico moderno soltanto nel secolo XVIII, ma che era stata già iniziata dal Guicciardini nel secolo XVI. La sua opera sarà perciò sempre giudicata una delle più grandi produzioni storiche che noi possediamo.

Queste considerazioni, che il professore Ranke aveva appena accennate nella prima edizione del suo lavoro, e svolge alquanto più nella seconda, rendono piena giustizia al Guicciardini, e ne determinano l'ingegno ed il valore con una penetrazioue ed una originalità degne veramente del grande critico tedesco. Questi crede però sempre, che i pregi da lui accennati si ritrovino solo nei discorsi, non già nella narrazione, nella quale non si può, secondo lui, sperare d'aver mai la verità obbiettiva dei fatti. «Nur darf man nicht in dem Buche den objectiven Thatbestand der Ereignisse in den Händen zu haben glauben» (a pag. * 57 della 2a edizione). Noi abbiamo invece cercato di provare che questa verità vi si trova, e che le accuse d'inesattezza fatte al Guicciardini assai di rado sono pienamente giustificate. Non ostante però le nostre osservazioni, ci è pur forza conchiudere che, se il professore Ranke fu in questo suo lavoro giovanile troppo avverso al Guicciardini, fu anche il primo ad indicare la vera via che bisognava tenere, per fare una critica sicura della Storia d'Italia, e che le poche considerazioni generali con cui egli conchiude, sono ammirabili davvero. Se avesse potuto vedere i manoscritti del grande storico italiano, ci avrebbe certo dato di lui un giudizio diverso, una critica compiuta e definitiva. Per ora ci resta solo a far voti che qualcuno intraprenda una nuova edizione della Storia, riscontrandola sui manoscritti, e con l'aiuto di essi ne ricerchi le fonti, e la giudichi, non con la eccessiva severità dell'illustre professore Ranke, ma pur seguendo il metodo da lui indicato.

INDICE DEI NOMI E DELLE MATERIE

A

Accademia Coronaria, esperimento letterario poetico fatto nel Duomo di Firenze, I, 183.

Accademia Platonica. Fondata da Cosimo de' Medici, I, 42, 107. Breve storia di essa ed esposizione delle sue dottrine, 165 e seg. Principali accademici, 170 e seg. Le sue dottrine si spargono anche fuori d'Italia, 182. Le riunioni degli Orti Oricellari non furono un rinnovamento o una continuazione d'essa, III, 47 e seg.

Accademia Romana, fondata da Pomponio Leto, I, 142; III, 142.

Accademie varie italiane, ricordate, III, 142.

Acciaiuoli Angelo. Due sue lettere a Piero di Cosimo de' Medici, ricordate, III, 278.

Acciaiuoli Donato, traduttore dell'Historia di Leonardo Aretino, III, 200.

Acciaiuoli Giovanni, ambasciatore a Roma; brano di una sua lettera ai Dieci, II, 62.

Acciaiuoli Roberto. Ambasciatore a Consalvo, I, 486, 492. Sua lettera al M., ricordata, 509. Brano di una sua lettera al M., 559. Oratore in Francia, II, 133, 529, 531, 536. Altre sue lettere al M., ricordate, 133; e testo d'una di esse, 538. Sue lettere ai Dieci di balìa, ricordate, 151. Consiglio da lui dato a Clemente VII circa il governo di Firenze, III, 297. Lettere del Guicciardini a lui, ricordate, 344 e seg. Di nuovo oratore in Francia, e altre sue lettere a vari, 445 e seg.

Adimari Andrea, commissario nella montagna di Pistoia, I, 598.

Adimari Duccio, confinato, II, 555.

Adriani Marcello Virgilio. Ricordato a proposito dei primi studi del M., I, 301 e seg., 312. Sua elezione in cancelliere della Repubblica, 307. Brevi notizie della sua vita e dei suoi studi, 308, 309. Di una sua orazione latina per l'elezione di Paolo Vitelli in capitano generale della Repubblica, 315. Ricordato, 376. Sua lettera al M., 398, 586-87. Ricordato in lettere al M., 540, 541, 556, 571, 572. Compare al primo figliuolo del M., 606. A sua istigazione il M. scrive il lavoro intitolato Le Maschere, 477; III, 147. Conserva il suo ufficio nella cancelleria dopo il ritorno de' Medici, II, 188, 190. Ricordato, 539; III, 495.

Adriano VI (Cardinale Adriano d'Utrecht). Brevi cenni del suo papato, III, 128, 129. Ricordato, 135. Fa imprigionare il Cardinal Soderini, 137. Muore, 294.

Adriano (Cardinale). Piglia parte a una congiura contro Leone X, III, 21.

Agnadello (Battaglia di), II, 109.

Alamanni, famiglia, amicissimi de' Medici, III, 46.

Alamanni Lodovico. È in Roma; lettera del M. a lui ricordata, III, 37, 173. È a Milano, 405.

Alamanni Luigi di Piero, il poeta. Uno dei più assidui frequentatori degli Orti Oricellari, III, 46, 47. È in Roma; sua lettera al padre, 404. A lui e a Zanobi Buondelmonti dedica il M..la sua Vita di Castruccio, 67. Interlocutore nell'Arte della guerra del M., 75, 106. Si esalta contro il governo dei Medici, 130; e cospira per uccidere il cardinal Giulio, 135. Scopertasi la congiura, si pone in salvo con la fuga, 136.

Alamanni Luigi di Tommaso. Congiura contro i Medici, ed è preso e decapitato, III, 136.

Alamanni Piero. Oratore a Napoli; sua lettera citata, I, 241. Oratore a Milano; sue lettere a Piero de' Medici, 243, 519. Lettera di Luigi suo figliuolo a lui, III, 404.

Albany (Duca d'), III, 298.

Alberti Leon Battista, I, 172, 184. Della sua opera La cura della famiglia, 185. Erroneamente attribuitogli il disegno del Palazzo degli Orti Oricellari, III, 44.

Alberti Niccolò, capitano e commissario d'Arezzo; sua lettera alla Signoria, II, 62, 509.

Alberti Piero. Ricordo della sua sepoltura, III, 412.

Albizzi, famiglia. Emuli de' Medici, I, 40 e seg. Notizie di essi nella Storia e a proposito della Storia del M., III, 244 e seg., 253, 257 e seg.

Albizzi Antonfrancesco. S'adopra a rimettere i Medici in Firenze, II, 175; e conduce Giuliano in casa sua, 180, 551-52. Ricordato, 569, 590.

Albizzi Giovanni, I, 532.

Albizzi Luca. Commissario in campo contro Pisa; brani e sunti di sue lettere, I, 341 e seg. Minacciato dai soldati del campo, 344. Ricordato, 556. Commissario d'Arezzo, 383.

Albizzi Rinaldo. Si tocca delle sue Commissioni, I, 197. Si parla di lui nella Storia del M., e a proposito di essa, III, 259 e seg., 272.

Albret (d') Carlotta. Sposa il Valentino, I, 269.

Alègre (d') Ivo, capitano di Francia, I, 340, 346; II, 161, 162. Muore, 162.

Alessandro VI, papa. - Ved. Borgia Roderigo cardinale - Sua elezione, I, 230, 234; e suoi primi atti, 234 e seg. Suo malanimo contro il Re di Napoli, 244; e sua politica mentre Carlo VIII sta per calare in Italia, ivi e seg., 249-50. Celebra una messa a cui assiste il re Carlo, 254. Sborsa una taglia ai Francesi per riavere Giulia Farnese e Adriana Orsini cadute nelle lor mani, 253-54. Entra in una lega contro Carlo VIII, 256. Fa guerra agli Orsini, 258 e seg. Come senta la morte del Duca di Gandia suo figlio, 261. Fa lega col Re di Francia, e con qual fine, 269. Nomina a un tratto dodici cardinali, 275. Entra in un segreto accordo tra Francia e Spagna, 276. Della sua condotta col Savonarola, 282 e seg. Di un suo colloquio con un agente del re Federigo di Napoli, 537. Colloqui del M. col Cardinale di Rouen intorno a lui ed al Valentino, 352 e seg. S'appropria le sostanze del cardinale Battista Ferrari defunto, 381. Sua esultanza per l'occupazione di Camerino fatta dal Valentino, ivi. Cerca amicarsi i Fiorentini, 386. Ciò che facesse in Roma, dalla ribellione degli Orsini al Valentino alla loro cattura e morte, 411 e seg. Fa ogni opera per cattivarsi l'amicizia de' Veneziani, 413. S'impazientisce dei lenti progressi del Valentino in Romagna, 414. Simulati dissensi tra lui e il Valentino, 432-33. S'adopera con ogni mezzo a far denari, 433 e seg. Sua politica tra Francia e Spagna, 437-38. Sua malattia e morte, e sepoltura, 438 e seg.; e della voce sparsasi di veleno, 442. Si accenna a un suo strattagemma per impadronirsi dei Baglioni di Perugia, 479. Brani di lettere di Agostino Vespucci al M. relative a lui, 558 e seg. Ricordato, II, 329; e dal M. nel suo Principe, 381, 383, 386, 392, 601, 609, 610, 617 e seg. Giudizio che fa di lui Cristina di Svezia, 437, 601, 617. Ricordati i suoi mezzi di far danari in confronto con Leone X, III, 36. Ricordato, 491. Delle notizie relative ad esso e agli altri Borgia nella Storia del Guicciardini, 495.

Alexis. Sua commedia intitolata Mandragorizomene, ricordata, III, 147.

Alfieri Vittorio, difensore del M., II, 447.

Alfonso I d'Aragona, re di Napoli, I, 75. Gli eruditi alla sua corte, 153 e seg. Della sua liberazione dalle mani del Duca di Milano, narrata dal M., III, 269.

Alfonso II d'Aragona, re di Napoli. - Ved. Aragona (d') Alfonso.

Alfonso I d'Este, duca di Ferrara. Sposa Lucrezia Borgia, I, 380. Notizie di lui e della sua corte, II, 33. Si dichiara contro Venezia dopo la battaglia di Vailà, 109. Sua celebre artiglieria ricordata, ivi; III, 84, 348. Si trova alla battaglia di Ravenna, II, 161. Promessa fattagli da Leone X di restituirgli Modena e Reggio, III, 17, 18. Assediato dai soldati della Chiesa, 28. Ricordato nell'Arte della guerra del M., 117. Ricupera quasi tutto il suo stato toltogli da Leone X, 127-28. Manda aiuti di denari e d'armi agl'Imperiali di Carlo V, 348 e seg. Ricordato in lettere di Roberto Acciaiuoli oratore in Francia, 445, 454.

Alidosi Francesco, cardinale, legato di Giulio II in Bologna. Abbandona quella città ai Francesi, II, 143. Delle voci corse circa le sue relazioni col Papa, 144. Ucciso dal Duca d'Urbino, 145.

Alighieri Dante. Paragone tra lui e il Petrarca, I, 82 e seg. Del suo libro De Monarchia, II, 236 e seg. Ricordato dal M. nel Principe, 371, 372, 388: e nel Dialogo sulla lingua, III, 182-83, 185, 186, 191; e nella Storia, 230.

Altoviti Bardo, III, 278.

Altoviti Iacopo, III, 403.

Alviano Bartolommeo, I, 259. Si teme voglia tentare un'impresa nell'Italia centrale, 478, 616, 621 e seg. I suoi disegni si restringono in Toscana, 484 e seg. S'avanza, 489 e seg.; e relativa lettera dei Dieci a Antonio Giacomini, 624. Rotto dai Fiorentini, 491-92, 626. È al soldo di Venezia contro l'Imperatore; suoi fatti d'arme, II, 70 e seg. Fatto prigione alla battaglia d'Agnadello, 108-9. Rotto da Raimondo di Cardona, III, 9. Rompe gli Svizzeri a Malignano, 13.

Amboise (d') Carlo, signore di Chaumont. Viene di Francia in aiuto del Valentino, I, 386; si ritira, 404. Mandato dal Re di Francia in aiuto di Giulio II, 501. Comanda la gente del Re nella guerra contro il Papa, II, 125, 131, 142. Muore, 142.

Amboise (d') Giorgio, arcivescovo di Rouen, I, 336. Cardinale e governatore di Milano per Luigi XII, 339, 340. Come debbano comportarsi seco il M. e Francesco della Casa inviati al Re di Francia, 348. Suoi colloqui col M., 352, 465. Sdegnato coi Veneziani, 458. Muore, II, 125. Ricordato dal M. nel Principe, 379.

Ambrogini Angelo. - Ved. Poliziano.

Amico Gaspare. Critica di alcuni luoghi della sua Vita di N. M., I, 466-67; II, 114, 147; III, 38, 132-33. Ricordata la detta Vita, II, 495.

Ammirato Scipione. Errori da lui riscontrati nella Storia del M., e giudizio che fa di quell'opera, III, 278, 279.

Ancona, III, 391.

Andrea (frate), III, 405.

Anghiari. Assediata dalle genti del Valentino, I, 564. Della battaglia ivi presso seguita tra le genti dei Fiorentini e quelle di Filippo Maria Visconti, narrata dal M. e da altri storici, III, 270-71.

Anghiari (d') Baldaccio, I, 41; III, 272.

Anna, sorella d'Enrico VIII re d'Inghilterra e moglie di Luigi XII re di Francia, III, 10.

Antinori Amerigo, commissario di Castrocaro; lettera dei Dieci a lui, I, 449, 602.

Appiano (d') Iacopo IV. - Ved. Iacopo IV.

Aragona (d') Alfonso I, re di Napoli. - Ved. Alfonso I d'Aragona.

Aragona (d') Alfonso, figlio di Ferdinando I re di Napoli, I, 78, 208. Dà per moglie una sua figliuola a Giuffrè Borgia, 246. Succede al padre nel regno, 249; che poi rinunzia, 255.

Aragona (d') Beatrice, I, 244.

Aragona (d') Eleonora, moglie del duca Ercole d'Este, I, 244.

Aragona (d') don Federigo, principe d'Altamura, I, 246. Va contro i Francesi nella loro venuta in Italia, ed è respinto, 250. Succede a Ferdinando II suo zio nel regno di Napoli, 257. - Ved. Federigo d'Aragona, re di Napoli.

Aragona (d') Ferdinando, duca di Calabria figlio di Alfonso II re di Napoli. Sue fazioni di guerra nella venuta dei Francesi in Italia, I, 250, 252, 255. Succede al padre nel regno, 255. Rientra in Napoli, e muore, 257.

Aragona (d') Ferdinando I, re di Napoli. - Ved. Ferdinando I.

Aragona (d') Isabella, moglie di Giovan Galeazzo Sforza, I, 229, 244, 249.

Aragona (d') Sancia. Si accenna al suo matrimonio con Giuffrè Borgia, I, 246. Ricordata a proposito dell'uccisione del Duca di Gandia, 263. Esiliata da Roma, 273. Assiste in Roma il Duca di Bisceglie suo fratello, ferito, ivi. Amata dal Valentino e dal cardinale Ippolito d'Este, 418.

Aragonesi, famiglia. S'estingue il loro dominio in Napoli, I, 363.

Arbitrio, tassa, I, 426.

Ardinghelli Piero. Sue Lettere citate, I, 403, 408. Commissario al Borgo a San Sepolcro; lettera dei Dieci a lui, 594. Segretario di Leone X; sua lettera ostile al M., II, 370. Dubita il M. ch'e' si faccia onore co' Medici del suo libro del Principe, 374. Ricordato, 558, 563; III, 405.

Aretino Carlo. - Ved. Marsuppini.

Aretino Leonardo. - Ved. Bruni.

Arezzo. Cade in mano delle genti del Valentino, I, 366, 367. Ricuperata dai Fiorentini, 370, 371. Ricordata, III, 480.

Arezzo (d') Paolo, mandatario del Papa al Re di Francia, III, 469.

Ariosto Lodovico. Accenno al suo Orlando Furioso, I, 225. Notizie di lui e delle sue opere, e di nuovo dell'Orlando, II, 33, 37 e seg. Opere più recenti intorno a lui, ricordate, 43 e seg. Le sue commedie son recitate innanzi a Leone X, III, 32; che gli accorda il suo favore, a parole ma non in fatti, 33. Il M. legge con grande ammirazione il suo Orlando, 37. Governatore in Garfagnana, 136. Delle sue Commedie, 142 e seg.; e di nuovo dell'Orlando, 144. Ricordate le sue ottave in confronto con quelle del M., 180. Una delle sue Commedie ricordata dal M. nel Dialogo sulla lingua, 188.

Ariosto Niccolò, padre di Lodovico, II, 37.

Ariosto Virginio, figlio di Lodovico. Sue Memorie, ricordate, II, 40.

Aristotele. Del paragone fatto tra lui e il M., II, 278 e seg. Ricordato a proposito del libro del Principe, 394, 398, 399.

Aristotele. - Ved. Sangallo (da) Bastiano.

Arlia C. Citato a proposito d'una farsa attribuita al M., III, 167.

Armellini (Cardinale). Debito lasciato con lui da Leone X, III, 36.

Arno, Vani tentativi dei Fiorentini per deviarne il corso da Pisa, I, 468 e seg., 609 e seg.

Artaud. Sua opera intorno al M., ricordata. II, 203, 272, 494; III, 198.

Arte della Lana (Consoli dell'). Commissioni da essi date al M., III, 124, 125, 328.

Arti belle nel secolo di Leone X, anzi di Giulio II, II, 2 e seg. Principali opere sulla storia di esse, ricordate, 31 e seg.

Arti maggiori e minori di Firenze. Accenni ad esse nella Storia e a proposito della Storia del M., III, 234, 244, 247, 253-54, 258, 259, 265.

Ascoli (d') Enoch, raccoglitore di codici per Niccolò V, I, 126.

Aubigny (Monsignore d'), I, 249, 252, 524.

Auch (Cardinale d'), II, 530.

Austria (di) Eleonora, sorella di Carlo V, III, 457.

B

Baccio Bigio. Si attende e sollecita la sua venuta a Firenze per conto della fortificazione delle mura, III, 436 e seg., 442.

Bacone da Verulamio, fautore del M., II, 446.

Baglioni, signori di Perugia. Avversati dagli Oddi, I, 157. Fuggono da Perugia, 408. Ricordati dal M. nel Principe, II, 609.

Baglioni Gentile. Entra in una lega contro il Valentino, I, 384.

Baglioni Giovan Paolo. Occupa Arezzo per il Valentino, I, 366. Entra in una lega contro di lui, 384. Fugge da Perugia, 408; e va verso Lucca, 411. Notizie della sua condotta al soldo dei Fiorentini, 450, 465, 468. Scaduta la condotta non pare disposto a rinnovarla, 478. Lettera dei Dieci a lui, 616. È mandato a indagare l'animo suo il M., 479. Notizie precedenti di lui e della sua signoria in Perugia, 480 e seg. Si rifiuta di servire i Fiorentini, 482, 483. Si arrende a Giulio II, e relativo accenno nei Discorsi del M., 497; II, 309. Ricordato, I, 568, 623, 624. È al soldo de' Veneziani, II, 124, 556. Spodestato della signoria di Perugia e decapitato, III, 24.

Baglioni Grifone, I, 480, 481.

Baglioni Guido. Si ricorda una sua risposta ad Alessandro VI, I, 479.

Baglioni Malatesta e Orazio. Tornano in Perugia, III, 128. Cercano mutare il governo in Siena, 134. Il cardinal Giulio de' Medici gli conduce ai suoi stipendi, ivi.

Baglioni Orazio. - Ved. Baglioni Malatesta.

Baglioni Ridolfo, I, 480.

Baldelli Gio. Battista. Suo Elogio del M. cit., I, 297; II, 414, 494; III, 370.

Balìa creata in Firenze al ritorno de' Medici, II, 182-3, 208.

Bandinelli Baccio. Dà opera agli apparati per la venuta di Leone X in Firenze, III, 16. Gli è commessa dal Papa una copia del gruppo del Laocoonte, 17.

Bandini Bernardo, uno della congiura de' Pazzi, III, 282, 283.

Bandini Francesco. Di una sua commissione presso il Guicciardini in campo, III, 361.

Baraballo, verseggiatore alla corte di Leone X, III, 30, 31.

Barbadori Niccolò, III, 261, 262.

Bàrbera, commediante. Ricordata in lettere del M. al Guicciardini, III, 331, 334, 335; e in altra lettera al M., 344, 444.

Bardella, corsaro genovese, II, 92, 95.

Bardi Cecco, III, 390.

Bardi Mariotto, III, 403.

Bargagli contessa Caterina. Possiede una filza di lettere di vari al M., e la mette a disposizione dell'Autore, II, 62, 509, 510; III, 340.

Barlacchia o Barlacchi, sottoscrizione autografa del M. nel manoscritto, pure autografo, della Commedia in versi a lui attribuita, III, 168; e notizie di questo nome, ivi.

Barsizza Guiniforte, I, 153.

Barthélemy Saint-Hilaire. Dei suoi giudizi sul M., II, 434.

Bartolini Giovan Battista. Commissario nel campo dei Fiorentini contro Pisa, I, 341, 343. Lettera dei Dieci a lui, II, 508.

Bartolini Salimbeni Gherardo. La sua Cronichetta sopra le ultime azioni di Lorenzo Duca d'Urbino è una delle fonti del Guicciardini, III, 491.

Baschi (de' ) Perrone, I, 251, 524.

Basilio (don), abate di Camaldoli. Fa testa ai Veneziani nel Casentino, I, 316. Guarda i dintorni di Firenze dalle incursioni del Valentino, 359.

Baumgarten H. Suoi giudizi intorno al Principe del M., II, 487 e seg.

Bayeux (Cardinale di). Aderisce al Concilio di Pisa contro Giulio II, ed è privato delle sue dignità e benefizi, II, 149.

Bayle, III, 368, 369.

Beaucaire (Etienne de Vesc, siniscalco di), I, 239, 244.

Beaumont. Mandato dal Re di Francia in aiuto dei Fiorentini contro Pisa, I, 340, 342, 343. Come debbano comportarsi con lui gli ambasciatori fiorentini mandati al Re di Francia, 348.

Beccadelli Antonio detto Il Panormita, I, 75, 148. È alla corte d'Alfonso I di Napoli; e del suo Hermaphroditus, 154, 155. Ricordato dal M. nel Principe, II, 388.

Becchi Gentile, oratore in Francia; che cosa pensi e scriva della prossima venuta di Carlo VIII in Italia, I, 242.

Becchi Ricciardo, oratore a Roma; estratti di sue lettere fatti dal Guicciardini, ricordati, III, 491.

Bellacci Pandolfo. A lui indirizza il Buonaccorsi una copia manoscritta del Principe del M., II, 415, 420.

Bembo Pietro, II, 35, 36. Segretario di Leone X, 206; III, 3; e uno de' migliori letterati della sua corte, 32.

Benivieni Girolamo, III, 131.

Bentivoglio, famiglia. Rientrano in Bologna, II, 143.

Bentivoglio Annibale. È al soldo de' Fiorentini, I, 627.

Bentivoglio Ercole. Al soldo dei Fiorentini contro Pisa, I, 599; combatte i tentativi di deviare l'Arno presso quella città, 469. Di una sua lettera al M., relativa al suo primo Decennale, 476. Lettera dei Dieci a lui, 486, 620. Dà una rotta all'Alviano, 491, 492, 627; e propone d'assaltar Pisa, 492. Nominato capitano generale, 493.

Bentivoglio Ermes. Entra in una lega contro il Valentino, I, 384.

Bentivoglio Giovanni. Entra in una lega contro il Valentino, I, 384. Non è incluso nei capitoli dell'accordo tra il Valentino e i suoi collegati, 394. Cacciato di Bologna, 500, 501.

Bernardi G. Pubblica le lettere del Guicciardini, luogotenente del Papa, al card. G. B. Giberti, III, 343.

Bernardini, mercanti lucchesi, III, 406, 407.

Berni Francesco. Suo capitolo contro l'elezione d'Adriano VI, citato, III, 129.

Bessarione (Cardinale), I, 125, 167.

Bibbiena (da) Bernardo (Dovizi). Sue lettere al cardinal Giovanni de' Medici, ricordate, II, 157. Segretario del Cardinale, viene da Prato a Firenze, 180; sua lettera a Piero suo fratello, 550. Creato cardinale, 221. Ricordato ed elogio fattone da Francesco Vettori, 560. Vede alcune lettere del M., 574. Poche altre parole intorno a lui, e della sua morte, III, 3. Ricordata la sua nomina a cardinale, 5. Fa illuminar Roma alla falsa nuova d'una vittoria contro i Francesi, 14. Della sua commedia La Calandria, 32, 144.

Bibbiena (da) Guglielmo, II, 549.

Bibbiena (da) Piero (Dovizi). Lettere a lui del cardinal Giovanni e di Giuliano de' Medici, II, 177, 549, 182, 552, 197, 553, 555; di Bernardo suo fratello, 550.

Biblioteca Barberiniana. Vi sono manoscritti del M., III, 371.

Biblioteca Medicea, già dei Frati di San Marco, trasportata in Roma poi ricondotta a Firenze, III, 2.

Biblioteca Mediceo-Laurenziana, I, 103; III, 2.

Biblioteca Quiriniana di Brescia. Lettera autografa del M., ivi esistente, III, 396.

Biblioteca reale di Parma. Lettera originale del M. ivi esistente, III, 42.

Biblioteca Strozziana di Firenze. Vi sono manoscritti del M., III, 371.

Biblioteca Vaticana. Aperta al pubblico da Sisto V, I, 146. Manoscritti di opere del M. che vi si conservano, III, 182.

Biliotti Pandolfo, confinato, II, 555.

Binet Stefano. Suo racconto del preteso sogno avuto dal M. in punto di morte, III, 368.

Bini (Banco dei). Debito lasciato con essi da Leone X, III, 36.

Biondo Flavio, I, 134. Di una sua lettera a Leonardo Aretino intorno alla lingua, III, 189. Principale iniziatore della critica storica, 201, 202; e citazione di alcune monografie intorno ad esso, ivi. Da lui imita e traduce il M. il primo libro delle Storie, 207 e seg., 216; e raffronti tra i due storici, 221 e seg. Esemplare a stampa delle sue Storie postillato da Donato Giannotti, ricordato, 221. Di lui si vale il M. anche in altri libri delle Storie, 233, 266, 269, 270, 271.

Bisceglie (duca di) Alfonso. Sposa Lucrezia Borgia, I, 267. Fatto uccidere dal Valentino, 272 e seg.

Blado. Stampa per primo i Discorsi e il Principe del M., II, 420.

Boccaccio, I, 95. Di lui parla il M. nel Dialogo sulla lingua, III, 182, 185.

Boccalini Trajano. Come parli del M. nei suoi Ragguagli di Parnaso, II, 446.

Bodino Giovanni, avversario del M. nel suo libro De Republica, II, 431.

Boiardo Matteo Maria e il suo Orlando Innamorato, I, 222 e seg.; II, 34.

Bollmann. Di un suo scritto in difesa del Machiavellismo, II, 450.

Bologna. Si dà a Giulio II, I, 501. V'entrano i Bentivoglio e i Francesi, II, 143-44. Assalita dalle genti del Papa e dei confederati, è soccorsa dai Francesi, 158. Ricordata dal M. nel Principe, 381, 618. Vi si stipula un trattato tra Leone X e Francesco I, III, 15 e seg.

Bologna (da) Mancino, I, 623.

Bonciani Carlino, ucciso, I, 584.

Bonciani Ubertino, confinato, II, 555.

Bonifazio VIII, II, 236.

Borbone (Conestabile di). III, 27. Disertore della Francia, è nell'esercito di Carlo V, 297. Non vorrebbe che il Re di Francia, prigioniero, si abboccasse con l'Imperatore, 304. Giudizi dei contemporanei e dei posteri circa la sua defezione, 308. Ha il comando dell'esercito imperiale; accenni alla sua condotta e ai suoi rapporti con Girolamo Morone, 314 e seg., 319, 349, 353. Voce che Carlo V voglia dargli in moglie una sua sorella, 457. Ricordato, 460. Accenni al suo avanzarsi verso Roma, 352 e seg. Ricordata la sua morte, 315.

Borgia Angiola, II, 34.

Borgia Cesare. Ottiene l'arcivescovado di Valenza, I, 235, 238. Accompagna Carlo VIII nel suo viaggio a Napoli, 254. Dell'uccisione del Duca di Gandia suo fratello, 261, 262. Va a Napoli a incoronare re Federico d'Aragona, 266; e vorrebbe sposare Carlotta figlia di lui, ivi. Spoglia l'abito ecclesiastico, 267. Suo viaggio in Francia, ivi. Ottiene il ducato di Valentinois, ivi, 268. - Ved. Valentino (Duca).

Borgia Giovanni, duca di Gandia, figlio d'Alessandro VI, I, 235, 238, 239. Della sua uccisione, 260 e seg., 525; III, 491. Delle notizie relative ad esso e agli altri Borgia nella Storia del Guicciardini, 495.

Borgia Giovanni, figlio di Alessandro VI. Due brevi relativi alla sua legittimazione, ricordati, I, 264.

Borgia Giovanni, nipote d'Alessandro VI, vescovo di Monreale. Nominato cardinale, I, 235. Sua morte, 436. Ricordata una sua legazione a Perugia, 480.

Borgia Girolamo, autore citato dal Guicciardini nei materiali per la sua Storia, III, 491.

Borgia Giuffrè, I, 235, 238. Si tocca del suo matrimonio con una figliuola del Re di Napoli, I, 246.

Borgia Lucrezia. Fanciulla, sta in casa di Adriana Orsini, I, 234, 236. Si tocca della sua cultura e del suo carattere, ivi, 237. Promessa sposa a vari spagnuoli, si marita a Giovanni Sforza signore di Pesaro, 237; poi è separata da lui, 264. Partorisce un figlio illegittimo, ivi. Sposa don Alfonso duca di Bisceglie, 267; che le è poi ucciso, e come si comporti in tale occasione, 272, 273. Va sposa al duca Alfonso d'Este, 379 e seg. Notizie di lei in Ferrara, II, 34 e seg. Delle notizie relative a lei e agli altri Borgia nella Storia del Guicciardini, III, 495.

Borgia Roderigo, cardinale. Eletto papa, prende il nome d'Alessandro VI, I, 231. Carattere e qualità di lui, e sua vita prima d'esser papa, ivi e seg. - Ved. Alessandro VI.

Borgognoni A. Citato a proposito della Mandragola del M., III, 148.

Boscoli Pietro Paolo e Capponi Agostino. Della loro congiura contro i Medici, II, 194, 195. Sunto della narrazione della loro morte scritta da Luca della Robbia, ivi. Due lettere di Giuliano de' Medici intorno a detta congiura, 197, 198, 553 e seg. Sentenza contro di loro citata, 556.

Bossi Donato, grammatico, II, 564.

Bozzolo (da) Federigo. Aiuta Francesco Maria della Rovere a ricuperare il ducato d'Urbino, III, 18. Mediatore in un accordo tra i Medici e il popolo sollevato in Firenze, secondo la narrazione del Guicciardini, 358, 484 e seg. passim.

Bracci o Braccesi Alessandro. Ambasciatore in Roma; sua lettera ai Dieci relativa all'uccisione del Duca di Gandia, I, 262, 525. Altre sue lettere, ricordate, 262 e seg. È uno dei segretari della Signoria, e gli succede il M., 307. Di nuovo oratore al Papa, 386, 579. Estratti di sue lettere fatti dal Guicciardini, ricordati, III, 491.

Bracci Giovambattista. Due sue lettere al M., III, 64, 406 e seg.

Braccio da Montone, III, 88, 219.

Bracciolini Poggio, I, 107. Traduttore di Diodoro Siculo, 125, 535; II, 578. Della sua opera De varietate fortunae, I, 140. Del suo libro De infelicitate principum, II, 246. Ricordato dal M. nel Principe, 388. Si ragiona di lui come storico, III, 200 e seg. Sua Storia, ricordata, 205, 271.

Bramante, architetto, II, 29; III, 34.

Brancacci Giuliano. Ricordato in lettere di Francesco Vettori al M., II, 559 e seg.

Brescia. Tolta ai Francesi da Giulio II e da' suoi confederati, II, 158. Ricuperata e posta a sacco dai Francesi, 159. Ricordata dal M. nei suoi Discorsi, 323. Presa da Francesco I, III, 14. Lettera autografa del M. nella sua Biblioteca Quiriniana, 396.

Brevio Giovanni. Traduttore d'Isocrate, I, 534. A lui viene attribuita la Novella di Belfagor del M., III, 198.

Briçonnet Guglielmo, signore de la Touraine e vescovo di San Malò, I, 239, 244. Nominato cardinale, 254. Aderisce al concilio di Pisa contro Giulio II, II, 147, 150. Privato delle sue dignità e benefizi, 149; poi rintegrato, 206.

Broncone (Compagnia del), in Firenze, II, 184.

Bruni Leonardo d'Arezzo, I, 98, 106, 116, 117. Sua traduzione della Politica d'Aristotele, ricordata, II, 285, 393. Ricordato a proposito del Dialogo sulla lingua del M., III, 189. Si ragiona di lui come storico, 200 e seg. Ricordata la sua Storia, 205, 207, 230; di cui si vale il M.; e luoghi di raffronto tra i due storici, citati, 251, 253. Dove termini la detta Storia, 272.

Bruto Michele. Accenno alla sua Storia a proposito di quella del M., III, 279.

Buonaccorsi Biagio. Si lega d'intima amicizia col M., I, 313. Dell'opinione che vorrebbe attribuire il suo Diario al M., 317. Sue lettere al M., oratore a Forlì, 325, 536 e seg. Notizie di lui e dei suoi scritti; e di nuovo del suo Diario falsamente attribuito al M., 325; qual Diario è tutto ricopiato dal Nardi nella sua Storia, 327; II, 183; III, 489. Altri suoi scritti ricordati intorno alla guerra pisana, I, 342. Sue lettere al M., ambasciatore in Francia, 355, 555. Una riflessione a proposito delle sue lettere al M., 387, 388. Sue lettere al M., ambasciatore al Valentino, 398, 400, 405, 573 e seg., 581 e seg.; 587 e seg.: e a Roma, 456, 463, 604 e seg.; 629 e seg. La sua moglie visita quella del M., 584, 606, 608. Sua relazione sui tentativi per deviare il corso dell'Arno a Pisa, ricordata, 469. Di nuovo ricordato in lettere al M., 572, 578. Pressato a recarsi in Francia non vuole andarvi, 585, 586; e se ne libera, 588. Compare al primo figliuolo del M., 606. Altre sue lettere al M., citate, II, 121, 134. Privato d'ogni ufficio al ritorno de' Medici in Firenze, 191. Di sua mano è ritenuta una copia del Principe del M., 415, 416; e brano della lettera con cui la indirizza a Pandolfo Bellacci, ivi, 420. Ricordato in altra lettera al M., 500. Altre sue lettere al M., 502, 504, 523, 524, 539. Di nuovo ricordato il suo Diario, III, 199. Ricordati alcuni suoi estratti di lettere, 286.

Buonarroti Michelangelo. Porta denari al M., I, 630, 633. Delle sue opere d'arte, II, 15 e seg., 22, 27 e seg. Sue qualità morali, 31. Porta altri denari al M., 504. Adoprato da Leone X in opere non di suo genio, III, 33. Come si rompa un braccio alla sua statua del David, 358. Suo progetto di fortificazioni di Firenze, ricordato, 360.

Buondelmonti Rosso, I, 556.

Buondelmonti Zanobi. A lui ed a Cosimo Rucellai dedica il M. i suoi Discorsi, II, 286; III, 49. Uno dei più assidui frequentatori degli Orti Oricellari, III, 46. Ricordato, 410. Il M. dedica a lui ed a Luigi Alamanni la sua Vita di Castruccio, 67, e sua relativa lettera al M., ricordata, ivi, 74. Uno degli interlocutori dell'Arte della Guerra, 75. Si esalta contro il governo dei Medici, 130. Sua proposta di riforma del governo, ricordata, 131, 133. Cospira per uccidere il cardinal Giulio, 135; e scopertasi la congiura, si pone in salvo con la fuga, 136.

Buonvicini fra Domenico da Pescia, discepolo del Savonarola, I, 286 e seg.

Burchiello, III, 182.

Burckhardt Iacopo. Si ricordano e lodano alcune sue opere, II, 5, 12, 80.

Burd Arturo. Sua introduzione al libro del Principe, ricordata, II, 279, 377, 385, 392, 393; III, 95. Altro suo scritto sull'Arte della Guerra, III, 95.

Busini Gio. Battista. Di una sua lettera a proposito del Principe del M., II, 422: e di una sua opinione circa l'Asino d'oro dello stesso autore, III, 176. Di una sua lettera al Varchi relativa alla morte del M., 363, 366, 369.

C

Caen (Balì di), al campo dei Fiorentini contro Pisa, I, 431.

Caffini Giuliano, vicario di Scarperia; lettera dei Dieci a lui, I, 563.

Calco Bartolommeo, segretario di Lodovico il Moro, I, 519, 520.

Caldes Pietro o Pierotto, cameriere d'Alessandro VI, ucciso dal Valentino, I, 274.

Callisto III, I, 65, 76.

Cambi Giovanni. Sue Istorie, ricordate, III, 199.

Cambray (Lega di) contro i Veneziani. Se ne veggono i germi nei dispacci d'Antonio Giustinian e del M. oratori a Roma, fino dall'elezione di Giulio II, I, 452, 458. Conclusa, II, 107.

Cambray (Trattato di) tra il Re di Spagna l'Imperatore e Francesco I, III, 15.

Camerino (Stato di). Occupato dal Valentino, I, 381. Ricuperato da Giovan Maria da Varano, 385; III, 128.

Cammelli Tommaso, detto Il Pistoia, e la sua poesia popolare, I, 220, 335.

Campanella Tommaso, avversario del M., II, 433.

Canacci Giovanni, II, 530.

Canello U. A. Parla molto del M. nella sua Storia della letteratura italiana, II, 495.

Canestrini Giuseppe. Dei suoi Scritti inediti di N. M., I, 327, 330; II, 52; e dei suoi Documenti sulla Milizia fiorentina, I, 507; II, 52; III, 434.

Canigiani Alberto, III, 395, 396, 399.

Canigiani Antonio. - Ved. Martelli Braccio.

Canigiani Domenico, oratore in Spagna, III, 450, 463.

Canossa Lodovico, vescovo di Tricarico, nunzio del Papa presso Francesco I, III, 11. Nunzio a Venezia, 302, 329; sua lettera a Francesco Vettori, 431.

Capella. - Ved. Capra Galeazzo.

Capitani di Parte Guelfa di Firenze, III, 442.

Capo (Da) Capino, inviato del Papa al Re di Francia, III, 447.

Capponi Agostino. - Ved. Boscoli Pietro Paolo.

Capponi Gino. S'adopra a cacciare Piero Soderini e a rimettere i Medici in Firenze, II, 176.

Capponi Gino di Neri. Suoi Ricordi allegati nel trattato del Reggimento di Firenze del Guicciardini, II, 261. Sua narrazione del Tumulto dei Ciompi, ricordata, III, 199, 251; di cui si vale il M. nella sua Storia, 241; e luoghi di raffronto indicati, 248.

Capponi marchese Gino. Suoi giudizi sul M. nella sua Storia della Repubblica di Firenze, I, x; II, 317, 361; III, 279.

Capponi Neri di Gino, III, 246. Dei Commentari e d'un altro scritto di lui si vale il M. nella sua Storia, 269 e seg. Ricordato, 275.

Capponi Niccolò. Commissario generale nel campo contro Pisa, II, 95. Si duole che il M. non gli scriva, 503. Ricordato in una lettera al M. 521. Gonfaloniere, III, 360, 476.

Capponi Piero, oratore in Francia, I, 242. Si accenna alle sue relazioni con Piero de' Medici, 243, 244. Straccia i capitoli proposti da Carlo VIII, 253. Suo giudizio d'Alessandro VI, 282. Interlocutore nel dialogo del Reggimento di Firenze del Guicciardini, II, 259, 261. Il ritratto di lui, scritto dal M. ricordato, III, 288. Passo a lui relativo nella Storia del Guicciardini, 490.

Capra Galeazzo detto Capella. I suoi Commentarii de rebus gestis pro restitutione Ducis Mediolanensis sono una fonte della Storia del Guicciardini, III, 489, 491.

Capua (Cardinale di), I, 560.

Carafulla, II, 206.

Cardona (da) Raimondo, vicerè di Napoli. Capitano generale della Lega Santa contro Luigi XII, II, 149, 158. Viene col Cardinale de' Medici contro Firenze, e che cosa domandi, 169. Arriva a Prato, 172; e lo prende e pone a sacco, ivi, 173. Crescono le sue pretese contro la Repubblica, 175. Si adopera per pacificare i Medici con Piero Soderini, 550. Entrato in Firenze è menato in Consiglio e fatto sedere nel luogo del Gonfaloniere, 181. Dei suoi accordi con la Repubblica, a proposito del relativo passo nella Storia del Guicciardini, III, 494. Lascia Firenze e Prato, II, 184. Occupa Parma e Piacenza, III, 8; ed altre sue fazioni di guerra, 9, 12. Va verso Napoli, 13.

Carducci Baldassarre. Ambasciatore a Raimondo di Cardona; sua lettera citata, II, 169. Oratore al campo del Cardona e del Cardinale de' Medici, 550.

Carli Plinio. Suoi lavori sul M. citati, III, 287.

Carlo I d'Angiò e suoi successori nel regno di Napoli, I, 74.

Carlo (Arciduca). Fa alleanza con Francesco I re di Francia, III, 11; che gli promette in moglie la figliuola, 14. Succede al trono di Spagna dopo la morte di Ferdinando d'Aragona, ivi. Entra nel trattato di Cambray, 15. Gara tra esso e Francesco I per la successione all'Impero, 24. Suo trattato d'accordo con Leone X, ricordato, ivi. Eletto imperatore. - Ved. Carlo V.

Carlo V, imperatore. - Ved. Carlo Arciduca. - Gli è dedicato da Agostino Nifo il suo libro De regnandi peritia, II, 417. Studia il Principe del M., 427; e sua ammirazione per esso, 436, 443. Eletto all'Impero, III, 24. Accordo da lui firmato con Leone X, 25, 27. Suo esercito contro Francesco I in Italia, 27. S'insignorisce di Milano, 28. Ricordato, 110. Sua strapotenza dopo la vittoria di Pavia, 299; e suoi accordi con gli avversari, 300. Delle pratiche d'una lega italiana con la Francia contro di lui, 301 e seg., e relative lettere del Marchese di Pescara a lui, ricordate; e brani d'alcune di esse, 306 e seg. Giudizi del Guicciardini circa i suoi disegni ed imprese, 321; e circa i possibili accordi tra lui e il Re di Francia, 335; e delle voci di questi accordi, ivi e seg. Ricordato in lettera del M. al Guicciardini, 338. Cerca accordarsi col Papa, 341; e sua tregua con esso, 342, 346. Progressi e stato del suo esercito, 350. Sua nuova tregua col Papa, 353. Ricordato in lettere di Roberto Acciaiuoli oratore in Francia, 445 e seg. passim. Disegni che gli si attribuiscono contro Francesco I e i suoi collegati, 456 e seg. Si accenna a pratiche di pace tra i collegati e lui, 463 e seg.

Carlo VIII, re di Francia. Che cosa pensi e scriva poco innanzi alla sua venuta in Italia un ambasciatore veneto in Francia, I, 240; e che cosa pensino e scrivano di quella venuta gli oratori fiorentini a Napoli, 241; in Francia, ivi, 242; a Milano, 243, 519; a Venezia, 243. Che cosa ne pensi e scriva il Re di Napoli, 244 e seg. Sua venuta in Italia, 249 e seg.; e in Firenze, e suoi accordi colla Repubblica, 252. Entra in Roma e in Napoli, 253, 254. Torna in Francia, 256. Muore, 258, 286. Si fa umile innanzi al Savonarola, ambasciatore dei Fiorentini a lui, 277, 278. Ricordato dal M. nel Principe, II, 387, 617; e nei Frammenti storici, III, 287. Del racconto della sua venuta in Italia nella Storia del Guicciardini, 490.

Carmagnola Francesco. Ricordato nell'Arte della guerra del M., III, 97.

Carnesecchi Pierantonio, commissario in Maremma, I, 485, 486, 490; e lettere scrittegli dai Dieci, 618, 622.

Carnesecchi Piero, III, 363.

Carpi. Vi va ambasciatore il M. a un Capitolo generale dei Minori, III, 124.

Carraresi, signori di Padova, I, 51, 54.

Carvaial Bernardino, cardinale di S. Croce. Mandato dal Papa all'imperatore Massimiliano, II, 53.

Casavecchia (da) Filippo. Sue lettere al M., II, 106, 500, 520. Vede per il primo il Principe del M., 270, 373; che con lui ragiona d'indirizzare quel libro a Giuliano de' Medici, 374. Va a Roma e parla di ciò con Francesco Vettori, 375. Ricordato nelle lettere del Vettori al M., 529, 560 e seg.

Cascina. Presa dai Fiorentini, I, 327.

Casentino. Si accenna a un tumulto ivi successo, I, 630.

Castellani Ciango. Lascia le ragioni del patronato di una pieve ai Machiavelli, I, 531.

Castello (da) Cerbone, I, 332.

Castiglione (da) Baldassarre. Accenno al suo Cortigiano, I, 228. Gli è attribuita una Relazione scritta da Raffaello da Urbino, III, 35. Nunzio del Papa all'Imperatore; lettera di Roberto Acciaiuoli oratore in Francia a lui, 463.

Castiglione (da) Bastiano. Uno dei capi della milizia fiorentina ideata dal M., I, 629, 632.

Castrocaro (di) Feragano, II, 514, 515.

Catasto (Legge del) in Firenze, I, 39; III, 260.

Catucci Lorenzo. Di una sua domanda per ottenere il beneficio dello stato, I, 319.

Cavalcanti Bartolommeo, traduttore di Polibio, I, 534.

Cavalcanti Giovanni, accademico platonico. Esposizione di un suo commento ad un passo del Simposio, I, 174. Delle sue Istorie Fiorentine, e della loro pubblicazione; e come e quanto se ne valga il M. nella sua Storia, III, 254 e seg., 269. Raffronti tra i due storici, 257 e seg. Dove terminino le sue Storie, 272.

Cavalcanti Luca, I, 628.

Cavour (Cammillo di). Si cita un suo giudizio di paragone tra il M. e il Guicciardini, II, 360.

Cazzuola (Compagnia della) in Firenze, III, 168, 333.

Cei Francesco, I, 558.

Cenami Bartolommeo e Micheli Buonaventura, lucchesi. Sotto loro nome alcuni mercanti fiorentini hanno un credito con Michele Guinigi di Lucca, III, 406 e seg.

Centurioni Iacopo, mercante genovese, III, 401, 402.

Ceri (da) Renzo (Lorenzo Orsini), I, 623. Mandato dal Cardinal Soderini a mutare il governo in Siena, III, 134; torna indietro, 135. Si tratta di condurlo agli stipendi della Lega contro Carlo V, 459, 471.

Cerignola, III, 108.

Cerretani Bartolommeo. Suo giudizio sul M., I, 387. Sua Storia ms. citata, II, 60 e seg. Ricordato, 122.

Certaldo (Vicario di). Lettera dei Procuratori delle mura di Firenze a lui, ricordata, III, 438.

Certosa (Abate della) presso Firenze. Gli è ordinato dai Procuratori delle mura di Firenze di far tagliare stipa in un suo bosco, III, 443.

Cervia, terra dei Veneziani, agognata da Leone X, III, 4.

Cesari Antonio. Raffronti della sua traduzione dell'Andria di Terenzio con la traduzione del M., III, 171.

Cesena, II, 163. Ricordata dal M. nel Principe, 382, 608.

Cesena (Vescovo di). Fatto imprigionare da Alessandro VI, I, 416.

Châteaubriand (Contessa di), sorella di Odetto di Foix, III, 27.

Châtillon, II, 153. Riman ferito in un tumulto successo in Pisa, 155.

Chaumont (Signore di). - Ved. Amboise (d') Carlo.

Chiala Valentino, ufficiale nell'esercito italiano, consultato e citato dall'autore di quest'opera intorno all'Arte della guerra del M., III, 78 e seg. pass.

Chiusi (Vescovo di). Muore, I, 417.

Christ Gio. Federico. Si ricorda e cita un suo scritto De Nicolao Machiavelli libri tres, II, 85, 414, 425, 431.

Ciacchi Iacopo, I, 633.

Cibo Franceschetto, I, 71, 72. Sposa Maddalena di Lorenzo de' Medici, ivi, 189. Vende due suoi feudi a Gentile Virginio Orsini, 235, 236.

Cibo Innocenzo. Creato cardinale, III, 5, Ricordato, 32, 357, 484.

Citerna (da) Agnolo. Lettera dei Nove della Milizia a lui, II, 507.

Clemente, gesuita spagnuolo. Sua opera contro il M., ricordata, II, 426.

Clemente VII. - Ved. Medici Giulio, cardinale. - Ricordato, II, 417, 422. Non si offende della libertà con cui il M. giudica i Papi nelle sue Storie, III, 213. Sua elezione, e suo carattere e qualità, 294, 296. Manda a governare Firenze in nome dei Medici il Cardinal Passerini, 297. Esita a scoprirsi tra Francia e Spagna, 298, 300. Accetta e promuove una proposta di una lega italiana con la Francia contro Carlo V, 301 e seg. Sua prigionia in Castel Sant'Angelo ricordata, 315. Il Guicciardini prevede quello che gli avverrà nella lotta con l'Imperatore, 322. Accorda un sussidio al M. per continuare le Storie, 324. Persuaso dal M., pensa all'istituzione d'una milizia nazionale nei suoi Stati, 325, 326; e manda perciò il M. a F. Guicciardini con un suo breve, ivi, 429; poi abbandona l'impresa, 327. Ricordato, 331. Respinge una proposta del M. di armare Giovanni delle Bande nere contro ogni possibile assalto degl'Imperiali, 337. Tratta col M. di fortificar le mura di Firenze, e come intenda fortificarle, ivi e seg.; e relative lettere dei Procuratori delle mura all'oratore fiorentino presso di lui, 434 e seg. Insulto dei Colonnesi contro di lui, 341, 466, 467, 469. Lettere di Roberto Acciaiuoli, suo oratore in Francia, a vari, 445 e seg. Respinge, poi conclude per forza, una tregua coll'Imperatore, 341, 342, 346, 470. Non sa decidersi nè alla pace nè alla guerra, 350. Nuova tregua tra lui e l'Imperatore, 353. Chiuso in Castel Sant'Angelo, 359 e seg.

Cognac (Lega di), III, 341. Suo esercito, 346. Notizie di essa nelle lettere di Roberto Acciaiuoli oratore in Francia, 447 e seg. passim.

Colle (da) ser Antonio, I, 574.

Collenuccio Pandolfo. La sua Storia è una delle fonti del Guicciardini, III, 492.

Colleone Bartolommeo. Vita di lui, ricordata, III, 279.

Colombino, I, 469, 609.

Colombo Cesare, corrispondente in Roma di Francesco Guicciardini presidente in Romagna, III, 319, 325, 327.

Colombo Cristoforo, II, 32.

Colonna famiglia, ricordata dal M. nel Principe, II, 386, 618.

Colonna (Cardinale), nimicissimo di Clemente VII; assalto da lui fatto in Roma, III, 341, 466, 467, 469. Si ritira a Grottaferrata, 342. Ricordato, 346.

Colonna Egidio. Esposizione delle sue dottrine politiche, II, 234. Ricordato dal M. nel Principe, 388.

Colonna Fabrizio. Uno dei comandanti le genti del papa contro i Francesi, II, 142. È alla battaglia di Ravenna, II, 161. Fatto prigioniero, 162. Interlocutore nell'Arte della guerra del M., III, 75; dove espone le dottrine dell'Autore, 87 e seg. pass., 114 e seg.

Colonna Marcantonio. Condotto al soldo dei Fiorentini, I, 468. Vuole alloggiare in Maremma, 612. Vuol venire in Firenze, 615. Ricordato, 623. Si trova a combattere e rompere le genti dell'Alviano, 491, 626. Sposa una nipote di Giulio II, 495. Mandato dai Fiorentini in aiuto al Papa, 500. È nel campo dei Fiorentini contro Pisa, II, 97. D'ordine di Giulio II, tenta di far sollevare Genova contro i Francesi, 125. Non accetta la rafferma della sua condotta co' Fiorentini, 527, 533. Si leva la voce essersi acconciato con la Chiesa, 528, 533; e delle sue imprese contro Genova, 530, 534 e seg. Ricordato, 532. Uno dei comandanti le genti del Papa contro i Francesi, 142. Uno dei comandanti della Lega Santa, 158. È alla guardia di Ravenna, 160.

Colonna Muzio, II, 535.

Colonna Prospero, II, 148. Uno dei comandanti della Lega Santa, 158. Comandante la cavalleria nell'esercito della lega contro Francesco I, III, 12. È proposto al M. di acconciarsi con lui per segretario, 123. È al servizio degli Spagnuoli, ivi.

Commedia dell'Arte e Commedia erudita in Italia, che cosa fossero e come nascessero, III, 139 e seg.

Commines (de) Filippo, Delle sue Memorie, e giudizi intorno ad esso, I, 244, 251. Suo giudizio intorno agli uomini del suo tempo e intorno alle corti italiane, nella sua venuta con Carlo VIII, ivi. Ambasciatore del Re a Venezia, 256.

Compagnie di ventura, III, 79, 86, 88.

Concilio o Conciliabolo di Pisa, adunato a istanza del Re di Francia, II, 146 e seg., 154. Trasferito a Milano, 155. Disdetto dal Re, 221; III, 9.

Concilio Lateranense, indetto da Giulio II contro il Conciliabolo di Pisa, II, 147, 154, 192; III, 9.

Consalvo di Cordova, I, 259, 260. Gli è mandato oratore dai Fiorentini Roberto Acciaiuoli, 486. Manda gente a Piombino per sicurezza di quel signore, ivi, 620, 621. Manda gente a difendere Pisa da un assalto dei Fiorentini, 493. Va incontro al Re di Spagna che viene in Italia, e sue proteste d'amicizia ai Fiorentini, 634. Venuto in diffidenza del Re Cattolico vive ritirato in patria, II, 54. Ricordato nell'Arte della guerra, III, 97; e nel Capitolo della ingratitudine del M., 178.

Consiglio degli Ottanta, I, 280, 281; III, 360.

Consiglio dei Dugento, III, 58, 59, 60.

Consiglio dei Settanta, I, 46; II, 212.

Consiglio Maggiore, I, 279, 281. Il M. vorrebbe ristabilirlo, III, 57, 59, 60. Ristabilito, 360.

Constabili Beltrando, ambasciatore ferrarese in Roma. Sua lettera al Duca di Ferrara, I, 600. Annunzia la morte di Alessandro VI, 443.

Contarini Zaccaria, ambasciatore veneto in Francia; si accenna a un suo ragguaglio sulle condizioni di quel regno, poco innanzi alla venuta di Carlo VIII in Italia, I, 240.

Coppola Francesco, conte di Sarno, I, 77.

Corbinegli Raffaello, III, 444.

Cordova (di) Consalvo. - Ved. Consalvo.

Corella Pietro, conestabile al soldo della Repubblica; sua lettera al M., II, 516.

Coriglia o Coreglia (da) don Michele o Micheletto. Uccide il duca di Bisceglie, I, 274. Mandato dal Valentino contro i congiurati della Magione, 384, 385. È spagnuolo e non veneto, 384. Altra uccisione da lui commessa, 436, 600. Dopo la morte d'Alessandro VI, fa bottino dei suoi denari e robe pel Valentino, 440. Condotto prigione a Firenze, 460. Eletto bargello del contado e comandante la nuova Milizia fiorentina, 509 e seg., 515; II, 51. Licenziato e perchè, 61. Ucciso, 62. Brano di una lettera a lui relativa, e di nuovo della sua nazionalità, ivi, 509; e pagamento di denari fattogli dai Fiorentini, 509. Sue lettere al M., ivi, 515. Quando entrasse al servizio della Repubblica, ivi. Ricordato, 508.

Corio Bernardino, III, 280.

Corneto (da) Adriano, cardinale, I, 438-39, 442.

Corsini Albertaccio. Lettera del M. a lui, ricordata, I, 582. Eletto degli Otto, 593.

Corsini Antonio, II, 514, 515.

Corsini Gherardo di Bertoldo, III, 411. Uno dei cinque Procuratori delle mura di Firenze, III, 435.

Corsini Luigi, II, 526.

Corsini Marietta. Si accenna al suo matrimonio col M., e si difende da quanto fu ingiustamente scritto contro di lei, I, 387. Si duole dell'assenza del marito, 396, 574, 593. Ricordata in lettere di Biagio Buonaccorsi al M., 574, 576, 584, 586, 594. Lettere del M. a lei ricordate, 586, 589. Dà alla luce il primo figliuolo, e sta in gran passione per l'assenza del marito, 605, 606, 608. Ricordata in altre lettere del Buonaccorsi al M., 629, 630; II, 525, 526. Mandata a salutare da Lodovico suo figliuolo, III, 390, 391. Di una sua lettera al marito, 40, 324; e testo di essa lettera, 397; e del suo affetto di moglie e di madre, 41. Ricordata in lettera del marito 392, 395, 396; e in lettere a lui, 399, 410. Fa premure al marito perchè torni da Lucca, 67. Di nuovo delle ingiuste accuse lanciate contro di lei, 197. Sta con i figliuoli in gran paura dell'arrivo dei Lanzichenecchi contro Firenze; il marito manda a rassicurarla, 355, 475. Nuove di lei mandate dal figliuolo Guido al M., 475. Ricordata a proposito del testamento e della morte del M., 366, 367.

Corsini Piero, commissario in campo contro Pisa, muore, I, 546.

Cortona (Cardinale di). - Ved. Passerini Silvio.

Cortona (da) Francesco, II, 524.

Cosenza (Cardinale di). Aderisce al concilio di Pisa contro Giulio II, II, 147, 150; ed è privato delle sue dignità e benefizi, 149.

Cowper (Lord). Promuove e gli è dedicata un'edizione delle Opere del M., III, 371-72.

Cremona, assediata e presa dall'esercito della lega contro Carlo V, III, 343 e seg. passim., 465, 466, 469, 471.

Criaco (messer), I, 597, 619.

Criaco (di messer) Bernardino, I, 597.

Crisolora Emanuele, I, 99, 100, 104, 106.

Cristianesimo e Paganesimo formano, secondo i neoplatonici, una sola cosa col Platonismo, I, 175, 176, 177; II, 196.

Cristina, regina di Svezia. Sue annotazioni al Principe del M., II, 436, 437, 593 e seg.

Crivellucci Amedeo. Si cita un suo lavoro Del governo popolare in Firenze secondo il Guicciardini, II, 290.

Crociata contro il Turco, propugnata da Pio II, I, 66, 67, 68.

Cromwell Tommaso. Studia il Principe del M., 427, 428.

Cusano Niccola, I, 145.

D

D'Ancona Alessandro. Citato a proposito della Calandra del Bibbiena, III, 145.

Da Diacceto Francesco il Nero, uno dei più assidui frequentatori degli Orti Oricellari, III, 46.

Da Diacceto Francesco il Pagonazzo, uno dei più assidui frequentatori degli Orti Oricelliiri, III, 47; e altre notizie di lui, ivi, 48.

Da Diacceto Iacopo. Si esalta contro il governo de' Medici, III, 130; e cospira per uccidere il cardinal Giulio, 135. Decapitato, 136.

Da Diacceto Zanobi. III, 46.

Da Filicaia Antonio, commissario in campo contro Pisa, II, 96.

Da Filicaia Berto, vicario di Pescia; lettera dei Nove della Milizia a lui, II, 506.

Daguet Alessandro. Sua memoria Machiavel et les Suisses, ricordata, II, 66.

D'Aquino (san Tommaso). Esposizione delle sue dottrine politiche, II, 237. Ricordato a proposito del Principe del M., 394.

Da Uzzano Niccolò, III, 257. D'un suo colloquio intorno a Cosimo de' Medici, nelle Storie del Cavalcanti e del M., 261.

D'Avalos Ferdinando, marchese di Pescara. Prigione dei Francesi alla battaglia di Ravenna, II, 162. Ricordato, III, 27, 297. Sua eroica condotta alla battaglia di Pavia, 298 e seg. Sue ire contro il Vicerè di Napoli, 304. Gli è offerto il regno di Napoli, con la direzione di un'impresa italiana contro l'Imperatore, ivi, 305 e seg., 316 e seg. Sue lettere all'Imperatore, ricordate, e brani d'alcune di esse, 306 e seg. Notizia della sua morte, e particola del suo testamento relativa a Girolamo Morone, 313.

Da Vinci Leonardo, II, 11 e seg., 18 e seg., 22, 31; III, 346.

Decima, imposta. Sua istituzione in Firenze, I, 281.

Decima scalata, I, 365.

De Grassi Paride. Suo Diario cit., III, 16.

De Gubernatis Angelo. Citato a proposito della Mandragola del M., III, 147.

De Langres, capitano francese spedito in aiuto de' Fiorentini ad Arezzo, I, 371.

De la Tour d'Auvergne Maddalena, moglie di Lorenzo de' Medici, III, 22. Sua morte, 23.

Del Bello, famiglia, di Firenzuola, II, 511.

Del Bello Achille, II, 511.

Del Bello Francesco, II, 514.

Del Bene, compagnia di banco, II, 571, 574.

Del Bene Piero, amico privato del Valentino, inviato a lui dai Fiorentini, I, 358. Ricordato, II, 566, 571, 573, 574.

Del Bene Tommaso, II, 502.

Del Benino Filippo, II, 574.

Del Benino Neri, III, 392.

Del Caccia Alessandro, III, 350.

Del Corno Donato. Notizie di lui nel carteggio del M. con Francesco Vettori, II, 216, 217, 563-573 passim; III, 429, 431, 433; e in una lettera di Filippo de' Nerli al M., III, 412.

De Leyva Antonio. È alla battaglia di Pavia, III, 297 e seg. Suoi rapporti con Girolamo Morone, 311 e seg. Ricordato, 315, 360.

Del Fiesco Gianluigi, I, 634; II, 528.

Della Casa Francesco. Oratore in Francia poco innanzi alla venuta di Carlo VIII in Italia, che cosa ne pensi e scriva, I, 241. Commissario nel campo contro Pisa, 345. Di nuovo oratore in Francia col M., 347; e sunto delle istruzioni date loro, 348. Scarso salario assegnatogli, 349. S'ammala, 351. Ricordato in lettera di Biagio Buonaccorsi al M., 557.

Della Golfaia Giorgio, II, 513.

Della Mirandola Antonio Maria, I, 526.

Della Mirandola Giovanfrancesco, I, 637.

Della Mirandola Giovanni. - Ved. Pico.

Della Mirandola Lodovico, I, 637.

Della Palla Giovan Battista. Alcune notizie intorno a lui, III, 47. Interlocutore nell'Arte della guerra del M., 75. Congiura contro i Medici, 134, 135. Di una sua lettera al M., relativa alla Mandragola, 148.

Della Porta fra Bartolommeo, II, 10, 21, 22, 31.

Della Robbia Luca Della sua Recitazione del caso di Pietro Paolo Boscoli e di Agostino Capponi, II, 195 e seg.

Della Rovere Francesco Maria. Gli è tolta dal Valentino Sinigaglia, I, 405. Duca d'Urbino, II, 109; comanda le genti di Giulio II contro i Veneziani, ivi; poi contro i Francesi, 126, 141. Sconfitto, 144. Uccide il cardinale Francesco Alidosi, 145; ed è privato d'ufficio dal Papa e sottoposto a un giudizio, ivi; poi assoluto, 148. A lui dedica Polidoro Vergilio il suo libro De Prodigiis, 458. Della guerra mossagli da Leon X, per cui perde lo stato, III, 17 e seg.; che poi ricupera dopo la morte del Papa, 127-28. Sua libreria ricordata, 19. Cerca mutare il governo in Siena, 134. Il cardinal Giulio de' Medici lo conduce ai suoi stipendi, ivi. Capitano dei Veneziani nella lega contro l'Imperatore, 342 e seg.

Della Rovere Giovanni, I, 250, 405; III, 465.

Della Rovere Giuliano, cardinale. Torna a Roma dopo la morte d'Alessandro VI, I, 445. Eletto papa. - Ved. Giulio II.

Della Sassetta Ranieri, soldato di ventura, nemico dei Fiorentini, I, 329, 485, 545. Viene in Firenze al ritorno de' Medici, II, 182.

Della Stufa Giovanni, III, 472, 473.

Della Stufa Luigi e Martelli Ugolino, oratori in Francia; brano di una loro lettera al M., I, 399.

Della Stufa Prinzivalle. Congiura contro la vita del gonfaloniere Soderini, II, 137.

Della Valle ser Antonio. Uno dei coadiutori nella cancelleria dei Dieci, I, 538, 540, 576, 577, 593. Fa un modello d'un «ponte levatoio sopr'Arno», II, 505. Sua lettera al M., 533. Ricordato, III, 286.

Del Morello ser Filippo, II, 526.

Del Nero Bernardo, interlocutore nel dialogo del Reggimento di Firenze del Guicciardini, II, 259 e seg.

Del Nero Francesco. Sua lettera al M., II, 120, 525. Ricordato, 524, 580. Notizie intorno ad esso e alla sua parentela col M., 525, 526. Uno degli Ufficiali dello Studio da' quali ebbe il M. la commissione di scrivere le Storie, III, 120. Lettera del M. a lui intorno a detta commissione, ivi. Lettera di lui al M., 324, 430. Lettera di Filippo de' Nerli a lui relativa al M., 333, 433. Ricordato, 366, 428.

Del Nero Niccolò. Designato oratore al Re di Spagna, I, 632.

Del Nero Piero, I, 584, 635, 637.

Del Papa Antonio di Zanobi, trombetto di don Michele da Coreglia, II, 508.

Del Pugliese Francesco, II, 526.

Del Sarto Andrea. Dà opera agli apparati per la venuta di Leone X in Firenze, III, 16. Dipinge uno scenario per la Mandragola del M., 333.

Del Seppia Miniato, II, 509.

Del Tovaglia Masino, II, 502.

Del Verrocchio Andrea, II, 11.

Derôme. Suo giudizio intorno al M., II, 428.

De Sanctis Francesco. Come discorra del M. nella sua Storia della letteratura italiana, e critica dei suoi giudizi, II, 482 e seg.

De Scruciatis o Scruciato Giulio, napoletano. Il M. scrive in suo favore, I, 354; e altre notizie di lui, ivi.

De Spiritibus Andrea. Fatto imprigionare da Alessandro VI, I, 416:

D'Este, famiglia, I, 159.

D'Este Alfonso. - Ved. Alfonso I d'Este.

D'Este Beatrice, moglie di Lodovico il Moro, I, 230.

D'Este Eleonora. - Ved. Aragona (d') Eleonora.

D'Este Ercole. - Ved. Ercole d'Este.

D'Este Ferrante, II, 34, 35.

D'Este Giulio, II, 35.

D'Este Ippolito, cardinale. Fugge da Roma, I, 418. Fa trarre gli occhi a don Giulio suo fratello, II, 34, 35.

Deti Ormannozzo, II, 550.

De Vesc Etienne. - Ved. Beaucaire.

Diaccetino (Il), uno dei principali frequentatori degli Orti Oricellari, III, 47.

Diamante (Compagnia del), II, 187.

Dieci di balìa. Della loro cancelleria, I, 306, 540, 583. Loro balìa e loro abusi, 318. Se ne sospende la elezione, poi si rieleggono, 319, 334, 353, 356. Loro lettere a Paolo Vitelli, 542; ai Commissari fiorentini presso di lui, 543, 546; a un Vicario di Scarperia, 563; ad Antonio Giacomini, 564 e seg.; a Pier Soderini, 569; a Piero Ardinghelli commissario al Borgo San Sepolcro, 594; ai Commissari nel campo contro Pisa, 596, 599; al Commissario di Castrocaro, 602; ad Antonio Giacomini, e a Tommaso Tosinghi commissario contro Pisa, 609 e seg.; a Giampaolo Baglioni, 616; al Capitano di Livorno, 617; a Pierantonio Carnesecchi commissario in Maremma, 618, 622; ad Ercole Bentivoglio governatore nel campo contro Pisa, 620; ad Antonio Giacomini commissario contro Pisa, 624; a Giovambatista Bartolini, II, 508. Sono loro sostituiti gli Otto di pratica, 209; III, 58. Ristabiliti, 360, 364. Deliberazione con cui eleggono Donato Giannotti in loro segretario, 476; e loro stanziamenti di salario a favore d'esso Giannotti e di Francesco Tarugi suo predecessore, 477.

Dijon (Balì di), I, 566.

Dioscoride. Sua opera Ars medica tradotta da Marcello Adriani, I, 309.

Doffi Iacopo. Sunto del rapporto di una sua legazione all'Imperatore, I, 631, 632. Ricordato, III, 409.

Donati G. B., veneto. Sopruso da lui fatto ad alcuni mercanti fiorentini in mare, III, 328.

Donati Onesta d'Amerigo, nella Novella di Belfagor del M., III, 195.

Doni Antonfrancesco, ricordato a proposito della Novella di Belfagor del M., III, 198.

Doria Andrea, I, 405. Ammiraglio delle navi pontificie, III, 343, 345, 348, 361. A lui va con un'ambasciata il M., 361.

D'Ovidio Francesco. Sua opinione intorno al Dialogo sulla lingua del M., III, 184.

Dovizi Bernardo e Piero. - Ved. Bibbiena (da) Bernardo e Piero.

Dschem. - Ved. Gemme.

Dubois Pietro, II, 236.

Dubreton Jean. Della sua opera La disgrâce de Nicolas Machiavel, III, vi e seg.

Duca d'Atene. Ricordato nelle Considerazioni del Guicciardini sui Discorsi del M., II, 356. Vi si ferma a lungo il M. nelle sue Storie, e perchè, III, 235 e seg., 244, 245.

Duplessis, signore di Courçon, inviato di Luigi XII al campo dei Fiorentini contro Pisa, I, 346.

Durero Alberto, III, 113.

E

Elba. Vi va il Valentino sopra le navi del Papa, I, 361.

Ellinger Giorgio. Sua opera intorno al M. ricordata, II, 278, 287, 317, 377. Di nuovo ricordato a proposito del Principe del M., 410-11.

Elna (Cardinale d'). - Ved. Loris Francesco.

Enrico III, re di Francia, II, 425. Alla sua morte ha indosso il libro del Principe del M., 428-29.

Enrico IV, re di Francia. Alla sua morte ha indosso il libro del Principe del M., II, 429.

Enrico VII, re d'Inghilterra, I, 637.

Enrico VIII, re d'Inghilterra. Considerazioni intorno ad esso nella corrispondenza del M. con Francesco Vettori, II, 224, 229, 231; III, 416 e seg. Sua lega con l'Imperatore, indi col re di Francia e col Papa, ricordata, III, 9. Rinnuova l'alleanza col Re di Francia, 11. Ricordato in lettere di Roberto Acciaiuoli oratore in Francia, 450, 453, 460, 461, 471.

Ercole d'Este, duca di Ferrara. Mediatore di pace tra Firenze, Pisa e Venezia, I, 317.

Eruditi italiani. Fonti per la storia di essi nel secolo XV, I, 94. Dei loro scritti politici, II, 245.

Eugenio IV, I, 63.

Ezzelino da Romano, II, 329.

F

Faccenda Matteo, II, 513, 514.

Faenza. Presa dai Veneziani, I, 457. Ricordata dal M. nel Principe, II, 381.

Farnese (Cardinale), I, 601.

Farnese Giulia. Dei suoi amori col cardinale Roderigo Borgia poi Alessandro VI, I, 234, 236, 238, 253, 264.

Fazio Bartolommeo, I, 154, 156.

Federigo d'Aragona, re di Napoli. Sua incoronazione, I, 266. Si rifiuta di dare una sua figlia in moglie a Cesare Borgia, ivi, 268. Di un colloquio d'un suo agente con papa Alessandro VI, 537. Perde lo Stato; sua morte ed estinzione della sua casa, 363.

Federigo II, re di Prussia. Di un suo libro contro il Principe del M., II, 437, di cui poi segue le dottrine nella sua politica, 438; e ragioni di tale contradizione, 439 e seg.

Feltre (da) Vittorino, I, 160, 161.

Ferdinando il Cattolico, re di Spagna. Entra in una lega contro Carlo VIII, I, 256. È atteso a Piombino, 632; e ambasciatori che disegnano mandargli i Fiorentini, ivi, 633. Ancora della sua venuta in Italia, 636. Accenni alla sua politica dopo la morte d'Isabella sua moglie, II, 54. Ricordato, 57. I Fiorentini si obbligano di pagargli cinquantamila ducati, 94. Entra nella lega di Cambray, 107 e seg. Manda genti in Puglia, 503. Voci di un accordo tra esso e il Papa contro la Francia, 531; che poi si effettua, 148-49. Ricordato, 156. Suo esercito in Italia, 158 e seg. Sua tregua col Re di Francia, 220; e giudizi e considerazioni su lui e su detta tregua nella corrispondenza del M. con Francesco Vettori, 223 e seg.; III, 414. Considerazioni e giudizi intorno a lui e al suo governo nella Relazione di Spagna del Guicciardini, II, 249 e seg. Ricordato a proposito dei Discorsi del M., 329; e nel suo libro del Principe, 387, 393, 400, 601, e a proposito del Principe, 425. Sua lega con l'Imperatore e col Papa, ricordata, III, 11. Ricordo della sua morte, 14.

Ferdinando I d'Aragona, re di Napoli, I, 76. Si accenna alle sue lettere politiche, come documento di lingua, 206. Si spaventa dell'elezione d'Alessandro VI, 234. Odiato dal Papa, e perchè, ivi, 235. Brani e sunti di sue lettere, relative alla prossima venuta di Carlo VIII in Italia, 244 e seg. Muore, 249. Ricordato a proposito dei Discorsi del M., II, 329.

Ferdinando II d'Aragona, re di Napoli. - Ved. Aragona (d') Ferdinando.

Fermo, ricordata dal M. nel Principe, II, 385.

Fermo (da) Oliverotto. Imprigionato e fatto strangolare dal Valentino, I, 406, 407. Di lui parla il M. nel Principe specialmente a proposito del suo tradimento per impadronirsi di Fermo, 407; II, 385, 612.

Ferrara. Sotto gli Estensi nel secolo XVI l'arti e le lettere vi fioriscono, I, 158, 159. Le lettere in essa e la sua corte al principio del secolo XVI, II, 33 e seg. Ricordata a proposito del Principe del M., 367. Leone X agogna alla sua signoria, III, 23. Il Teatro in essa nel secolo XV, 142. Ricordati i suoi scrittori nel Dialogo sulla lingua del M., 188.

Ferrara (Duca di). - Ved. Ercole d'Este e Alfonso I d'Este.

Ferrari Battista, cardinale e datario apostolico. Sua morte, I, 381.

Ferrari Giuseppe. Citato a proposito del Principe del M., II, 418.

Ferroni (dottor) autore dell'iscrizione per il monumento a M. in Santa Croce, III, 372.

Feuerlin Emilio. Di un suo scritto sul M., II, 479.

Ficino Marsilio, I, 168 e seg. Esame delle sue opere e delle sue dottrine, 177 e seg.; che si spargono anche fuori d'Italia, 182. Una sua nipote sposa Biagio Buonaccorsi, 326.

Filelfo Francesco, I, 111. Ricercato da Niccolò V per la traduzione d'Omero, 125, 152. Cenni della sua vita e delle sue opere, 148 e seg. Porta da Costantinopoli in Italia la Politica d'Aristotele, II, 285.

Filippo II, re di Spagna, II, 425.

Filippo il Bello, re di Francia, II, 234, 235.

Filonardi Ennio, nunzio apostolico in Isvizzera; lettera di Clemente VII a lui ricordata, III, 301.

Fiorentini. Si ribellano a Piero de' Medici, e loro accordi con Carlo VIII, I, 252, 253, 257. Loro guerra con Pisa ribellata, ved. Pisani. Loro trattato e relazioni con Luigi XII re di Francia, 337, 339 e seg. Mandano oratori al Re di Francia, 347. Loro provvedimenti contro il Valentino in Toscana, e condotta che stipulano con lui, 358 e seg. Loro nuovo trattato col Re di Francia, 365. Richiesti d'aiuti dai congiurati contro il Valentino, si rifiutano, 386. Richiesti, mandano un oratore al Papa, e il M. al Valentino, ivi, 387. Chiedono e ottengono dal Valentino un salvacondotto pei loro mercanti, 389, 392. Richiesti d'alleanza dal Valentino, temporeggiano, 391 e seg., 429. Loro provvedimenti contro i Borgia, 449 e seg., 595; e contro l'ingrandirsi dei Veneziani, 448 e seg. Negano un salvacondotto al Valentino, 456. Sono in pericolo dopo la rotta dei Francesi al Garigliano, 464. Inclusi in una tregua tra Francia e Spagna, 466. Condotte di capitani da essi fatte, 468. Dei loro inutili tentativi di deviare il fiume Arno da Pisa, 468 e seg., 609 e seg. Loro apparecchi per difendersi dall'Alviano e da altri nemici, 484 e seg., 488 e seg. Danno una rotta all'Alviano, 491-92. Assaltano Pisa e son respinti, 493. Richiesti d'aiuti da Giulio II, 496; glieli mandano, e altri favori prestatigli nell'impresa di Bologna, 500. Loro incertezze tra Francia e Impero nella passata di Massimiliano I in Italia, II, 60 e seg. Non pagano nulla dei denari che voleva da essi l'Imperatore, 73. Si obbligano di pagare grandi somme di denari ai Re di Francia e di Spagna, 94. Fanno un trattato coll'Imperatore, 114. Il Re di Francia vuole che si dichiarino per una parte nella guerra tra lui e il Papa, 126 e seg. Negano il passo a gente del Papa che voleva andare all'impresa di Genova contro il Re di Francia, 533. Loro lega coi Senesi, 141. Si temporeggiano tra il Re di Francia ed il Papa, in occasione del Concilio di Pisa, 146 e seg. Interdetti dal Papa, 148. Deliberano d'imporre una tassa sui preti, 151-52. Sospeso l'interdetto contro di loro, 154. Cercano di mantenersi neutrali tra il Re di Francia ed il Papa, 157. Ritiratisi i Francesi dopo la battaglia di Ravenna, si trovano a mal partito, 164. Si accingono a resistere a Raimondo di Cardona e al Cardinale de' Medici, 170 e seg.; e dei loro accordi con essi, 178; e del passo relativo a detti accordi nella Storia del Guicciardini, III, 494. Si rallegrano dell'elezione di Leone X, II, 193; e gli mandano una solenne ambasceria, 206. Ricordati nei Discorsi del M., 309, 316, 323, 334; e nel Principe, 390, 400, 617. Mandano genti nell'esercito della lega contro Francesco I, III, 12. Spesa che incontrano per la guerra fatta da Leone X al Duca d'Urbino, e come siano compensati, 19, 20. Hanno gente nell'esercito del Papa collegato con Carlo V, 27; ma a malincuore combattono contro la Francia, ivi. Perdono San Leo e il piviere di Sestino, stati loro dati da Leone X, 128. Ricordati i loro scrittori nel Dialogo sulla lingua del M., 184 e seg. Debbono pagare centomila ducati all'Imperatore, 300. Entrano in una lega contro Carlo V, 341. Loro preoccupazioni per i progressi degl'Imperiali, 344 e seg. Loro promessa di denari a Clemente VII ove concluda un accordo stabile con Carlo V, 350. Lettere di Roberto Acciaiuoli loro oratore in Francia, 445. Raccolgono denari da mandare al Borbone, 356. Si sollevano contro il cardinal Passerini ed i Medici, ivi, 357; e li cacciano, 359.

Fiorentino prof. Francesco. Di un suo scritto Del Principe del Machiavelli e di un libro di Agostino Nifo, II, 418.

Fiorini Vittorio. Sua prefazione ai primi tre libri delle Storie Fiorentine del M., citata, III, 206, 287.

Firenze, sotto il governo delle Arti maggiori e minori, I, 37; e ai tempi di Cosimo e di Lorenzo de' Medici, 40, 43, 44. Paragone tra la sua storia e quella di Venezia, 48. Gli Eruditi in essa nel secolo XV e delle loro riunioni, 94 e seg. Nomi di Segretari della Repubblica, 100. Del suo pubblico Studio, e dell'insegnamento in esso del greco, 104, 105. Paragone tra gli ambasciatori suoi e quelli di Venezia, 240. Della riforma del suo governo per opera principalmente del Savonarola, 278 e seg. Nuove riforme nel suo governo, 375 e seg. Necessità e difficoltà di raccogliervi denari, e nuove imposte che si deliberano, 424 e seg.; e di un Discorso scritto dal M. in quell'occasione, 426 e seg. Come si trovi dopo il sacco di Prato, II, 175. Mutazione del suo governo dopo la cacciata del Soderini, 178; e riforme al ritorno dei Medici, 181 e seg., 553; e loro governo, 206 e seg. Si parla di un Discorso del Guicciardini circa il riordinarne e rafforzarne il governo, 253; e di un altro circa le condizioni dei partiti nella città e il modo di assicurarvi lo stato dei Medici, 257. Altre idee sul suo governo nel Reggimento di Firenze del Guicciardini, 258 e seg. Ricordato il suo governo repubblicano nei Discorsi del M., 307, 324: e nelle Considerazioni del Guicciardini su di essi, 355. Ricordata a proposito del Principe del M., 387. Feste che vi si fanno per la venuta di Leone X, III, 15; e per il matrimonio di Lorenzo duca d'Urbino, ricordate, 22. Ancora dei Discorsi del Guicciardini circa il suo governo, 51; e del Discorso del M. sopra il riformare il suo Stato, ecc., 55. Ben governata dal cardinal Giulio de' Medici, 129. Altra proposta del M. per riformarne il governo, 130, 131. Ricordata nel Dialogo sulla lingua del M., 184. Del paragone tra le nimicizie che furono in essa e in Roma tra il popolo ed i nobili, fatto dal M. nelle Storie e nei Discorsi, 242, 243. Viene a governarla il cardinale Passerini, 296. Si provvede di fortificarne le mura; e disegni e progetti relativi, 337 e seg., 356, 434 e seg. Il Guicciardini pensa di difenderla da ogni possibile assalto degl'Imperiali, 351. Tumulti che vi accadono, 357; si esamina un passo della Storia del Guicciardini relativo al primo di essi, 484. Vi è di nuovo proclamata la repubblica, 360; e di nuovo si pensa a rafforzarla e difenderla, ivi.

Firenze (Capitano del Popolo di). Abolito, I, 376. Ricordata la sua istituzione, III, 233.

Firenze (Potestà di). Abolito, I, 376. Ricordata la sua istituzione, III, 233.

Flaminio, poeta, ricordato, II, 458.

Florido, segretario dei brevi d'Alessandro VI. È carcerato e muore, I, 266.

Fogliani Giovanni, I, 407. Ricordato dal M. nel Principe, II, 385, 611.

Foix (di) Gastone. Comandante l'esercito francese nella guerra contro Giulio II, II, 143. Governatore di Milano, 150, 153, 156. Sue fazioni militari, 157 e seg. Sua morte, 162.

Foix (di) Odetto, signore di Lautrech, II, 153, 155. Governatore di Milano per Francesco I, aiuta Francesco Maria della Rovere a ricuperare il suo Stato, III, 18. Ha il comando dell'esercito francese in Italia contro Carlo V, 27. Conferisce con Roberto Acciaiuoli oratore in Francia, 453, 454. Il Re di Francia gli commette di rompere la guerra all'Imperatore, 462.

Folchi Giovanni. Compromesso nella congiura del Boscoli e del Capponi contro i Medici, II, 198; e imprigionato, ivi, 554, 555. A lui indirizza il M. il suo Capitolo dell'Ingratitudine, III, 177.

Forlì. I Fiorentini pensano d'impadronirsene, I, 448. Vi entra Antonio degli Ordelaffi, e successivi rapporti dei Fiorentini coi Forlivesi, ivi, 603. S'arrende ai Francesi, II, 163. Notizie intorno ad essa durante la presidenza del Guicciardini in Romagna, III, 320, 321.

Fornaciaio. - Ved. Iacopo di Filippo.

Fornuovo (Battaglia di), I, 256. Nell'anniversario di essa Isabella Gonzaga fa celebrare un ufficio per le anime dei «valorosi» che «persero la vita per salvare Italia», 383. Un libro che comincia dalla narrazione di essa, ricordato, III, 492.

Fortebracci Niccolò, III, 267.

Foscari Francesco, I, 55.

Foscari Iacopo, I, 55.

Foscolo Ugo. Esalta il M., II, 449.

Fossi Ferdinando, editore d'opere inedite del M., III, 371.

Francesco I, re di Francia. Succede a Luigi XII, III, 10. Suoi disegni e alleanze, suo esercito e sue imprese in Italia, ivi e seg. Suo trattato con Leone X in Bologna, 15 e seg. Gara tra esso e Carlo V per la successione all'Impero, 24. Il Papa vuol fermare con lui un accordo, che non riesce, ivi. Condizione del suo esercito paragonato a quello di Carlo V, 27. Torna in Italia, 297. È sconfitto alla battaglia di Pavia, e vi riman prigioniero, 298, 299; di una sua lettera alla madre, 299. Chiede di abboccarsi con Carlo V, 304. Delle voci d'accordo tra Francia e Spagna, per la sua liberazione, 335 e seg. Ricordato in una lettera del M. al Guicciardini, 338. Sua lega col Papa e con altri stati italiani, 341. Lettere di Roberto Acciaiuoli oratore presso di lui, 445 e seg. Si accenna a pratiche di pace tra lui, i suoi collegati e Carlo V, 463 e seg.

Francesi. Della loro venuta in Italia con Carlo VIII, I, 239 e seg. Come attenuti da essi i patti giurati ai Fiorentini da Carlo VIII, 257; e da Luigi XII, 337, 339, 340 e seg. Accenni alle guerre tra essi e gli Spagnuoli nel napoletano, 257, 258, 361, 363, 432, 437, 438, 464, 466, 495. Passaggio di un loro esercito per la Toscana, 361. Loro aiuti ai Fiorentini, 370, 371, 565, 566. Ve ne sono nell'esercito dell'Imperatore all'assedio di Padova, II, 113. Loro imprese contro Giulio II e la Lega Santa, 141 e seg. Vincono alla battaglia di Ravenna, 160 e seg.; poi inseguiti si ritirano, 163. Ricordati dal M. nel Principe, 379, 381, 610. Battuti dagli Svizzeri, poi dalle genti del Re d'Inghilterra e dell'Imperatore, III, 9. Vincono alla battaglia di Marignano, 12. Condizioni del loro esercito in confronto di quello di Carlo V, 27. Ricordati dal M. nell'Arte della guerra, 97, 109. Ancora della guerra tra essi e gli Spagnuoli, 297; dai quali sono disfatti alla battaglia di Pavia, 298. Delle pratiche di una lega tra essi e l'Italia contro Carlo V, 301 e seg. Non danno aiuti che di parole, 309, 311; e come li giudichi il Guicciardini, 321. Si esamina un passo della Storia del Guicciardini relativo a un assalto da essi dato a Reggio d'Emilia, 486.

Francia. Si accenna alle sue condizioni innanzi alla venuta di Carlo VIII in Italia, I, 240-41. Ricordata, 502. Dei Ritratti delle cose di quel paese, del M., II, 86 e seg. Ricordata dal M. nei Discorsi, 306, 316, 318, 321, 329; e nelle Considerazioni del Guicciardini su di essi, 359, 360; e nel Principe del M., 383, 399, 400, 404, 601, 602, 603, 608; e nell'Arte della guerra, III, 91, 92.

Franck A. Suo giudizio intorno al M., II, 452.

Franco Matteo, I, 219.

Fregoso Ottaviano. Ricordato dal M. nei suoi Discorsi, II, 322; e in una lettera di Pier Soderini, 528. Doge di Genova, s'accorda di nascosto colla Francia contro Leone X, III, 12.

Frundsberg, capitano di Lanzichenecchi nell'esercito di Carlo V. Sua eroica condotta alla battaglia di Pavia, III, 299. Vuol andare a Roma contro Clemente VII, 342. È nel bresciano, 348. Della sua morte, 352.

Fulvio Andrea, antiquario, III, 35.

G

Gabrielli Pietro, I, 605.

Gaddi (Banco dei). Debito lasciato con essi da Leone X, III, 36.

Gaddi (Monsignor). Gli è dedicata un'edizione del Principe del M., II, 419, 420.

Gambacorti Piero, I, 545. Del processo fattogli in Firenze, 333.

Gargani Gargano. Sua edizione della Novella di Belfagor del M., ricordata, III, 198.

Garigliano (Rotta del), I, 464.

Gaspary A. Suo articolo sugli ultimi critici del M., II, 487. Crede all'autenticità del Dialogo sulla lingua del M., III, 184, 188.

Gaza Teodoro, I, 125, 167.

Gelli Giovan Battista. Della sua commedia La Sporta, composta su abbozzi e frammenti del M., III, 171; e della imitazione del M., in altre sue Commedie, ivi, 172.

Gemme (Dschem), fratello di Baiazet sultano di Costantinopoli. Sua venuta e dimora in Roma, I, 71, 72, 239. Di un'anticipazione di denari chiesta da Alessandro VI al Sultano per la sua custodia, 250. Accompagna Carlo VIII nel suo viaggio a Napoli, dove muore, 254; e delle cagioni della sua morte, ivi.

Genova, I, 634. Aiuta i Pisani nella guerra contro Firenze, II, 95. Ricordata nei Discorsi del M., 316, 322. «Sospesa e sollevata» dopo la morte di Gianluigi del Fiesco, 528. Giulio II vuol farla ribellare al Re di Francia, 125, 530, 533 e seg. Viaggio fattovi dal M., III, 43, 401. Accenni all'impresa disegnata contro di essa dalla lega contro Carlo V, 450, 465, 471, 473.

Gentile Alberigo. Scrive favorevolmente del M., II, 447.

Gentile Giovanni. Sua opera Delle commedie di A. Grazzini detto il Lasca, cit., III, 167.

Gentillet Innocenzo. Di un suo libro contro il M., II, 430.

Gerber Adolph. Sua opera sul M., ricordata o citata, III, v, 416.

Germania. Vi trovano gran favore le dottrine professate dal Ficino e dai platonici di Firenze, I, 182. Ricordata, 502; II, 236; III, 481. Degli scritti del M. intorno ad essa, II, 76 e seg. Ricordata dal M. nei suoi Discorsi, 306; e nel Principe, 404, 616. Vi si comincia a studiare e ammirare il M., 451. Ricordata dal M. nel suo Asino d'oro, III, 174.

Gervinus. Suoi studi sugli storici fiorentini, citati a proposito della questione se il M. sapesse di greco, I, 303; e a proposito dei suoi Ritratti delle cose d'Alemagna e di Francia, II, 77, 81. Del suo saggio sul M., 469 e seg.; III, 207. Come parli delle Storie del Cavalcanti per il confronto fattone con quelle del M., 255.

Gesuiti, II, 341. Guerra da essi fatta alle Opere del M., 423 e seg.

Gherardi Francesco. Commissario in campo contro Pisa, I, 546.

Ghinucci Girolamo. Lettera di Clemente VII a lui, ricordata, III, 301.

Giacomini Tebalducci Antonio. Commissario in Valdichiana, I, 367. Vi si porta animosamente, 370. Lettere dei Dieci a lui, ivi, 564 e seg. Uno dei commissari di guerra nel campo contro Pisa, 430. Lettere dei Dieci a lui e al suo collega, 596, 599. Richiamato, 432. È di nuovo commissario contro Pisa, 468. Combatte il tentativo di deviare l'Arno presso quella città, 469; e lettera dei Dieci a lui, relativa alla detta impresa, 609. Chiede e ottiene licenza di tornarsene a Firenze, 470. Richiamato in ufficio, 490. Deciso di venire a giornata coll'Alviano, e relativa lettera dei Dieci a lui, 491, 624. Rompe l'Alviano, e relativa sua lettera ai Dieci, 491-92, 626. Ingiustamente incolpato di un assalto dato a Pisa, rinunzia l'ufficio, 494. Ingratitudine della Repubblica verso di lui; encomiato dal M. e da Iacopo Nardi, ivi, II, 105. Ricordato a proposito di Michele da Coriglia eletto comandante della milizia fiorentina, I, 511. Ricordato in una lettera di don Michele da Coriglia, II, 514. Suo ritratto scritto dal M., ricordato, III, 288.

Giacomino (di) Lorenzo, I, 578.

Giampieri Innocenzio. Primo a smentire quanto fu ingiustamente scritto contro la moglie del M., I, 388; III, 197.

Gianfigliazzi, famiglia. In una loro villa a Marignolle alloggia Leone X, III, 15.

Gianfigliazzi Iacopo, II, 561, 564, 569.

Gianni Astorre, III, 260.

Giannotti Donato. Sue teorie politiche, II, 256. Ricordato, 324; III, 57. Postilla un esemplare delle Storie di Flavio Biondo, 221. Si accenna alla sua elezione in segretario dei Dieci, 364, 366; e documenti relativi a detta elezione, e al suo salario, 476, 477.

Giberti Giovan Matteo. Uno dei consiglieri di Clemente VII, III, 295. Come si adopri per una lega italiana con la Francia contro l'Imperatore, 301. Sua lettera a Lodovico Canossa, inviato di Francia a Venezia, ricordata, 302. Sunto d'altra sua lettera a Domenico Sauli, 310. Lettere di Francesco Guicciardini, luogotenente del Papa, a lui, ricordate, 343; e lettere di Roberto Acciaiuoli oratore in Francia, 454, 455, 466, 469.

Giliberto (don) spagnuolo, conestabile al servizio dei Fiorentini, II, 506.

Ginguené. Ricordato tra i critici del M., II, 456.

Gioda Carlo. Del suo libro Machiavelli e le sue opere, II, 271, 272, 495.

Giordano Bernardino, III, 333.

Giorgi Marino, ambasciatore veneto a Roma. Come parli di Leon X, in una sua Relazione, III, 2, 4, 31. Suo giudizio di Lorenzo de' Medici nipote del Papa, 5; e del cardinal Giulio, ivi. Gli è data dal Papa la falsa nuova della disfatta dei Veneziani e Francesi a Marignano, 14; ed egli dà al Papa la nuova vera della loro vittoria, ivi.

Giovanna II, regina di Napoli, III, 88, 219.

Giovanni da Parigi, II, 236.

Giovio Paolo. Suo elogio del M. cit., I, 301, 302; III, 148. Sparla della morte del M., ed è confutato da Giuliano de' Ricci, III, 366 e seg. Le sue Storie sono una delle fonti del Guicciardini, 492. Sue Storie di nuovo ricordate, III, 496.

Girolami Giovanni, II, 128, 558-59.

Girolami Raffaello, ambasciatore eletto a Roma, I, 608. Sua ambasceria in Spagna, ricordata; e dell'Istruzione fattagli in tale occasione dal M., II, 74. Uno dei cinque Procuratori delle mura di Firenze, III, 435.

Giulio II. - Ved. Della Rovere Giuliano, cardinale. - Sua elezione, suo carattere, suoi propositi, I, 446, 451 e seg. Legazione del M. a lui, 449 e seg. Sua condotta col Valentino, 454, 455, 456, 458. Dichiara volersi opporre alle conquiste dei Veneziani in Romagna, 458. Accenni alle sue imprese di Perugia e di Bologna, 495 e seg., 634, 636; e accenno alla resa di Perugia nei Discorsi del M., II, 309. Torna in trionfo a Roma, I, 501. Da lui e non da Leone X è da intitolarsi il suo secolo, II, 1 e seg. Che cosa pensi e faccia mentre l'Imperatore sta per passare in Italia, 57 e seg. Conclude la lega di Cambray, 93, 107. Pubblica una bolla di scomunica contro i Veneziani, 108. Riavute le terre di Romagna si rivolge contro i Francesi, 111, 124; assolvendo i Veneziani, 124. Guerra tra esso e i Francesi, ivi e seg., 141 e seg., 530, 534. Ricordato, 533. Fugge a Ravenna, 143-44. I Bolognesi atterrano la sua statua, opera di Michelangelo, ivi. Voci circa alle sue relazioni col cardinale Francesco Alidosi, ivi. Concilio di Pisa indetto contro di lui, 146 e seg.; e sua relativa lettera ai Fiorentini, 546. Nomina alcuni cardinali, 147. Intima un Concilio in Laterano, ivi. Si ammala ed è creduto morto, 148. Interdice Pisa e Firenze, 148. Conclude una lega con Venezia e la Spagna contro la Francia, ivi. Sospende l'interdetto lanciato contro i Fiorentini, 153-54. Si scoraggia dopo la battaglia di Ravenna vinta dai Francesi, poi riprende animo, 163. Ricupera Bologna ed altre città e terre dalle mani dei Francesi, 164. Lettera del cardinale Giovanni de' Medici a lui, 173, 548. Fa lega coll'Imperatore, 192. Muore, ivi. Ricordato dal M. nel Principe, 610, 618, 619; e in una lettera del M. al Vettori, III, 415, 420. Spesa della sua mensa, III, 31. Ricordato, 34, 36, 301.

Giunti. Stampano opere del M., II, 414, 419; III, 197.

Giustinian Antonio, oratore veneto a Roma. Suoi Dispacci ricordati. I, xxii, 381, 382; III, 496. Paragone tra esso e il M., I, 411-12. Sunto di alcuni suoi dispacci, ivi e seg., 433 e seg., 439 e seg. Scruta l'animo di Giulio II «circa l'avanzarsi dei Veneziani» in Romagna, 451-52. Un'osservazione generale intorno ai suoi dispacci e a quelli degli oratori suoi contemporanei, 460. Ambasciatore all'imperatore Massimiliano, e della orazione da lui preparata per tale occasione, II, 110; tradotta poi dal Guicciardini nella sua Storia, ivi; III, 493.

Gonzaga, signori di Mantova, nel secolo XV, I, 161.

Gonzaga Giovanfrancesco, marchese di Mantova, I, 161. I Fiorentini cercano di assoldarlo, 485.

Gonzaga Isabella. Sue lettere al marito, ricordate, I, 380, 382. Sua lettera al Valentino dopo il fatto di Sinigaglia, ricordata, 408.

Graf Arturo. Suo scritto sulla Mandragola del M., ricordato, III, 146.

Gravina (Duca di) degli Orsini. Entra in una lega contro il Valentino, I, 384. Imprigionato, 406; e fatto uccidere dal Valentino, 410.

Gravina Pietro, II, 418.

Grazzini A., detto il Lasca. D'una sua farsa attribuita al M., III, 167.

Greco. Del suo insegnamento e coltura in Firenze e in Italia nel secolo XV, I, 105.

Grimaldi Luciano, signore di Monaco. Il M. conclude con lui un trattato a nome della Repubblica, II, 141.

Guadagni Bernardo, III, 264, 268.

Gualterotti Francesco. Oratore a Milano; sua risposta a Lodovico il Moro, I, 336, 339. Oratore in Francia, 348, 350. Ricordato, 509. Destinato oratore al Re di Spagna, a Napoli, 632, 633.

Guarino Veronese. Gli è affidata la traduzione di Strabone, I, 125. Difende il Panormita, 155. Porta l'erudizione a Ferrara; e cenni della sua vita e delle sue opere, 160; II, 33. Sue traduzioni di un Discorso d'Isocrate, e di una delle Vite di Plutarco, ricordate, 580, 587.

Gubbio (da) fra Bozio. Sue opere contro il M., ricordate, II, 425.

Guglielmo il Conquistatore, II, 347.

Guglielmo di Nogaret, II, 236.

Guicciardini. Notizie di alcuni di quella famiglia dai Ricordi autobiografici di Francesco, II, 45 e seg. E notizie di alcuni manoscritti del loro Archivio, III, 490.

Guicciardini Bongianni. Alcune sue osservazioni sui discorsi del M., II, 588 e seg.

Guicciardini conte Francesco. Permette all'autore di esaminare i manoscritti del Guicciardini, III, 498.

Guicciardini Francesco. Esalta il Savonarola a proposito della istituzione del Consiglio Maggiore, I, 279. Elogio della sua Storia Fiorentina, I, 378. Brevi notizie di lui tratte dai suoi Ricordi autobiografici; e di nuovo della sua Storia Fiorentina, II, 45 e seg. Ambasciatore in Ispagna, 157. Attenua a vantaggio dei Medici gli orrori del sacco di Prato, 174. È sempre in Ispagna al ritorno de' Medici in Firenze, 180. Nelle sue opere politiche è definita e descritta la nuova scienza politica sorta tra il cadere del XV e il cominciare del XVI secolo, 247, 248. Esame della sua prima legazione in Ispagna, 248; e della sua Relazione di Spagna, 249. In che differisca come uomo politico dal M., 251, 259. I Medici rientrati in Firenze gli confermano la legazione in Ispagna; ed egli accetta e scrive a tutti loro, in particolare a Leone X, 252. Della sua mutabilità e dei suoi Discorsi politici, ivi e seg. Suo trattato Del Reggimento di Firenze, 258 e seg. Dei suoi Ricordi politici e civili, 264 e seg.; e quanto in essi imiti dal M., ivi. Citazione di alcuni recenti scritti intorno a lui, 268. Nuovi confronti tra lui e il M., 324; e sue Considerazioni sui Discorsi del M., 350 e seg. Suo dispregio per il popolo, 356, 358. Dell'opinione che n'ebbero, come uomo politico, il Cavour e Gino Capponi, 360-61. Ricordato a proposito del Principe, 416. Come parli di Leone X nella sua Storia, III, 9. Suo parere circa la forma del governo di Firenze, ricordato, 23. Altri suoi giudizi su Leone X, 25. Governatore di Reggio pel Papa, manda denari al Morone, 27. Altro suo giudizio su Leone X, 29. Niente debbono a Leone X le sue opere, 32. Ancora dei suoi Discorsi politici rispetto ai consigli dati ai Medici, diversi da quelli del M., 51, 61. Parla con lode dell'Ordinanza fiorentina, 59. Della sua corrispondenza col M., ambasciatore a Carpi, 125 e seg.; e testo di una sua lettera, 420. Difende Parma per la Sede pontificia, 128. Di nuovo della sua Storia Fiorentina, 204, 206, 285. Paragone tra i Discorsi messi in bocca da lui e dal M. ai personaggi delle loro Storie, 238. Lettera del M. a lui, ricordata, 266. Di alcuni suoi giudizi nella Storia Fiorentina, diversi da quelli del M., relativamente alla morte d'Iacopo Piccinino, 277, e alla battaglia della Molinella, 279. Paragone delle Storie Fiorentine del M. con la sua Storia d'Italia, 291 e seg.; e osservazioni sulla medesima a proposito della critica fattane dal prof. Ranke, 483 e seg. Suoi Ricordi autobiografici, e sua Storia d'Italia, di nuovo citati, 291, 295, 303. Suoi giudizi sul Conestabile di Borbone, 309; e su Girolamo Morone, 316, 321. Sue eminenti qualità, 319. Suo governo dell'Emilia, ricordato, 320. Sua presidenza in Romagna; estratti del suo carteggio, ivi e seg. Luogotenente generale del Papa in campo contro gl'Imperiali, 322 e seg. Lettere di Roberto Acciaiuoli oratore in Francia a lui, e lettere di lui all'Acciaiuoli ricordate, 448 e seg., 461, 466, 472. Nuovo raffronto tra lui e il M., 323. Gli è mandato il M., col disegno d'istituzione d'una milizia nazionale, 325; e che cosa egli pensi e scriva intorno a ciò, ivi, 326. Sua corrispondenza col M. tornato a Firenze, 327 e seg. Accenni al matrimonio di una sua figliuola, 327, 331, 332. Vuol far rappresentare a Faenza la Mandragola del M., 327, 331; ma tale rappresentazione non ha luogo, 334. Sua opinione circa ai possibili accordi tra il Re di Francia e l'Imperatore; e lettera del M. a lui su tal proposito, 335. Sunto di lettere del M. a lui circa le fortificazioni delle mura di Firenze, 338, 340. Seguono le notizie della sua luogotenenza in campo contro gl'Imperiali; sue lettere ricordate, e brani e sunti di esse, 343 e seg. Brani di lettere di Filippo de' Nerli a lui, 350. Conduce l'esercito della lega presso Firenze, poi riparte con esso; sunti di altre sue lettere, 356 e seg. Mediatore di un accordo fra i Medici e il popolo sollevato, 358. Chiede aiuto a Firenze per il Papa chiuso in Castel Sant'Angelo, 359; e spera di far qualcosa per liberarlo, 361. Torna in Firenze e poi va in volontario esilio, 362. Notizie e osservazioni circa le fonti della sua Storia, e i materiali da lui raccolti per essa, 488 e seg. Sua Storia fiorentina, di nuovo ricordata, 498.

Guicciardini Iacopo. Sue lettere al fratello Francesco in Spagna, ricordate, II, 159, 161, 163, 171, 172, 173, 178. Succede al fratello nel governo della Romagna, III, 322.

Guicciardini Luigi, gonfaloniere nel Tumulto de' Ciompi, III, 248.

Guicciardini Luigi. Di una lettera del M. a lui, II, 117, 119. Opinione che ad esso alluda il M. nell'Asino d'oro, III, 176. A lui indirizza il M. il suo Capitolo dell'Ambizione, 179. Uno dei cinque Procuratori delle mura di Firenze, 435. Sua narrazione del Sacco di Roma, citata, III, 486.

Guicciardini Piero, I, 589. Commissario dei Fiorentini in Mugello, 500. Ricordato, 509. Eletto oratore all'imperatore Massimiliano, si oppone all'invio di quell'ambasciata, II, 63. Inviato all'Imperatore, 114. Sua lettera al figliuolo Francesco, ricordata, 162. I suoi figliuoli vanno a trovare Giuliano de' Medici tornato in Firenze, 180. Altra sua lettera al figliuolo Francesco, ricordata, 191. Interlocutore nel dialogo del Reggimento di Firenze del Guicciardini, 259. Estratti di sue lettere fatti dal Guicciardini, ricordati, III, 488.

Guidotti A., oratore a Roma; brano di una sua lettera agli Otto di balìa, I, 246.

Guidotti Lionardo, affine del M., ricordato in lettere di Biagio Buonaccorsi a lui, I, 573, 575, 576, 577, 585, 587, 591.

Guidotti Vincenzo. Sue lettere ricordate, II, 552.

Guinigi Giovanni di Lucca, III, 407.

Guinigi Michele di Lucca. Di un suo debito con alcuni mercanti fiorentini; e ambasciata del M. a Lucca nell'interesse di detti mercanti, III, 63, 64, 407.

Gurgense (Cardinale). - Ved. Lang Matteo.

H

Heidenheimer H. Di un suo scritto sul M., II, 75, 90.

Hillebrand Carlo. Parla del M. nei suoi Studi storici e letterari, II, 472. Suo giudizio intorno alla Commedia in versi attribuita al M., III, 168, 169.

Hobohm Martin. Delle sue critiche al M. come scrittore di cose militari e come istitutore dell'Ordinanza o milizia fiorentina, III, 118, 479 e seg.

I

Iacopo di Filippo, fornaciaio. Nel suo orto presso la porta San Frediano si rappresenta la Clizia del M., III, 333, 344, 433. Sua lettera al M., 344, 444.

Iacopo IV d'Appiano, signore di Piombino. È a' servigi della Repubblica; missione del M. presso di lui, I, 317. Sue genti d'arme, ricordate, 545. Gli è tolto lo stato dal Valentino, 363. Gli è rimandato il M., 467. Sembra volersi unire all'Alviano e agli altri nemici dei Fiorentini, 485, 486; e relative lettere di questi al loro commissario in Maremma, e al governatore Ercole Bentivoglio, 618 e seg. Sua politica coi Fiorentini e con Pandolfo Petrucci, 620. Ricordato in una lettera al M., 632.

Imbault, capitano francese. Ricupera ai Fiorentini le terre dell'Aretino, I, 371; e dei relativi patti da esso stabiliti con Vitellozzo Vitelli, ivi, 567.

Imola. Si ribella al Valentino, I, 454. S'arrende ai Francesi II, 163.

Inghilterra, II, 330, 345. In quella corte si studia il Principe del M., 427.

Inghilterra (Re d'). - Ved. Enrico VII e Enrico VIII.

Innocenzo VIII, I, 70. Muore, 230. Ricordato, II, 329.

Innocenzo IX, avverso al M., II, 425.

Isabella, regina di Spagna, II, 54, 57, 220. Considerazioni del Guicciardini intorno alla sua politica, 250. Ricordata a proposito dei Discorsi del M., 330.

Italia. Sguardo alla sua condizione civile e politica durante il Rinascimento in confronto con quella del Medio evo, I, 1 e seg. Paragone tra la sua condizione politica e sociale e quella del resto d'Europa nel secolo XV, 80. Da essa si propaga l'erudizione in tutta Europa, 146. Sue condizioni politiche alla fine del secolo XV, 229 e seg. In attesa della venuta di Carlo VIII tutto il suo lavoro letterario dà luogo al lavoro diplomatico, 240. La Chiesa e il suo potere temporale sono d'ostacolo alla sua unione, II, 296. Ricordata nei Discorsi del M., ivi, 302, 303, 306, 307, 315, 322, 329; e nelle Considerazioni del Guicciardini su di essi, 359, 360. Ricordata a proposito del Principe, e nel Principe del M., 365, 379, 387, 400, 404, 405, 406, 409, 600, 601, 617, 618. Condizioni generali del suo Teatro nell'epoca del Rinascimento, III, 138 e seg. Delle pratiche di una lega nazionale per la sua indipendenza dagli stranieri, che a nulla approdano, e perchè, 301 e seg., 317.

Italiani, ricordati dal M. nel Principe, II, 379, 406; e nel Dialogo sulla lingua, III, 185 e seg. Ricordate le loro milizie nell'Arte della guerra, III, 115.

J

Jähns Max, ufficiale nell'esercito prussiano, autore di due scritti sul M., consultato e citato dall'autore di quest'opera, III, 78 e seg. passim, 338.

K

Knies Carlo. Suo lavoro intorno al patriottismo del M., ricordato, II, 77, 274; e giudizio d'altro suo lavoro intorno al valore economico delle Opere del M., 401.

L

Lachi Niccolò, III, 389.

La Fontaine. Sue imitazioni della Mandragola e della Novella di Belfagor, ricordate, III, 198.

Lampugnani Giannandrea, I, 35.

Landino Cristoforo, I, 171. Esposizione di un suo commento a un luogo del Simposio di Platone, 176. Aiuta il Risorgimento della letteratura italiana, 184.

Landucci Luca. Sua Cronica ricordata, III, 16.

Lang Matteo, vescovo di Gurk, cancelliere di Massimiliano imperatore, detto il Cardinale Gurgense, II, 68. Sua elezione al cardinalato, 147. Rappresentante dell'Imperatore in Italia, 164. Fa lega col Papa per l'Imperatore, 191.

Lannoy (Visconte di), vicerè di Napoli, III, 297, 348, 353, 446.

Lanzichenecchi, III, 299, 310, 311, 342, 452. Sono in Bolzano pronti a scendere in Italia, 347. Sono nel bresciano, 348; e loro successivi progressi, ivi, 349. Insorgono contro il loro comandante per le paghe, 352. La moglie e i figliuoli del M. stanno in gran timore della loro venuta contro Firenze; il M. manda a rassicurarli, 355, 475.

Laocoonte (Gruppo del), scoperto in Roma, e richiesto da Francesco I a Leone X, III, 17.

Lapi Giuliano. Mandato al campo di Pisa, I, 469, 610, 612, 615. Ricordato in una lettera al M., 634. Console dei Fiorentini in Pera, III, 393.

Lasca (Il). - Ved. Grazzini A.

Lascari Giovanni, traduttore di Polibio, I, 534; II, 577.

Lasinio Fausto. Sua opinione circa la Novella di Belfagor del M., III, 198.

La Trémoille, I, 370, 566. Fa ritirare gli Svizzeri da Milano, III, 9.

Lautrec (Signore di). - Ved. Foix (di) Odetto.

Lecky Guglielmo E. H. Di alcuni concetti della sua History of European Morals identici ad altri dei Discorsi del M., II, 298.

Lega Santa, II, 148, 149. Suo esercito e suoi comandanti, 157 e seg.

Lenzi Francesco, III, 403.

Lenzi Lorenzo, oratore in Francia, I, 348, 350.

Leo Enrico. Sua traduzione delle Lettere del M., ricordata, II, 212, 280, 427, 461; e suo giudizio intorno al libro del Principe ed al suo Autore, 461 e seg. Come parli dell'epistola della Descrizione della peste attribuita al M., III, 194.

Leone X. - Ved. Medici Giovanni, cardinale. - Il secolo che ha nome da lui dovrebbe averlo da Giulio II, II, 3. Sua elezione e consacrazione, 193. Vuole che si usi indulgenza nel fatto della congiura del Boscoli e del Capponi, 199. I Fiorentini gli mandano una solenne ambasceria, 206. Sunto delle istruzioni che dà a Lorenzo suo nipote per governare in Firenze, 207. Fa pace con Luigi XII re di Francia, 221. Segue con tutti i potentati una politica di mala fede, ivi; e di un recente giudizio intorno alla sua politica, 222. Giudizi e considerazioni su lui nella corrispondenza del M. con Francesco Vettori, 222; III, 415 e seg. Si tocca dei suoi disegni di creare Stati pei suoi parenti, II, 366. Ricordato, 416, 422, 558. Vede alcune lettere del M., 574. Ricordato, 595, 619. La sua politica e la sua corte, III, 1 e seg. Sue virtù e suoi difetti, 1; e suo ritratto fisico, 2. Sua inferiorità di fronte a Lorenzo de' Medici suo padre, 3. Vuol godersi la vita, e suo bisogno di aver danari, ivi, 4. Desidera vivamente di far grandi i suoi parenti, 4. Adopera molto gli altri ma vuol fare a suo modo, 6. Presume di moderare la politica generale d'Europa, e perchè non vi riesca, ivi. La sua politica è funesta all'Italia; e di nuovo di un recente giudizio intorno ad essa, 7, 8. Aderisce alla lega tra Enrico VIII e l'Imperatore, 8; poi fa lega anche con Luigi XII re di Francia e s'imparenta con esso, 9. Tratta in segreto altri accordi, ivi. Sue indiscrete domande a Francesco I di Francia, 11. Sua confederazione coll'Imperatore, il Re di Spagna e Massimiliano Sforza, ivi. Liete e poi tristi novelle che riceve della battaglia di Marignano, 13, 14. Passa da Firenze nel recarsi a Bologna e nel tornare; e feste che gli si fanno, 15, 16. Del trattato concluso tra esso e il Re di Francia in Bologna, 17. Disdice l'accordo con l'Imperatore, ivi; poi cerca riavvicinarsegli, 18. Guerra da esso fatta al Duca d'Urbino, 18 e seg. Congiura d'alcuni Cardinali contro di lui, 20, 21. Nomina un gran numero di Cardinali, e somma di danari che ne ricava, 21. Conclude il matrimonio di Lorenzo suo nipote con una parente del Re di Francia, 22. S'impadronisce di Perugia, 24. Come si comporti nella gara di successione all'Impero tra Carlo V e Francesco I, ivi. Vorrebbe fare alleanza con Francesco, poi fa un accordo con Carlo già eletto Imperatore, 25, 27; e delle ragioni che poterono indurlo a tale accordo, 25. Fa gran festa dell'acquisto di Milano per Carlo V, 28. Si ricorda la sua morte; e ancora del suo carattere, e delle sue qualità e abitudini, ivi e seg., 404. Ama singolarmente e incoraggia la Commedia, 31. Tra i letterati favorisce più i mediocri che i sommi, 32. Favorisce i grandi artisti, in special modo Raffaello, 33 e seg. Gran cumulo di debiti che lascia alla sua morte, 36. Citazione di opere consultabili intorno a lui, ivi. Interviene, invitato, negli Orti Oricellari, 48. Ricordato a proposito del Discorso del M. intorno al riformare lo Stato di Firenze, 54 e seg. Sulla bolla relativa allo Studio di Firenze, ricordata, 120. Si accenna ai mutamenti politici avvenuti per la sua morte, 127. Ricordato in paragone con Clemente VII, 294, 301.

Leopardi Giacomo. Ricordato a proposito dei Detti memorabili del M., III, 73.

Lescut, generale francese, III, 487.

Leto Pomponio, I, 142; III, 142.

Lettenhove (Barone di). Della sua pubblicazione delle Lettere e negoziazioni del Commines, I, 244.

Letteratura italiana. Suo risorgimento, I, 183 e seg.

Lioni Roberto, III, 279.

Lippomani, patrizi veneti, amici della famiglia de' Medici, II, 550.

Lipsio Giusto, difensore del M., II, 445.

Lisbona (Cardinale di), I, 560.

Lisio G. Sua opera sul Principe del M., citata. III, 414-15.

Livorno. Lettera dei Dieci a quel Capitano circa le condizioni di detta terra, I, 617.

Lombardia. Ricordata dal M. nei suoi Discorsi, II, 307; e nel Principe, 600; e nel Dialogo sulla lingua, III, 185. Ricordate le sue fortificazioni a proposito di quelle che si disegnavano fare in Firenze, 436, 437, 439.

Lomellino David di Genova. Ha debito con alcuni mercanti fiorentini, III, 401 e seg.

Loredano Pietro, I, 53.

Lorena (di) Renato, I, 75, 77.

Loris Francesco, vescovo d'Elna e cardinale, I, 456, 601.

Lucca. Le genti dei Fiorentini fanno scorrerie in quel territorio, I, 468, 598. Ricordato il suo governo repubblicano nei Discorsi del M., II, 307, 316. Vi va commissario per cause private il M., e vi scrive un Sommario o relazione del suo governo, III, 63 e seg.; e la Vita del Castracani, 66 e seg. Guerra dei Fiorentini contro di essa, ricordata, 260.

Lucchesi. Aiutano Pisa nella guerra contro Firenze, I, 468, 598; II, 93, 96.

Lucchesini, gesuita. Suo scritto contro il M., ricordato, II, 426.

Luigi XI, re di Francia, II, 329.

Luigi XII, re di Francia. Succede a Carlo VIII, I, 258. Diritti da lui vantati in Italia, ivi, 314. Sua impresa di Milano, 269, 336 e seg., 537, 541, 545. Si obbliga ad aiutare i Fiorentini a risottometter Pisa, e relativi patti tra lui e la Repubblica, 337, 339. Mali portamenti delle sue genti in quell'impresa, 340 e seg., se ne conduole coi Fiorentini, 345; poi si sdegna con loro 346; che gli mandano per ambasciatori Francesco della Casa e il M., 347 e seg. I Fiorentini raccolgono denari da mandarsi a lui, 358. Suo nuovo trattato con la Repubblica, 365. Aiuti da esso mandati ai Fiorentini, 370 e seg., 565, 566. Accenni alle sue relazioni col Valentino, 391 e seg., 397, 404, 411, 412, 429, 432, 438, 444, 445, 450. Altri ambasciatori mandatigli dai Fiorentini, 585 e seg. Altra legazione del M. a lui, 464 e seg. Manda aiuti a Giulio II per l'impresa di Bologna, 501, 634, 636. Ricordato, 637. Antagonismo tra lui e Massimiliano imperatore, II, 55 e seg. Con lui si alleano i Veneziani, 58, 60; ai quali manda soccorsi nella venuta dell'Imperatore, 60. Promette di nuovo ai Fiorentini di risottomettere loro Pisa, ma non attiene la promessa, 91. Protesta contro il guasto dato alle terre dei Pisani dai Fiorentini, 93; i quali si obbligano a pagargli centomila ducati, 94. Entra nella lega di Cambray, 107; e suoi acquisti nel territorio veneto, 109. Torna in Francia, 113. Contro di lui si rivolge Giulio II, 111, 124 e seg., 531, 534. Legazione del M. a lui, 127 e seg. Raduna un concilio, 128, 129; da cui ha licenza di muover guerra al Papa, 141; e cenni di questa guerra, ivi e seg. Procura che si aduni un Concilio in Pisa contro il Papa, 146, 147, 152. Lega del Papa con Venezia e Spagna contro di lui, 148. Suo esercito in Italia contro il Papa e i confederati, 157 e seg. Sua tregua col Re di Spagna, 220; e giudizi e considerazioni su lui e su detta tregua nella corrispondenza del M. con Francesco Vettori, 223 e seg.; III, 414 e seg. Fa pace col Papa e disdice il Conciliabolo, 221. Ricordato dal M. nei Discorsi, 322; e nel Principe, 379, 381, 387, 600. Sue leghe coi Veneziani e poi col Papa, ricordate, III, 8, 9. Si accenna al suo matrimonio con la sorella del Re d'Inghilterra, e alla sua morte, 10.

Lusco Antonio, I, 99, 124.

Lutero Martino. Con lui ha termine l'età del Rinascimento, I, 1. Ricordata la sua Riforma, III, 8.

Lutoslawski W. Una sua opera in cui si parla del M., ricordata, II, 280, 378.

M

Macaulay. Suo Saggio sul M., citato, II, 328. Si discorre di detto Saggio, 464 e seg. Grande ammiratore della Mandragola; e dei suoi giudizi intorno ad essa, III, 147, 159 e seg. Suoi giudizi su altre Commedie del M., 165, 169, e sull'epistola della Descrizione della peste attribuita a lui, 194.

Machon Luigi. Sua Apologia del M., ricordata, II, 428.

Machiavelli famiglia. Notizie di essa, I, 295 e seg. Di un suo diritto di patronato sostenuto in iscritto dal M., 300. Di un altro suo giuspatronato, 531. Un ramo di essa possiede beni a Sant'Angelo in Bibbione, II, 363. Loro patronato di una chiesa presso Sant'Andrea in Percussina, ricordato, III, 330. Della loro cappella gentilizia nella chiesa di Santa Croce, 370. Come e quando si estingua, ivi.

Machiavelli Alessandro di Bernardo, nipote di N., II, 362; III, 370.

Machiavelli Bartolommea o Baccia, figliuola di N., moglie di Giovanni e madre di Giuliano dei Ricci, I, 296. Alcune notizie intorno ad essa, III, 38, 40, 41, 365. Ricordata, 367, 475.

Machiavelli Batista, compare al primo figliuolo di N., I, 606.

Machiavelli Bernardo, padre di N. Si ricordano alcune notizie della sua famiglia da lui scritte, I, 297. Brevi notizie di lui, del suo patrimonio, della moglie e dei figli, ivi, 298. Si combatte l'opinione che nascesse illegittimo, II, 122. Sepolto in S. Croce, III, 370. Sonetto indirizzatogli dal figliuolo N., 425.

Machiavelli Bernardo, figliuolo di N., II, 362. Alcune notizie intorno ad esso, III, 38, 39. Ricordato, 391. Sua lettera al padre in Lucca, 67, 409. Ricordato, 183. Ammalato, 330. Erede del padre, coi suoi fratelli, 365. Ricordato, 367. Altre notizie di lui, 370, 395. Ricordato, 399.

Machiavelli Buoninsegna, I, 531.

Machiavelli Carlo. Di un suo debito con Lodovico figliuolo di N., III, 389.

Machiavelli Filippo, I, 531; II, 560, 563; III, 392.

Machiavelli Francesco Maria. In lui si estingue un ramo della famiglia, I, 297.

Machiavelli Ginevra, sorella di N., I, 299.

Machiavelli Giovanni, II, 560, 563; III, 392.

Machiavelli Guido, figliuolo di N. Alcune notizie intorno ad esso, III, 39. Brano di lettera del padre a lui, e sua risposta al padre, 356, 474. Erede del padre, coi suoi fratelli, 365. Ricordato, 367.

Machiavelli Ippolita, moglie di Pier Francesco de' Ricci. In lei si estingue la famiglia del M., I, 296; II, 362; III, 371.

Machiavelli Lodovico, figliuolo di N. Ricordato in una lettera a suo padre, II, 526. Altre notizie intorno ad esso, III, 38, 39, 40. Due lettere di lui al padre da Adrianopoli e da Ancona, 389, 391; ed altra da Adrianopoli, ricordata, 332. Erede del padre, coi suoi fratelli, 365. Ricordato, 395, 399, 410.

Machiavelli Lorenzino di Lorenzo di Ristoro, III, 371.

Machiavelli Lorenzo, I, 295, 296; III, 392, 393.

Machiavelli Marietta. - Vedi Corsini Marietta.

Machiavelli Niccolò. Giudizi diversi e contradittorii intorno ad esso, I, xiii e seg. Nuovi materiali storici che aiutano a meglio conoscerne la vita ed i tempi, xviii. Numero stragrande delle sue lettere d'ufficio inedite, xv, 323, 338. Perchè e come si faccia in quest'opera «uno studio assai lungo» intorno ai suoi tempi, xix. Importanza delle sue legazioni e delle sue lettere d'ufficio e che uso se ne faccia nell'opera, xx-xxii. Si accenna a un paragone tra esso e Antonio Giustinian, oratore veneto, xxii. Edizione dei suoi scritti citata, ed altra tenuta a riscontro in quest'opera, xxiii, 298. Notizia di alcuni volumi di lettere, erroneamente credute di lui, esistenti in Inghilterra, xxiv. Sua lettera dove parla delle prediche del Savonarola, ricordata, 293. I suoi primi anni sono avvolti nelle tenebre, 294; e diversità in ciò tra lui e il Guicciardini, 295. Prime cose che si trovino scritte da lui, 300; sua traduzione di un brano della Historia di Vittore Vitense; e lettera di mano sua relativa ad affari di famiglia, 299, 527, 531. Della sua cultura in genere, e specialmente se egli sapesse di greco, 301 e seg., 533. Di un suo scritto perduto, intitolato Le Maschere, 305, 477. Succede ad Alessandro Braccesi nella seconda Cancelleria del Comune e vi rimane capo, 307-8; suo stipendio, 308. Delle sue qualità fisiche e morali; e notizie intorno ai suoi ritratti, 310. Si lega d'intima amicizia con Biagio Buonaccorsi, 313. Dell'opinione che vorrebbe attribuire a lui il Diario del Buonaccorsi, 317, 325. Suo molto daffare nella Cancelleria, 317. Mandato a Pontedera presso Iacopo d'Appiano, ivi. Sua legazione a Caterina Sforza a Forlì, 320 e seg. Lettere di Biagio Buonaccorsi a lui, 325, 536 e seg. Brani di sue lettere d'ufficio, durante la guerra di Pisa, 327 e seg. Dei suoi Scritti inediti pubblicati da G. Canestrini, 330. Di una lettera, scritta di sua mano, che parla della cattura di Paolo Vitelli, 333, 551 e seg. È di sua mano anche il processo fatto in Firenze a Piero Gambacorti, 333. Del suo Discorso al Magistrato dei Dieci sopra le cose di Pisa, 334. Destinato oratore a G. G. Trivulzio, non vi va altrimenti, 338. Segretario dei commissari fiorentini in campo contro Pisa, 341 e seg. Si parla delle lettere che compongono questa commissione, e si notano quelle scritte di sua mano, 345. Sua prima legazione in Francia insieme con Francesco della Casa, 347 e seg.; e sunto delle istruzioni date loro, 348. Scarso salario assegnatogli, 349. Firma col compagno le lettere, ma le scrive tutte di sua mano; e brani e sunti d'alcune di esse, 351 e seg. Riman solo nella legazione, che si fa subito più importante, 351. Parla in latino e in francese col Cardinale di Rouen, e dei suoi colloqui con esso intorno al Valentino ed al Papa, 352 e seg. Sunto delle due ultime lettere di questa legazione, 354; grandi elogi che ne riscuote in Firenze; lettera di B. Buonaccorsi a lui, 355, 555. Suo ritorno in Firenze, ivi. Inviato due volte a Pistoia; e relativi documenti stati male allogati tra le sue Opere, 357. Sua grande attività, e numero grandissimo delle sue lettere in occasione della venuta del Valentino in Toscana, 358 e seg. Si citano alcune delle molte lettere scritte da lui nel dominio, nel passaggio dei Francesi per la Toscana (1501), 362. Inviato a Siena ed a Cascina; e destinato a recarsi a Bologna, non pare vi vada altrimenti, 364. Rinviato a Pistoia a sedarvi le discordie; scrive una breve relazione di quei fatti, 365. Relazione del suo primo colloquio col Valentino, 368; e suo ritorno a Firenze, 369. Accompagna il De Langres al campo francese in Valdichiana, 371. Ritorna due volte ad Arezzo, 372. Si esamina il suo scritto Del modo di trattare i popoli della Valdichiana ribellati, ivi. L'elezione del gonfaloniere Soderini è un fatto importante nella sua vita, 379. Sua legazione al Valentino in Romagna; accetta la commissione di mala voglia, 386. Vorrebbe essere in Firenze quando il Soderini piglia l'ufficio di gonfaloniere, 579. Si accenna al suo matrimonio con la Marietta Corsini, e ai suoi sentimenti per essa e per la famiglia, 387. Sunto dell'istruzione datagli nella legazione al Valentino, 389. Come e perchè cresca in lui l'ammirazione pel Valentino, 390. Sua partenza e arrivo in Imola alla presenza del Duca, 391. Sue conferenze con esso, e sue lettere, ricordate, ivi e seg. È scontento e vorrebbe tornarsene, ma a Firenze non si vuol parlare di richiamarlo, 395 e seg., 578, 579, 582, 586, 592. S'indagano le cagioni della sua scontentezza, 395 e seg. Falso ch'ei consigliasse e guidasse le azioni del Valentino, 399. Lettere di amici a lui durante questa legazione, 570 e seg. Chiede d'avere le Vite di Plutarco, 400, 576. Segue il Valentino a Forlì, 403; a Sinigaglia, 406; a Perugia, 408; ad Assisi, 409; a Castel della Pieve, ivi. Parte per tornare a Firenze, ivi. Frammento di una sua lettera in cui epiloga tutti i fatti di quell'impresa del Valentino, ricordato, 410. Scrive a Firenze troppo di rado, 581, 593. Nuovo paragone tra esso e Antonio Giustinian oratore veneto a Roma, 411. Non s'illude nel giudicare il Valentino ed il Papa, 419; e vero concetto che si forma del Duca, 420 e seg. Della sua Descrizione dei fatti di Romagna, e in quanto e perchè essa diversifichi dalla relativa legazione, 421 e seg. Di un suo Discorso sopra il provvedere danaro, ec., 426 e seg. Mandato a Siena, 429. Delle sue lettere di ufficio per difendere la Repubblica da ogni possibile assalto dei Borgia, ivi, 594; e di altre ai commissari in campo contro Pisa, 430, 431. Di una sua copia d'una lettera del Valentino, e di una sua gita, erroneamente supposta, a Roma, 435. Sue lettere d'ufficio dirette a impedire l'ingrandirsi dei Veneziani, ricordate, 448, 449. Sua legazione a Roma; sunto dell'istruzione, e brani e sunti delle sue lettere, 449 e seg. L'elezione di Giulio II muta lo scopo della sua legazione, 451; la cui importanza viene dal trovarsi egli di nuovo in presenza del Valentino, 453. Come debba spiegarsi l'indifferenza e il disprezzo con cui ora scrive del Valentino, ivi, 459, 462. Lettere di B. Buonaccorsi a lui, 456, 604 e seg. Gli nasce il primo figliuolo, 605. Prevede quello che accadrà ai Veneziani per l'impresa in Romagna, 457. Chiede denari ai Dieci; e stanziamento a suo favore, 458. A Firenze è biasimato di far sempre troppo gran caso del Duca, 459. Nuovo confronto tra le lettere sue e quelle dell'Oratore veneto; e da che dipendano in esse certe somiglianze, 460. Il Cardinale Soderini si separa malvolentieri da lui e lo trattiene in Roma, 463. Parte con una lettera del Cardinale piena di elogi, ivi. Di una sua lettera privata scritta in quella legazione, ivi. Sua seconda legazione in Francia, 479; e istruzioni dategli, ivi. Torna, 466. Si accenna a un'altra presunta ma non vera gita di lui in Francia, ivi. Mandato a Piombino, 467. Ha gran potere sul gonfaloniere Soderini, ivi. Caldeggia col Gonfaloniere il progetto di deviare l'Arno da Pisa; e scrive perciò un gran numero di lettere, 468 e seg. Del suo Decennale primo, e della prima edizione di esso, 472 e seg. Sua legazione a Giampaolo Baglioni a Perugia, 479 e seg. Si accenna alla sua legazione al Marchese di Mantova, 485. Pier Soderini vorrebbe mandarlo oratore a Consalvo, 486. Sua nuova legazione a Siena presso Pandolfo Petrucci, ivi e seg. Mandato ai campo di Pisa, 493. Attende ai provvedimenti necessari per dare un assalto a quella città, ivi. Esalta la virtù di Antonio Giacomini, 494. Per l'infelice esito dell'assalto di Pisa, rivolge l'animo all'istituzione di una milizia fiorentina, 495, 498. Sua legazione presso Giulio II, 495 e seg.; che riesce una delle meno importanti, e perchè, 497 e seg. Ancora del suo disegno d'istituire una milizia, e di quanto operi per attuarlo, nel che si rivela il suo patriottismo, 501 e seg. Si ricorda il suo libro dell'Arte della guerra, 504; e una sua novella che si legge tra quelle di Matteo Bandello, ivi. Sua scrittura relativa all'istituzione della milizia, 506, 513, 637 e seg. Cancelliere dei Nove della milizia, 514. Lettere di Agostino Vespucci a lui, 557, 560, 571. Altre lettere del Buonaccorsi a lui, 629 e seg. Sull'animo e l'ingegno di lui non ebbero mai un'azione visibile le arti belle, II, 3; ma un'azione almeno indiretta ve l'ebbero, 4. Attende all'ordinamento della milizia; e gran numero di lettere da lui scritte per tale effetto, ricordate, 51-52. Lettere a lui di Alessandro Nasi, 499; di Filippo da Casavecchia, 500; di Biagio Buonaccorsi, 502, 504. Sue lettere autografe scritte come cancelliere dei Nove e dei Dieci, ricordate, 506 e seg. Inviato a Siena, 53; a Piombino, e richiamato, ivi. Filza di lettere di vari a lui, ricordata, 62, 509, 510. Lettere a lui di don Michele Coreglia, 510; e di Pietro Corella conestabile, 516. Sua legazione all'Imperatore, 64 e seg. Sue osservazioni sugli Svizzeri e i Tedeschi, fatte in detta legazione, 65. Brano di una sua lettera mancante in tutte le edizioni, 73. Quanto durò quella legazione, e del salario e altre spese pagategli per essa, ivi, 74. Si parla della sua Istruzione a Raffaello Girolami ambasciatore in Spagna, 74; e dei suoi scritti sulla Germania, 76 e seg.; e dei Ritratti delle cose di Francia, 86 e seg. Raccoglie fanti nel territorio fiorentino e va al campo di Pisa, 92 e seg. Va a Piombino per trattare la resa dei Pisani; si corregge un errore circa il numero degli ambasciatori pisani ivi convenuti, 97 e seg. Torna a Firenze e ritorna al campo, 101. È a Pistoia, 102; a Cascina, 103; a Mezzana, ivi. Lettera di Lattanzio Tedaldi a lui, ricordata, 104. Per la resa di Pisa cresce la sua riputazione; lettere di elogio ad esso, ricordate, 105. Lettere di Filippo Casavecchia, e di Alamanno Salviati, 106, 520, 522. Sua legazione a Mantova, all'Imperatore, 115 e seg.; e suo ritorno a Firenze, 119. Del suo Decennale secondo, 117. Di una sua lettera a Luigi Guicciardini, ivi, 119. Di una sua lite di famiglia, 120. Altre lettere di Biagio Buonaccorsi e di Francesco del Nero a lui, 523 e seg. Piglia possesso dell'eredità paterna, 120. Di una deposizione fatta contro di lui ai Conservatori di legge, 121. È a Sansavino, 123; e in Valdinievole, ivi. Lettere del gonfaloniere Soderini, di Francesco Vettori e di un altro amico a lui, 527, 529, 531. Sua terza legazione in Francia, 126 e seg. Una osservazione a proposito delle lettere scritte in questa legazione, 129. Lettere di Antonio della Valle, di Roberto Acciaiuoli e di B. Buonaccorsi a lui, 533 e seg. Suo ritorno a Firenze, 133; durata della sua assenza, e stipendio da lui riscosso per questa legazione, ivi. Si occupa d'ordinare una milizia a cavallo, e conseguenti sue gite nel dominio della Repubblica, 140. Mandato a Siena, ivi; atto con cui disdice una tregua a quel Comune, 543. Mandato a Luciano Grimaldi, 141; incontro ai Cardinali che si recavano al Concilio di Pisa contro Giulio II, indi a Milano; e sua nuova legazione in Francia, 149 e seg. Ritorna a Pisa, per il Concilio, 151; e quello che vi faccia, 154, 155. Fa il suo primo testamento, 166. Di un suo Consulto per l'elezione del comandante delle fanterie, ivi. Fa leve d'uomini per l'Ordinanza a cavallo, 167; e scrive la provvisione per la sua istituzione, ivi. Si reca in vari luoghi del dominio per provvedere alla difesa della Repubblica, 168 e seg. Va a casa di Francesco Vettori a impetrarne asilo per il gonfaloniere Soderini, 176. Suo giudizio sul governo del Soderini, 177-78. Spera di conservare il suo ufficio acconciandosi coi Medici, 185-86. Sunto di una sua lettera forse all'Alfonsina Orsini, 186; e di un'altra al Cardinale Giovanni, 188; e di un suo scritto pubblicato col titolo Ricordo ai Palleschi, 189; e giudizio di questi tre scritti, ivi. Privato d'ogni ufficio e confinato, 191. Rende i conti della sua amministrazione, ivi. Come si trovi compromesso nella congiura del Boscoli e del Capponi contro i Medici, 194, 197, 198; bando contro di lui, 198, 556. È imprigionato e messo alla tortura, poi liberato come innocente, 198-99, 554; sunto di alcune sue lettere in proposito. 199. Continua a desiderare e sperare di essere adoperato dai Medici, 200. Che debba pensarsi di tre sonetti scritti da lui in quei giorni e indirizzati a Giuliano de' Medici, ivi e seg. Solleva l'animo a delle speranze; ma non è cercato dai Medici, 210. Sue strettezze economiche e suo stato d'animo in questo tempo, 210 e seg. Sua corrispondenza epistolare con Francesco Vettori; grande importanza d'essa, e suoi argomenti principali, II, 212 e seg., 557 e seg.; III, 414; argomenti privati, II, 214 e seg.; considerazioni e discussioni sugli avvenimenti politici, 220 e seg., e particolarmente sulla tregua tra Spagna e Francia, 223; e sugli Svizzeri, 226 e seg. È convinto che l'alleanza francese sia necessaria all'Italia, 229. Sovraccaricato d'imposte, 219. Col fine di giovargli, il Vettori fa vedere due sue lettere al Papa, ma senza pro, 232, 574. In che differisca, come uomo politico, dal Guicciardini, 251, 258. Quanto imiti da lui il Guicciardini nei suoi Ricordi politici e civili, 265. In che anno scrivesse il Principe: e della data della lettera in cui parla di questa sua opera a Francesco Vettori, 270 e seg. Contemporaneamente pone mano ai Discorsi cui attende per lungo tempo, e li lascia incompiuti, 271, 272. Si combatte e prova falsa l'opinione che il Principe e i Discorsi non abbiano relazione tra loro, 271. In questi suoi scritti politici segue una via diversa da quella tenuta dal Guicciardini, 272-73. Del suo paganesimo in politica, 276. Conserva sempre sentimenti repubblicani, 277. Del paragone da alcuni fatto tra lui ed Aristotele, 278 e seg. Esposizione dei suoi Discorsi, 285 e seg.; nei quali copia Polibio, 289, 471. Ancora sulla questione s'egli sapesse di greco, 289, 471, 575 e seg. Avverso al dominio temporale della Chiesa, e perchè, 295 e seg. Errore il supporlo nemico o indifferente alla virtù e alla libertà, 299. Non giudica il valore morale delle azioni individuali, ma il loro effetto come azioni politiche, 311. Della sua sentenza circa il ricondurre le istituzioni e i governi ai loro principii, 317. Brevi accenni a quella parte dei Discorsi che tratta dell'arte della guerra, 321. Critica dei Discorsi, 323 e seg.; ed esame delle Considerazioni del Guicciardini sui medesimi, 350 e seg. Si accenna all'opinione che di lui ebbero il Cavour e Gino Capponi in confronto col Guicciardini, 360-61. Notizie della sua villa a Sant'Andrea in Percussina presso San Casciano; e come quivi e non in altra villa scrivesse il Principe e i Discorsi, 362-63. Come si formasse l'idea del Principe, 363 e seg.; di cui il Valentino gli apparisce il tipo più definito, 364. Occasione prossima che lo indusse a scriverlo, 366; e come per essa gli accrescesse il desiderio e la speranza di essere adoperato dai Medici, 368 e seg. passim. Brano ed estratto di una sua lettera a Francesco Vettori che si collega con quell'opera, 369. Brani ed estratti di altra sua lettera al Vettori, ove descrive la sua vita in villa e gli parla di nuovo del Principe, 371 e seg. A chi si proponga d'indirizzario, 373 e seg. Esposizione e critica del Principe, 378 e seg. Si combatte l'opinione d'uno scrittore ch'egli avesse idee originali in economia politica, 401. Lui vivente non furono dati alle stampe nè i Discorsi nè il Principe, 414. Prime edizioni e manoscritti del Principe, 414 e seg. Agostino Nifo plagiario del suo libro del Principe, 417 e seg. Detrattori di lui e del suo libro del Principe, 420 e seg. Bruciato in effigie per opera dei Gesuiti, 423. Messe all'Indice le sue Opere, 424; si cerca poi farne un'edizione purgata, e come non riesca, ivi. A che si riduce la critica dei suoi avversari, 426. Le edizioni e traduzioni del Principe si moltiplicano, 427. Entrano in lizza contro di lui i protestanti, 430; e anche i re e i loro ministri divengono suoi nemici, 435. Annotazioni di Cristina di Svezia al suo Principe, 436, 437, 593 e seg. Di uno scritto di Federigo di Prussia contro il Principe, ch'egli poi segue nella sua politica, 437 e seg. Ammirato e seguito da Napoleone I, 443. Spregiato dal Principe di Metternich, 444. Suoi difensori, 445 e seg. Detrattori e difensori di lui cadono in un medesimo errore, 448. Diviene per molti un idolo quando incominciano in Italia le aspirazioni nazionali, ivi, 449. Comincia ad essere studiato e ammirato anche in Germania, 449. Lavori di tedeschi intorno a lui, ivi e seg.; e difetti della loro critica, 452 e seg. Si comincia a metterlo in relazione coi suoi tempi; ma non è ancora giudicato rettamente, e perchè, 455, 456. Primi tentativi di un esame scientifico delle sue Opere, in ispecie dei Discorsi e del Principe, 456 e seg. Considerazioni e giudizi di L. Ranke intorno a lui ed al Principe, 456 e seg. Traduzione delle sue Lettere, fatta da E. Leo, ricordata; e suo giudizio intorno al Principe, opposto a quello del Ranke, 462 e seg. Si combatte l'opinione d'alcuni che l'ultimo capitolo del Principe sia una giunta fattavi da lui più tardi, 462. Esame degli studi intorno ad esso: del Macaulay, 464 e seg.; del Gervinus, 476 e seg.; dello Zambelli, 469 e seg.; e di altri, 475 e seg. Perchè dopo tanti studi non si sia arrivati a un giudizio definitivo intorno ad esso, 493. Recenti tentativi di biografie, 494. Lavori più recenti intorno ad esso, ricordati, ivi, 495. Sua lettera a Francesco del Nero, e della sua parentela con esso, 525, 526. Si epiloga la disputa intorno all'ipotesi ch'egli conoscesse il greco, ec., 575 e seg. Si ricorda il dialogo Dell'ira a lui attribuito, 576. Sua Vita di Castruccio Castracani, ricordata, 577. Sua Arte della guerra, ricordata, 588. Giudizio del Wicquefort e di un traduttore francese del Principe intorno a quel libro, 593 e seg. Di alcuni lavori intorno al M. venuti recentemente alla luce, III, V e seg. Dell'opinione che si rappresentasse la sua Mandragola dinanzi a Leone X in Firenze, 17. Suo parere circa il governo di Firenze, ricordato, 23. S'illude sperando nelle aspirazioni ambiziose di Leone X, 27. Nulla debbono a Leone X le sue Opere, 32. Suoi Decennali, ricordati, 37. Sua lettera a Lodovico Alamanni, ricordata, ivi. Legge con grande ammirazione il poema dell'Ariosto, ivi. Suo poema dell'Asino, ricordato, ivi. Di nuovo della sua vita in villa, ivi e seg.; e della sua famiglia, 38 e seg. Due lettere di Lodovico suo figliuolo a lui, 389, 391. Suo secondo testamento, ricordato, 40. Di una lettera della moglie a lui, ivi; e testo di essa lettera, 397. Saggio della sua corrispondenza epistolare con Giovanni Vernacci suo nipote, 39, 41 e seg.; e testo di alcune di esse lettere, 392 e seg., 398 e seg. Di una sua gita e commissione a Genova, 43, 401. Viene di tanto in tanto a Firenze dalla villa, 43. Introdotto negli Orti Oricellari, e in casa dei Medici, 48. Ancora della sua lettera creduta scritta all'Alfonsina Orsini, 49. Delle sue letture negli Orti Oricellari, ivi. Il cardinal Giulio de' Medici lo incita a scrivere sul modo di riformare il governo di Firenze, 51, 54; e di questo suo Discorso, 54 e seg., 119; dove non esiste contradizione col libro del Principe, 54. Sua commissione a Lucca, 93. Del suo Sommario delle cose di Lucca, 64 e seg. Lettere di Giovambattista Bracci a lui, 406 e seg. Lettere a lui del cardinal Giulio de' Medici e di amici, ricordate, 67; e lettere di Bernardo suo figliuolo e di Filippo de' Nerli, 409, 410. Esposizione e critica della sua Vita di Castruccio, 67 e seg. Si accenna alla sua teoria della superiorità dei fanti sui cavalli nelle guerre, 71, 79, 80. Della sua Arte della guerra: critica ed esposizione di essa, 75 e seg.; e della sua prima edizione, 76. Lettera del cardinale Salviati a lui a proposito di detta opera, ivi, 412. Descrizione d'un codice contenente lunghi frammenti autografi dell'Arte della guerra, 76. Di nuovo ricordati il suo Principe e i Discorsi in relazione coll'Arte della guerra, 77, 93, 99, 102, 118, 119. Due persone consultate dall'autore del presente libro intorno all'Arte della guerra, 78 e seg. passim. Ha poca fede nelle armi da fuoco e ragione di ciò, 82, 84. Nell'Arte della guerra imita e copia dal libro De re militari di Vegezio, 90 e seg., 94, 95, 98, 104, 105; e fa uso frequentissimo di Frontino, 94, 95, 107: e altre fonti di cui si vale, 94, 95. Condotto dagli Ufficiali dello Studio a scrivere le Storie, 120 e seg.; sua lettera a Francesco del Nero intorno a detta commissione, 120; e deliberazione della condotta e stanziamenti di salari, 121, 122. Piero Soderini gli propone di lasciar Firenze e acconciarsi per segretario con Prospero Colonna, 122-23; ma egli non accetta, 123. Della sua commissione al Capitolo dei frati Minori a Carpi, 124 e seg.; e relativa sua corrispondenza col Guicciardini, 125 e seg., 420. Torna a Firenze e attende alla Storia e ad altri lavori, 127. Ancora dei suoi discorsi negli Orti Oricellari, 130. Di un'altra sua proposta per la riforma del governo in Firenze, 131, 132; e nuovo scritto sulla milizia cittadina, 132, 421. Non cade in sospetto per la congiura ordita contro il Cardinale de' Medici, che continua ad essergli benevolo, 137. Si ritira di nuovo in villa, dove attende alla Storia e ad altri lavori, ivi. Notizie storiche e bibliografiche relative alla sua Mandragola, 146: esposizione ed esame critico di essa, 149 e seg.; e, a proposito d'essa, di nuovo del Principe e di altre opere, 157-58. Della Clizia, 163 e seg. Della Commedia in prosa, 166; e della Commedia in versi, 167 e seg. Descrizione della peste, ec., attribuita a lui, ricordata, 168. Dell'Andria, traduzione di quella di Terenzio, 170. Dei suoi abbozzi o frammenti di un'altra commedia La Sporta, 171. Del suo poema L'Asino d'oro, 173 e seg.; dei Canti carnascialeschi, e d'altre poesie minori, 180 e seg. Di un suo Sonetto inedito; e ancora di uno dei suoi Sonetti a Giuliano de' Medici; e testo di essi, 181, 182, 425. Del Dialogo sulla lingua, 182 e seg. Della Descrizione della peste, e del Dialogo dell'Ira attribuiti a lui, 191, 194. Della sua Novella di Belfagor, 195. Di altri scritti minori, 198. L'arte storica al suo tempo, 199 e seg. Sua Vita di Castruccio, ricordata, 204. Fine e limiti che si propone nello scrivere le Storie, ivi. «Vero fondatore della storia politica e civile», 205. Divide le Storie in otto libri; e frammenti di un libro nono, ricordati, 206 e seg. Esposizione e critica del primo libro, 207 e seg. Di nuovo si ricordano il Principe e i Discorsi, 210, 215. Giudica severamente i papi, donde si trae motivo a ribattere l'accusa datagli d'astuzia e di falsità, 212 e seg. Epilogo del primo libro delle Storie, 220; e brani di esso messi a riscontro con le Storie di Flavio Biondo, 221 e seg. Esposizione e critica del libro secondo delle Storie, 230 e seg. Di nuovo ricordata la sua Vita di Castruccio, 236. Si ferma a lungo sul Duca d'Atene, e perchè, ivi e seg. Paragone tra i Discorsi di lui e del Guicciardini messi in bocca ai personaggi delle loro Storie, 238. Epilogo del secondo libro delle Storie, 240. Esposizione e critica del libro terzo, 241 e seg.; del quale è un episodio principalissimo il Tumulto dei Ciompi, ivi. A ogni libro delle Storie premette delle considerazioni generali, 242. Opportunità di paragonare l'introduzione al terzo libro delle Storie con un luogo dei Discorsi, 243. Esposizione e critica del quarto libro delle Storie, 254 e seg.; e degli ultimi quattro libri, 266 e seg. Sua lettera al Guicciardini a proposito delle Storie, ricordata, 266. Come e perchè esageri e sbagli nel narrare la battaglia d'Anghiari, 270-71; e i fatti di Francesco Sforza, 274; e la battaglia della Molinella, 279; e della sua narrazione delle congiure nei due ultimi libri, 276 e seg. Di nuovo ricordati i Discorsi, 281, 282. Suo giudizio di Lorenzo il Magnifico e confronto con quello datone dal Guicciardini, 284-85. Dei suoi Frammenti Storici ed Estratti di lettere ai Dieci, 285 e seg. Sue Nature d'uomini fiorentini, ricordate, 288. Della sua Bozza delle Storie, 289; e alcuni suoi raffronti con esse, ivi. Paragone delle sue Storie con la Storia d'Italia del Guicciardini, 290 e seg. Di nuovo ricordato il suo Principe, 300. Dell'idea ch'egli ebbe dell'indipendenza italiana, a proposito della congiura del Morone, 318. Si trova col Guicciardini al campo degli alleati contro Carlo V, 319. Ancora de' suoi ideali, e un altro raffronto tra lui e il Guicciardini, 322-23. Finisce l'ottavo libro delle Storie, 323. Lettera di Francesco Vettori a lui, 323-24, 428. Va a Roma a presentare le Storie al Papa, e ne ottiene un sussidio per continuarle, 324. Lettera di Francesco del Nero a lui, e lettere di lui ricordate, 324, 430. Persuade al Papa l'istituzione della milizia nazionale, 325, 326; ed è perciò inviato presso il Guicciardini in Romagna con un breve apostolico, 325, 429. Ricordato a proposito di questa milizia, 450. Torna a Firenze, 327. Sua corrispondenza col Guicciardini, ivi e seg.; che vuol rappresentare la sua Mandragola a Faenza, 327, 331; ma la rappresentazione non ha luogo, 334. Di una medicina da lui usata e falsamente creduta causa della sua morte, 327, 328. Di una sua commissione a Venezia, 328, 431. Imborsato fra i cittadini abili agli uffici politici, 329. Di una sua pretesa vincita a Venezia, ivi. Ritorna a Firenze, 330. Si rimette a scrivere le Storie, 331. Si rappresentano le sue Commedie in Firenze, 333. Come scriva a lui e di lui Filippo de' Nerli, 333, 350, 351, 433. Sua opinione circa i possibili accordi tra il Re di Francia e l'Imperatore, 335; e sue lettere intorno a ciò a Filippo Strozzi e al Guicciardini, ivi, 336. Si occupa del disegno di fortificar le mura di Firenze, ed è cancelliere dei Procuratori a ciò eletti, 337 e seg.; e sue relative lettere d'ufficio, e brani e sunti di lettere al Guicciardini, 338 e seg., 434 e seg. Lettera di un potestà di Montespertoli a lui, ricordata, 340. Sua gita al campo della lega presso il Guicciardini, 344, da cui è inviato a Cremona, 345; e sua lettera di là, ricordata, ivi, 466. Lettera d'Iacopo fornaciaio, e lettere d'altri a lui, ricordate, 344, 444. Torna a Firenze, e della sua relazione, stampata come lettera ad un amico, 347, 348. Sua nuova gita al campo, e sua lettera da Modena, citata, 349. Nuovo ritorno a Firenze, ivi. Ritorna al campo la terza volta, 350. Scrive da Parma e da Bologna e d'altrove a Firenze, 351, 352; e sunti di alcune lettere, 354, 355. Brano di una lettera al figlio Guido, 355, 356; e lettera alla moglie, ricordata, ivi, 474. Ritorna a Firenze, 356. Sua nuova commissione al campo presso Roma, e sunto dell'ultima lettera di mano sua, 361. Ritorna a Firenze, 362. Condizione sua nella nuova repubblica; è trascurato e se ne addolora, ivi e seg. Si ammala e muore, 364-65. Del suo testamento, 365. Vari racconti della sua morte, 366 e seg. Sue Storie e Discorsi, di nuovo citati, 369. Sepolto in Santa Croce; e del monumento ivi erettogli, 370, 372. Notizie di edizioni delle sue opere nel secolo XVIII, 371. Sguardo riassuntivo ai suoi tempi, alla sua vita e alle Opere, alle sue qualità e intendimenti, 373 e seg. Critiche recenti al M. come scrittore di cose militari e come istitutore della milizia fiorentina, 479 e seg.

Machiavelli Niccolò d'Alessandro, I, 296.

Machiavelli Niccolò di Bernardo, nipote del M. Apparecchia un'edizione dell'Opere di lui, che non ha poi effetto, II, 424. Altre notizie intorno a lui, III, 370.

Machiavelli Piero, figliuolo di N. Alcune notizie intorno ad esso, III, 38, 39. Sua lettera intorno alla morte del padre, ricordata, 365, 367. Erede del padre, coi suoi fratelli, 365. Ricordato, 367.

Machiavelli Primerana, sorella di N., III, 41.

Machiavelli Ristoro. Di uno suo quaderno di ricordanze di famiglia, I, 296.

Machiavelli Totto, I, 299. Sunto di una sua lettera al fratello N., 349. Ricordato in lettere di Biagio Buonaccorsi al M., 556, 608. Accordo da lui concluso con N., circa l'eredità paterna, ricordato, II, 120, 210. Ricordato, 525; III, 475.

Macinghi negli Strozzi Alessandra. Sue Lettere a stampa, ricordate, II, 30.

Macun I. Suo discorso intorno al M., ricordato, III, 198.

Magione presso Perugia. Vi si congiura contro il Valentino, I, 384. Ricordata dal M. nel Principe, II, 381.

Magliana, villa di Leone X presso Roma, III, 28, 31.

Malatesta Sigismondo Pandolfo, signore di Rimini, I, 157.

Mancini Pasquale Stanislao. Del suo libro intitolato Prelezioni con un Saggio sul Machiavelli, II, 453 e seg.

Manente (Maestro), II, 563, 567.

Manetti Giannozzo, I, 119, 154.

Manfredi Astorre. Gli è tolto lo stato e la vita dal Valentino, I, 275.

Mangabotti Andrea da Barberino in Val d'Elsa, e i suoi Reali di Francia e gli altri poemi cavallereschi, I, 210.

Mannelli Giovanni. Sua lettera al M., ricordata, III, 334.

Mannelli Luigi, II, 502.

Mantova. Illustrata nel secolo XV dalla dimora di Vittorino da Feltre, I, 161.

Mantova (Marchese di), III, 44 5. - Ved. anche Gonzaga Giovanfrancesco.

Marciano (da) conte Rinuccio. Capitano generale dei Fiorentini nella guerra contro Pisa; rotta da lui toccata, I, 314. Sue pretese, 316, 318.

Mariano (fra), buffone di Leone X, III, 29, 32.

Marignano (Battaglia di), III, 12. Ricordata a proposito dell'Arte della guerra del M., 84.

Marignolle presso Firenze. Vi alloggia Leone X, in una villa del Gianfigliazzi, III, 15.

Marsili Luigi, agostiniano, I, 96.

Marsuppini Andrea, II, 554.

Marsuppini Carlo d'Arezzo, I, 118.

Marsuppini Cristoforo, accademico platonico, I, 176.

Martelli Braccio e Canigiani Antonio, commissari dei Fiorentini, mandati ad impadronirsi di Paolo e Vitellozzo Vitelli, I, 331.

Martelli Ugolino. - Ved. Della Stufa Luigi.

Martellini Antonio, III, 403.

Martesana (Canale della) in Milano, I, 34.

Martini.... prete, II, 554.

Martino V, I, 60, 62.

Maruffi fra Silvestro, I, 289, 290.

Marzi D. Sua opera La Cancelleria della Repubblica fiorentina, citata, I, 307; II, 123.

Marzocco, insegna della Repubblica fiorentina, I, 253.

Masaccio, II, 9.

Massimiliano I, imperatore. Entra in una lega contro Carlo VIII, I, 256. Sua inutile venuta in Italia a favore dei Pisani, 258, 282. Chiede denari ai Fiorentini, ma non li ottiene, 365. Voci di una sua nuova passata in Italia, 629 e seg.; II, 53, 54, 503. Condizioni politiche dei suoi stati, e suo antagonismo con la Francia, 55 e seg. Sue qualità fisiche e morali, 56 e seg., 69, 85. È di nuovo in via per l'Italia, 59. Di nuovo chiede denari ai Fiorentini, 60, 62, 70. Legazione di Francesco Vettori e del M. presso di lui; e notizie della sua impresa, 61 e seg., 68 e seg. Torna in Germania, 70. Tregua tra esso e i Veneziani, 72. Entra nella lega di Cambray, 107. Molte terre imperiali del dominio Veneto son pronte a rendersi a lui, 112. Torna in Italia, e sue imprese, 113 e seg. Gli è inviato il M.; e suo trattato coi Fiorentini, 115. Si unisce ai Francesi contro i Veneziani e il Papa, 125. Voci di accordi tra esso ed il Papa, 530-31. Aderisce al Concilio di Pisa, contro Giulio II, 147; e sua relativa lettera ai Fiorentini, 547. Minaccia di richiamare, poi richiama, le sue genti dall'esercito del Re di Francia, 160, 163. Fa lega col Papa, 192. Considerazioni e giudizi intorno ad esso nella corrispondenza del M. con Francesco Vettori, 224 e seg.; III, 416 e seg. Sua lega con Enrico VIII d'Inghilterra, ricordata, III, 8; poi col Re di Spagna e il Duca di Milano, 11. Difende Verona contro Francesco I, 15. Entra nel trattato di Cambray, ivi. Muore, 24. Ricordato l'assedio da lui posto a Padova, 112.

Masuccio Salernitano. Di lui e del suo Novellino, I, 207.

Matteo (frate). Confessa e assiste il M. in punto di morte, III, 365.

Matter. Come giudichi il M., nel suo libro Histoire des doctrines morales et politiques des trois derniers siècles, II, 451.

Mazzei Lapo. Sue lettere a stampa ricordate, II, 30.

Medici famiglia, I, 38 e seg. La Lega Santa delibera di rimetterli in Firenze, II, 165; e lettere e notizie relative al loro ritorno, 177 e seg., 549 e seg. Del loro governo in Firenze, 184, 205 e seg.; e scritti del Guicciardini ad esso relativi, 258 e seg. Ricordati a proposito del Principe e nel Principe del M., 368, 373, 405, 420, 422. In che relazione fossero con loro i frequentatori degli Orti Oricellari, III, 44 e seg., 130. Del predominio ch'essi ottennero in Firenze con Cosimo il vecchio, nelle Storie del M., 254 e seg., 275. Di nuovo cacciati di Firenze, 359, 363.

Medici Alessandro. Gli è assegnata una pensione da Carlo V, III, 25. Sua origine, 296. Mandato da Clemente VII a Firenze, 297; è poi costretto ad uscirne, 360.

Medici Caterina. Introduce in Francia il Principe del M., II, 428. Abita in Roma nel Palazzo a Sant'Eustachio detto poi da lei Palazzo Madama, III, 2. Della sua nascita, 23.

Medici Clarice di Piero di Lorenzo. Del suo matrimonio con Filippo Strozzi, II, 136. Va a trovare Giuliano de' Medici al suo ritorno in Firenze, 552. Di una lettera del M. forse a lei indirizzata, II, 186, III, 49.

Medici Contessina, II, 552.

Medici Cosimo, il vecchio, I, 40, 43; II, 593; III, 55, 56, 255. Fondatore della Biblioteca medicea, I, 102. Restauratore dell'Accademia platonica, 168. Come parli di lui nelle sue Storie il M., III, 261 e seg., 268, 275, 276.

Medici Galeotto, oratore a Roma; lettere scrittegli dai Procuratori delle mura di Firenze e lettere sue ad essi, ricordate, III, 436, 439.

Medici Giovanni di Bicci, I, 39. Ricordato nella Storia e a proposito della Storia del M., III, 257, 259.

Medici Giovanni di Pierfrancesco, I, 322.

Medici Giovanni, cardinale. Consigli datigli da Lorenzo suo padre, al suo partire per Roma, I, 72, 189. Si spaventa dell'elezione d'Alessandro VI, 231, 234. Capo della sua famiglia dopo la morte di Piero de' Medici; sue qualità e suo contegno, II, 135, 179. Conclude il matrimonio tra Filippo Strozzi e Clarice di Piero de' Medici, 136. Legato di Perugia, poi di Bologna, 149, 158. Prigione dei Francesi alla battaglia di Ravenna, 162, 163; liberato, 163. Sue pratiche per tornare in Firenze, 165. Viene con Raimondo di Cardona contro Firenze, 170, 172. Sua lettera al Papa, intorno al sacco di Prato, 173, 548. È in corrispondenza coi primari cittadini di Firenze, 175. Sua lettera a Piero da Bibbiena relativa al suo ritorno in Firenze, 177, 549. Sue modeste domande agli oratori inviatigli dai Fiorentini, 178. Accolto in Firenze a gran festa, 182. Altra sua lettera a Piero da Bibbiena, ivi, 552. Lettera e altro scritto indirizzatogli dal M., 188, 189. Ricordato in lettere di Francesco Vettori al M., 558, 559. Ancora del suo carattere e qualità, 192-93. Ricordato, 590. Eletto papa. - Ved. Leone X.

Medici Giovanni delle Bande nere, I, 504; III, 296, 298, 320. Disegno del M. di armarlo a difesa della Toscana e della Chiesa contro l'Imperatore, 336, 337. Uno de' capitani della lega contro Carlo V, 347, 348, 469, 470. È crucciato, e vuol partirsi; e domande che fa al Re di Francia, 347, 472, 473. Sua morte, 349.

Medici Giovenco, potestà di Prato; lettera dei Nove della Milizia a lui, II, 508.

Medici Giuliano, fratello di Lorenzo il Magnifico, II, 501. Della sua uccisione nella congiura de' Pazzi, narrata dal M., III, 282, 283. È ricordata a questo proposito una recente apertura della sua tomba, 283.

Medici Giuliano di Lorenzo il Magnifico. Segue il campo dei Veneziani contro Firenze, I, 316. È in Arezzo, 367. Sue pratiche per tornare in Firenze, II, 165. Sua lettera a Piero da Bibbiena, relativa al suo ritorno in Firenze, 177, 549. Si tratta di dargli in moglie una nipote di Pier Soderini, 180, 550. Carattere e qualità sue, 180. Suo ritorno in Firenze, ivi, 551, 552. Interviene in Consiglio alle prime riforme del governo, 181. Due sue lettere a Piero da Bibbiena intorno alla congiura del Boscoli e del Capponi, 197, 553, 555. Di tre sonetti indirizzati a lui dal M., 200 e seg. Capitano e Gonfaloniere della Chiesa, 206-7. Sposa Filiberta di Savoia e diviene duca di Nemours, ivi. Rifiuta il ducato d'Urbino, 207. Fantastica grandi disegni, 209. Si parla di formare per lui uno stato di Parma e Piacenza ec., 366 e seg.; III, 5; e questo disegno ebbe di mira il M. nello scrivere il Principe, II, 369, 370; III, 5; che però pensa di indirizzare a lui, II, 373, 374. Muore prima di ricevere quell'offerta, 375. Ricordato, 420, 541; e in lettere di Francesco Vettori al M., 558, 562, 563, 570, 571. Ancora della sua morte, III, 5. Comandante l'esercito dei Fiorentini e del Papa contro Francesco I, 12. Suo monumento in San Lorenzo di Firenze, ricordato, 33. Insussistenza delle pretese intime relazioni del M. con lui, 49. Sua noncuranza per Firenze e sue mire ambiziose al di fuori, ricordate, 52. Ricordato, 62. Ancora di uno dei Sonetti indirizzatigli dal M., e nuova edizione di esso, 181, 182, 427.

Medici Giulio, II, 175, 179. Arcivescovo di Firenze, poi cardinale, 206. Sue mire ambiziose, 209. Ricordato in lettere di Francesco Vettori al M., 558, 559, 570, 571, 572. Voce che debba andare legato in Francia, 562-63. Vede alcune lettere del M., 574. Altre notizie di lui e sue qualità, III, 5, 22, 23. Viene al governo di Firenze, 23. Voci di un accordo tra esso e Francesco Maria Sforza, 24. Ottiene una pensione sul vescovado di Toledo, 25. Conscio di tutti i segreti del Papa; sue rivelazioni al Guicciardini, 26. Alla sua iniziativa si devono i monumenti a Lorenzo e Giuliano de' Medici scolpiti da Michelangiolo, 33. Si fa intercessore di Luigi Alamanni presso il Papa, 404, 405. Comincia a dimostrare benevolenza al M., 49; e lo incita a scrivere sul modo di riformare il governo di Firenze, 51, 54, 57, 62; e suoi sentimenti veri e finti verso la Repubblica, 55. Vuole avvicinare a sè il M., 63. Scrive a Lucca in favore di alcuni mercanti fiorentini, 408. Sua lettera al M. a Lucca, ricordata, 67. Desidera di leggere l'Arte della guerra del M., 76. A lui in parte è da attribuirsi l'incarico dato al M. di scrivere le Storie, 120, 206. Fa dare al M. la commissione di recarsi al Capitolo dei frati Minori in Carpi, 124. Aspira al papato dopo la morte di Leone X, 128; indi propone il Cardinale di Utrecht, ivi. Del suo prudente governo in Firenze, 129. Mostra di pensare a riordinar la Repubblica, 131; e gli son presentate varie proposte per la riforma, ivi; e uno scritto del M. per ricostituire l'Ordinanza, 132. Qual fosse il vero suo animo 133 e seg. Della congiura ordita contro di lui, 134 e seg. Eletto Papa. - Ved. Clemente VII.

Medici Ippolito, II, 180. Sua origine, III, 296. Mandato da Clemente VII a Firenze, 297. Uno dei cinque Procuratori delle mura, 435. Si solleva il popolo contro il suo governo, 357; e di nuovo, egli abbandona Firenze, 359.

Medici Lorenzo, il Magnifico, I, 43, 44, 172. Si parla delle sue Lettere, 188; e delle sue Poesie, 192 e seg., e per incidenza del suo matrimonio con Clarice Orsini, 193. Delle Lettere di Luigi Pulci a lui, 217. Muore, 230. Gli è negata l'assoluzione dal Savonarola, 277. Si spenge il suo ramo di famiglia, III, 54. Ricordato il suo governo, 55 e seg. Ricordati i suoi Canti Carnascialeschi, in confronto con quelli del M., 180. Ricordato a proposito della Congiura dei Pazzi narrata dal M., 282, 283; e ricordata a questo proposito una recente apertura della sua tomba, 283. Giudizi dati di lui dal M. e dal Guicciardini nelle loro Storie, 284, 285, 490.

Medici Lorenzo di Piero, II, 180. Si tratta di dargli in moglie una figliuola di Gianvittorio Soderini, 193; ma il matrimonio non ha effetto, 206. Suo governo in Firenze, 207 e seg.; e relative istruzioni dategli da Leone X, 207. Ricordato, 366. A lui dedica il M. il suo Principe, dopo la morte di Giuliano de' Medici, 375, 376; III, 19. Ricordato a proposito di quella dedica, II, 420, 421, 423. Ricordato in lettere di Francesco Vettori al M., 570 e seg. pass.; e nella prefazione a una traduzione francese del Principe, 595, 596. Leone X disegna di formare per lui uno stato di Modena e Parma, III, 4, 5. Giudizio dato di lui da un ambasciatore veneto in Roma, 5. Capitano del Papa e dei Fiorentini nell'esercito della lega contro Francesco I, 12. Fa guerra al Duca d'Urbino, e succede in quello stato, 18 e seg. Suo matrimonio, ultime notizie di lui e sua morte, 22, 23. Suo monumento in San Lorenzo di Firenze, ricordato, 33. Insussistenza delle pretese intime relazioni del M. con lui, 49. Sua noncuranza per Firenze e sue mire ambiziose al di fuori, ricordate, 52. È uno dei primi Otto di Pratica, 58. Ricordato, 62. Ricordata la sua impresa contro Urbino in un Capitolo del M., 180.

Medici Lorenzo di Pierfrancesco, I, 567.

Medici Maddalena, figlia di Lorenzo il Magnifico, I, 71, 189. Le è concessa da Leone X l'esazione delle indulgenze in molte parti della Germania, III, 26.

Medici Piero di Cosimo, II, 501. Di lui e della congiura tramatagli contro, nelle Storie del M., III, 277. Errore di fatto, relativo a lui, nelle dette Storie, 278.

Medici Piero di Lorenzo, I, 230. Sua condotta politica mentre Carlo VIII sta per calare in Italia, I, 235, 242, 243, 244, 246, 249, 521. Sue lettere all'oratore fiorentino a Napoli, citate, 246, 251. Firenze gli si ribella; sua fuga, 252. Segue il campo dei Veneziani contro Firenze, 316. Pratiche dei Veneziani per rimetterlo in Firenze, con l'aiuto di Paolo Vitelli, 332, 548 e seg. Il Valentino vorrebbe rimetterlo in Firenze, 360. È in Arezzo, 367, 370. Giunge in Firenze la notizia della sua morte, 464. Ricordato, II, 121, 122, 135, 541 e seg.

Medici Salvestro, I, 38. Ricordato nella Storia e a proposito della Storia del M., III, 247, 253, 257, 264.

Medici Vieri, I, 38; III, 254.

Medin A. Citato a proposito della Mandragola del M., III, 148.

Mercanzia (Corte della), in Firenze, riformata, I, 376.

Metternich (Principe di). Parla con grande disprezzo del M. nelle sue Memorie, II, 444; ma in fatto riconosce vera la dottrina fondamentale del suo libro del Principe, 445.

Meyncke (dott.) Due suoi articoli relativi al M., ricordati, II, 582.

Michele di Lando nella Storia del M. e in altre Storie, III, 250 e seg.

Micheli, mercanti lucchesi, III, 406 e seg.

Micheli Bonaventura - Ved. Cenami Bartolommeo.

Michelozzi Niccolò, cancelliere degli Otto di Pratica. Di lui sono tre volumi di lettere credute del M., I, xxvi. Succede al M. al ritorno de' Medici in Firenze, II, 191, 207. Cassato dall'ufficio alla nuova cacciata de' Medici, III, 364.

Michiel (Cardinale). Muore, e la sua casa è svaligiata d'ordine d'Alessandro VI, I, 433. Di nuovo ricordata la sua morte, 463.

Milanesi (Gaetano). Sua opinione sull'origine della voce Marzocco, I, 253. - Ved. anche Passerini (Luigi).

Milanesi Ricciardo, III, 405.

Milano sotto i Visconti, I, 27 e seg.; sotto gli Sforza, 30 e seg. Condizioni de' suoi studi sotto Filippo Maria Visconti, 148. Non ha «un valore suo proprio nella storia dell'erudizione», 153. V'è trasferito il Concilio di Pisa contro Giulio II, II, 155; ch'è poi disdetto dal Re di Francia, 221. Ricordata dal M. nei suoi Discorsi, 305, 322; e nel Principe, 617. Si ribella a Massimiliano Sforza, III, 8. V'entra vittorioso Francesco I, 13. Presa dagli Imperiali di Carlo V, 28. Accenni all'impresa che disegnano farne Francesco I e i suoi alleati, 343 e seg. pass., 453, 465.

Milano (Duomo di), I, 28.

Milano (Ospedale maggiore di), I, 34.

Milizia fiorentina. - Ved. Ordinanza e Nove d'Ordinanza.

Miniati Dino, uno dei cinque Procuratori delle mura di Firenze, III, 435.

Minio Marco, ambasciatore veneto a Roma; suo giudizio su Leone X, III, 2.

Mino da Siena, II, 573.

Mocenigo (Andrea). La sua Storia è una delle fonti di quella del Guicciardini, III, 491.

Mocenigo Tommaso, I, 53.

Modena. - Ved. Parma. - Acquistata per denari da Leone X, III, 10; che poi s'obbliga di renderla al Duca di Ferrara, 17; ma non la rende, 18, 128. V'è governatore per Clemente VII Filippo de' Nerli, 350.

Mohl Roberto. Suo lavoro sul M., ricordato, II, 282, 349, 402, 414, 426, 441, 442. Si esamina detto lavoro, 477 e seg.

Molinella (Battaglia della), tra la gente dei Veneziani e dei Fiorentini, come narrata dal M., III, 279.

Molza. Uno dei migliori letterati della corte di Leone X, III, 32.

Monaci prof. Ernesto. Permette all'autore di valersi di un suo esemplare del Principe, postillato, II, 437, 593. Esamina e giudica la scrittura di due Sonetti del M., III, 182.

Moncada (di) don Ugo, I, 385. Tratta e conclude un accordo tra Clemente VII e Carlo V, III, 341, 342.

Mondaini G. Citato a proposito della Mandragola del M., III, 148.

Montano Niccola, I, 35; III, 280.

Montecuccoli (Raimondo), ricordato a proposito dell'Arte della guerra del M., III, 83.

Monte di Pietà in Firenze, sua istituzione, I, 281.

Montefeltro, III, 411.

Montefeltro (da) Federico, duca d'Urbino, I, 162. Della sua biblioteca, 163; III, 19.

Montefeltro (da) Giovanna, I, 405.

Montefeltro (da) Guidobaldo, duca d'Urbino, capitano delle genti d'Alessandro VI contro gli Orsini, I, 259. Fatto prigione, ivi. Chiede ed ottiene un salvacondotto da Paolo Vitelli, 316. Gli è tolto lo stato dal Valentino, 367. Lo ricupera, 385. Costretto a rilasciarlo al Valentino, 403. Ammette alla sua presenza il Valentino, che gli si scusa, 461-62. Comanda le genti di Giulio II, 497. Ricordato dal M. nei suoi Discorsi, II, 322.

Montepulciano, II, 141.

Montesecco (da) Giovambatista, III, 281.

Montespertoli, castello redato dai Machiavelli, I, 295 e seg.

Morandi. Suo lavoro Lorenzo il Magnifico, Leonardo da Vinci e la prima grammatica italiana, citato, III, 186 e seg.

Moratini Bartolommeo, II, 514.

Mordenti Francesco. Suo Diario di Niccolò Machiavelli, ricordato, II, 495.

Morelli Lodovico. Compare al primo figliuolo del M., I, 606. Ricordato, 608.

Moreni Domenico. È il primo a notare che il M. si valse del Cavalcanti nelle sue Storie, III, 255.

Moro Tommaso. Della sua opera l'Utopia, e raffronto col Principe del M., II, 409 e seg.

Morone Andrea da Brescia, istrione alla corte di Leone X, III, 29.

Morone Antonio, III, 353.

Morone Giovanni, III, 353.

Morone Girolamo, segretario del Duca di Milano, II, 221; III, 8. Va in cerca d'aiuti a difesa del suo Signore, ivi. Scampa dalle mani dei Francesi dopo la battaglia di Marignano, 13. È a Trento presso Francesco Maria Sforza e gli son mandati denari da Francesco Guicciardini, 27. Suo Esame e Documenti concernenti la sua Vita, ricordati, 303 e seg. Tratta con Carlo V per l'investitura del ducato di Milano allo Sforza, 303. Maneggiatore principale, ma non sincero, d'una lega italiana contro Carlo V, ivi e seg. Accenni alla sua vita precedente, alla sua cultura, al suo ingegno, ecc., 305. Sue Lettere e Orazioni latine, citate, 307. Fatto prigioniero dagl'Imperiali, 312, 330; e della sua confessione ed Esame, 313. Della sua liberazione e altre notizie relative, e della sua morte, ivi e seg., 349, 353; e giudizio di lui e della sua congiura, 315 e seg., 319, 320. Ricordato, 488.

Mulina in Firenze. - Ved. Porticciola delle mulina.

Müller Giovanni (Regiomontanus), I, 145.

Mundi Teodoro. Suo libro sul M., ricordato, II, 78, 82, 84, 479, 494. Sue osservazioni sulla Mandragola, citate, III, 163.

Musachino, I, 627.

N

Naldi Dionigi, I, 358.

Napoleone I, ammiratore del M., II, 443.

Napoli sotto gli Angioini, I, 73; sotto Alfonso e Ferdinando d'Aragona, 75. Gli eruditi a quella corte nel secolo XV, 153 e seg. Occupata dai Francesi, 254; si solleva contro di essi, 256; e accenni alle guerre tra Francesi e Spagnuoli di quel regno, 257, 258, 361, 363, 432, 437, 438, 463, 464. Ricordata dal M. nei suoi Discorsi, II, 305, 307. Leone X vorrebbe dare quel regno a Giuliano de' Medici, 366; III, 5, 10, 11. Ricordato quel regno nel Principe, II, 601, 617; e nella Novella di Belfagor, III, 196. Offerta di quel regno fatta al Marchese di Pescara, 304, 306, 308. Ricordati i suoi scrittori nel Dialogo sulla lingua, 188. Accenni all'impresa di quel regno che intendeva fare il Re di Francia e i suoi collegati contro l'Imperatore, 451, 459 e seg., 471.

Nardi Bernardo. Della sua congiura contro i Medici in Prato, e come la narri il M., III, 279.

Nardi Iacopo. Nella sua Storia di Firenze è riportato quasi per intero il Diario del Buonaccorsi, I, 327; II, 183; III, 489. Gli sono affidati dalla Repubblica i conti da farsi coi Pisani dopo la resa di quella città, II, 104. Si ricordano alcuni suoi versi composti dopo il ritorno de' Medici nel 1512, 184. Frequentatore degli Orti Oricellari, III, 47, 49. Loda il governo del cardinal Giulio de' Medici in Firenze, 129, 133; ma accusa lui di simulazione, 133. Ricordato a proposito della difesa del palagio della Signoria in una sollevazione contro i Medici, 358; e ricordata la sua Storia a proposito di quella sollevazione, 485. Ricordato a proposito della morte del M., 366. Citazione d'un altro passo della sua Storia, 492.

Nasi Alessandro. Oratore in Francia, I, 583 e seg. Commissario a Cascina; sua lettera al M., II, 499; altra sua lettera ricordata, 503. Di nuovo oratore al Re di Francia, 94, 124, 528, 535. Ricordato, 565. Ad un suo libro attinge il Guicciardini per la sua Storia, III, 492.

Nasi Bernardo, I, 633.

Nasi Giovambatista, II, 559.

Nasini Giovambatista, III, 389.

Navarro Pietro. Uno dei comandanti l'esercito della Lega Santa contro il Re di Francia, II, 158, 161. Dei carri falcati di sua invenzione, 159, 160. Accusato di tradimento, 161. Fatto prigione alla battaglia di Ravenna, 162. Disertore della Spagna, comanda parte dell'esercito di Francesco I di Francia, III, 11. Ricordato, 110, 308. Visita col M. le mura di Firenze, 338, 439, 441. Comandante le navi francesi contro gl'Imperiali, 348, 450.

Nazaria (Abate di), III, 312, 314.

Nelli Bartolommea, madre del M., I, 298. Sua pietà e cultura, ivi. Sua morte, 299.

Nelli Francesco, II, 526. Lettera di Piero Machiavelli a lui, ricordata, III, 365.

Nemours (Duca di), II, 160.

Nerli Filippo, lo storico. Partigiano de' Medici; suo giudizio dei gonfaloniere Soderini, II, 177. Frequentatore degli Orti Oricellari, III, 47, 133. Sua lettera al M., 67, 410; ed altra, ricordata, 76. Si mantiene fedele al Medici; suoi Commentari citati a proposito delle proposte di riforma del governo presentate al cardinale Giulio de' Medici, 133; e a proposito della congiura contro il Cardinale, 486. Ricordato, 136. Parla della recita della Clizia del M. in una sua lettera ricordata, 163. Il M. gl'indirizza il suo Capitolo dell'Occasione, 176. Sue lettere al M., ricordate, 329, 333. Ostenta amicizia col M., ma in fatto non gli è benevolo, 333. Della data d'una sua lettera a Francesco del Nero, relativa al M., e testo di essa, ivi, 433. Governatore per il Papa in Modena; suo copialettere ricordato, dove parla anche del M., 350. Loda un passo della Storia del Guicciardini nei suoi Commentari, 492, 493.

Neroni Dietisalvi, II, 501; III, 279.

Niccoli Niccolò, e i suoi codici, I, 100.

Niccolini A., oratore a Milano; estratti di sue lettere fatti dal Guicciardini, ricordati, III, 491.

Niccolò V, I, 64. La sua è l'età dell'oro per gli eruditi in Roma, 124. Gran biblioteca di codici da lui raccolti, 126. Trasforma Roma in una città monumentale, 127.

Nifo Agostino. Del suo libro De regnandi peritia, cattiva imitazione del Principe del M., II, 417.

Nitti Francesco. Suo libro intorno al M., ricordato; e critica d'alcuni luoghi di esso, I, 300, 333, 435, 463, 466, 552. Ricordato, II, 495.

Nobili Lodovico, II, 554.

Nogaret (di) Guglielmo, II, 236.

Nourrisson. Si cita il suo libro sul M., II, 418, 424.

Novara (Battaglia di), ricordata, III, 84.

Nove d'Ordinanza e Milizia. Loro istituzione, I, 514. Loro lettere, II, 506 e seg. Ricordo di una loro elezione, 524. Cassati, 190. - Ved. anche Ordinanza e Milizia.

Novellino (Il). - Ved. Masuccio Salernitano.

Nuto (ser), bargello in Firenze. Della sua uccisione narrata dal M. e da altri storici, III, 251.

O

Oddi famiglia, capi della fazione avversa ai Baglioni in Perugia, I, 157, 479.

Olgiati Girolamo, I, 35; III, 280, 281.

Orange (Principe d'), III, 308, 448.

Orco (d') Ramiro. - Ved. Ramiro.

Ordelaffi Antonio. Entra in Forlì, I, 449; e i Fiorentini lo invitano a recarsi in Firenze, ivi, 602.

Ordinanza a cavallo in Firenze, II, 140. Sunto della provvisione che la istituisce, II, 167.

Ordinanza e Milizia fiorentina, ideata dal M., e sua istituzione, I, 495, 498, 501 e seg., 629, 630. Relazione del M. su di essa, 637 e seg. Elezione dei suoi Nove Ufficiali, 514. Il M. provvede al suo ordinamento; gran numero di lettere da lui scritte per tal effetto, ricordate, II, 51. Lettera al M. relativa ad essa, 516. È in campo contro Pisa, 94 e seg. Eccessiva fiducia che vi pongono i Fiorentini, 106. È alla guardia di Prato contro l'esercito del Cardona, 172; e vi fa mala prova, restandovi quasi distrutta, ivi, 173. Sciolta al ritorno de' Medici, 184, 190, 191. Ricostituita, e relativa provvisione ricordata, III, 58, 59. Ne parla con lode il Guicciardini, 59. Ricordata a proposito dell'Arte della guerra del M., 81, 84; e nell'Arte della guerra, 91, 96 e seg. passim., 117. Il M. cerca persuadere il cardinale Giulio de' Medici a riordinarla, 132. Di nuovo raccomandata dal M., 344; e suo nuovo scritto sulla medesima, ivi, 421. - Ved. anche Nove d'Ordinanza e Milizia.

Ordinanza e Milizia nazionale, proposta dal M. a Clemente VII; e del disegno d'istituirla in Romagna, III, 325 e seg.; e relativo breve del Papa, 429.

Orlandi Giovanni, II, 509.

Orlandini Piero, II, 554.

Orsello Bastiano di Forlì, III, 320.

Orsini, famiglia. Guerra tra essi e Alessandro VI, I, 258 e seg. Loro congiura e lega contro il Valentino, 384; e loro accordo con esso, 392, 393. Entrano per lui in Sinigaglia, 406. Alcuni di essi fatti morire dal Valentino e dal Papa, 410 e seg.; i superstiti si mettono sulla difesa, 418; cercano d'impadronirsi del Valentino, 445, 446. Ricordati, I, 478; e dal M. nel Principe, II, 381, 386, 609, 612, 618.

Orsini Adriana, I, 234, 236, 238, 253.

Orsini Alfonsina. Sunto di una lettera del M. che si crede a lei indirizzata, II, 186; e ancora di questa lettera, III, 49. Si oppone al matrimonio di Lorenzo suo figliuolo con una figliuola di Gianvittorio Soderini, II, 206.

Orsini Bartolommea, moglie di Bartolommeo d'Alviano, I, 259.

Orsini (Cardinale). È di mezzo in un trattato tra Vitellozzo Vitelli e i Francesi sotto Arezzo, I, 370, 567. Imprigionato da Alessandro VI, 410, 416. Svaligiatane la casa, e cacciati i suoi parenti, 416. Come si andasse da se medesimo «intrappolando», 415. Sua morte, e inutili preghiere fatte al Papa per salvarlo, 417.

Orsini Clarice, moglie di Lorenzo de' Medici, I, 193.

Orsini Frangiotto. Entra in una lega contro il Valentino, I, 384.

Orsini Gentile Virginio. Compra due feudi di Franceschetto Cibo, I, 236, 246. Prigione degli Spagnuoli, e sua morte, 258.

Orsini Giovan Giordano. Sposa una figliuola di Giulio II, I, 495.

Orsini Lorenzo. - Ved. Ceri (da) Renzo.

Orsini Niccolò, conte di Pitigliano. È al soldo dei Veneziani, II, 108. Muore, 124.

Orsini Paolo. Entra in una lega contro il Valentino, I, 384. Tratta e firma con lui un accordo in nome proprio e degli altri collegati, 393. Imprigionato, 406; e fatto uccidere dal Valentino, 410.

Orti Oricellari di Firenze, e dei convegni letterari che vi si tennero, III, 44 e seg.; che non furono, come alcuni credono, un rinnovamento dell'Accademia platonica, 47. V'interviene invitato, Leone X, 48. V'è introdotto il M., e delle letture che vi fa, ivi e seg., 118, 130. Vi si suppongono dall'autore tenuti i dialoghi dell'Arte della guerra, 75, 87. Vi si cospira contro i Medici, 135 e seg.; e sono chiusi dopo questa congiura, 137. Della opinione poco probabile, che vi si recitasse la Mandragola del M. dinanzi a Leone X, 149.

Osorio, vescovo portoghese, detrattore del M., II, 423.

Otomano Francesco. Brano di una sua Epistola, riferito a proposito della morte del M., III, 370.

Otto di guardia e balìa di Firenze. Minacciati dalle donne di mal affare, II, 135. Sono loro deferite le cause di stato, 208. Sentenza da essi pronunziata contro Filippo Strozzi, 539. Loro bando contro il M., 556. Ricordati, III, 58, 360.

Otto di Pratica, sostituiti ai Dieci della guerra, II, 209, 217; III, 58. Primi registri delle loro lettere, ricordati, 58. Lettera di Roberto Acciaiuoli oratore in Francia a loro, 446. Soppressi, 360, 364.

Otto Santi, III, 246.

P

Padova. Perduta poi ricuperata dai Veneziani, II, 112, 113. Dell'assedio postovi dall'imperatore Massimiliano, 113, 522; III, 112, 113.

Padova (da) Marsilio, e del suo libro Defensor pacis, II, 238 e seg.

Paganesimo. - Ved. Cristianesimo.

Palazzo Madama in Roma, III, 2.

Palmieri Matteo. Suoi Ricordi citati, I, 39.

Panciatichi Gualtieri, III, 411.

Pandolfini Agnolo. Del suo Governo della famiglia, I, 185, 186. Ambasciatore a Milano, 243.

Pandolfini Francesco. Oratore fiorentino presso Luigi XII, II, 91, 535; e presso Gastone di Foix, e sua lettera citata, 150. Brani d'altre sue lettere, 153; e altre lettere ricordate, 159, 163.

Pandoni (de') Porcellio, I, 154.

Panormita. - Ved. Beccadelli Antonio.

Paolo II, I, 68. Infamato dal Platina nelle sue Vite de' Papi, ivi, 144. Ricordato, III, 278.

Paolo IV. Mette all'Indice le opere del M., II, 424.

Papato. Sguardo alla sua storia nel secolo XV, I, 60.

Parenti Piero. Sua storia ms. citata, I, 440, 441; II, 60 e seg.

Parigi (Parlamento di). Ricordato nei Discorsi del M., II, 318, 321.

Parma, difesa dal Guicciardini, ivi governatore per il Papa, III, 128.

Parma e Modena. Leone X disegna di formarne con Piacenza e Reggio uno stato per Lorenzo o per Giuliano de' Medici, II, 366 e seg.; III, 4, 11, 52, 54.

Parma e Piacenza. Occupate da Raimondo di Cardona, III, 8; e da lui date a Leone X, 9, 11. Francesco I disegna d'impadronirsene, 13; e gli sono poi cedute dal Papa, 17. Il Papa agogna a riaverle, 23; e gli sono promesse da Carlo V, 25. Occupate da Carlo V, 28.

Parrano (da) Paolo, al soldo dei Fiorentini, I, 610, 626.

Pascal. Gli è attribuita un'apologia del M., II, 428.

Pasquino (Statua di), in Roma, III, 128, 129.

Passerini Luigi e Milanesi Gaetano. Della loro edizione delle Opere del M.; e osservazioni intorno ad alcuni luoghi di essa, I, xiv, xviii, xxiii, xxiv, 297, 298, 299, 302, 307, 334, 342, 345, 357, 358, 384, 399, 410, 434, 465; II, 65, 68 e seg., 101, 102, 103, 123, 363; III, 38, 62, 67, 76, 285, 286, 289, 334.

Passerini Silvio, cardinale di Cortona. Mandato a governare Firenze da Clemente VII, III, 137, 296. Lettera di Roberto Acciaiuoli oratore in Francia a lui, 445. Il popolo insorge contro di lui e contro i Medici; poi si accorda, 356, 357, 484; poi insorge di nuovo, ed egli abbandona Firenze, 359.

Pavia (Battaglia di), III, 84. Brevi notizie di essa, 298, 299. Previstone l'esito dal Guicciardini, 321. Ricordata a proposito di un passo della Storia del Guicciardini, 489.

Pavia (Certosa di), I, 28.

Pavia (Università di), I, 28.

Pazzi Alessandro. Suo discorso intorno alla riforma del governo di Firenze, ricordato, III, 61, 131. Sua orazione latina, ricordata, 133.

Pazzi Antonio, oratore a Roma; estratti di sue lettere, fatti dal Guicciardini, ricordati, III, 491.

Pazzi (Congiura dei), I, 45, 69. Della narrazione fattane dal M. nelle sue Storie, III, 281 e seg.

Pazzi Cosimo, arcivescovo di Firenze, II, 206, 590.

Pazzi Francesco, II, 501. Traditore e uccisore di Giuliano de' Medici; come ne parli il M. nelle Storie, III, 282, 283.

Pazzi Francesco, vescovo d'Arezzo. Suo ritratto scritto dal M., ricordato, III, 288.

Pazzi Guglielmo. Commissario nella guerra contro Pisa, I, 314. Commissario di guerra ad Arezzo, 366.

Pazzi Iacopo, III, 283.

Pazzi Piero, I, 101; oratore a Roma, II, 110.

Pazzi Poldo, II, 552.

Pepi Francesco. Oratore a Giulio II, I, 501. Ricordato nei Frammenti storici del M., III, 287. Suo ritratto scritto dal M., ricordato, 288.

Périès M. Sua Histoire de Machiavel, ricordata, II, 194.

Perugia. L'arte vi fiorisce in mezzo al più gran disordine civile, I, 157. È in arme per opporsi all'entrata del Valentino, 568. Abbandonata dai Baglioni, 408. Vi va oratore il M., e sue tristi condizioni in quel tempo, 479. Si arrende a Giulio II, e relativo accenno nei Discorsi del M., 497; II, 309. Leone X agogna alla sua signoria, III, 23; e l'ottiene, 24. Vi ritornano i Baglioni, 128.

Peruzzi Baldassarre. Dipinge le scene per la recitazione della Calandria del Bibbiena, III, 32.

Pesaro, III, 128.

Pescara (Marchese di). - Ved. D'Avalos Ferdinando.

Petrarca, I, 82 e seg. Con lui comincia il Rinascimento, I, 91. Allegato dal M. nel Principe, II, 407; e nel Dialogo sulla lingua, III, 182, 185.

Petrucci famiglia, ricordata dal M. nel Capitolo dell'Ambizione, III, 179.

Petrucci Alfonso, cardinale, capo di una congiura contro Leone X, III, 20; per cui è giustiziato, 21.

Petrucci Antonello, I, 77, 78.

Petrucci Borghese. Gli è tolto lo stato di Siena, III, 20.

Petrucci Pandolfo. Gli è inviato il M., I, 364. Entra in una lega contro il Valentino, 384. Il Valentino va per cacciarlo da Siena, 409. Esce di Siena con un salvacondotto, ma è inseguito e scampa per miracolo, 411. Aiutato a rientrare in Siena, 429. Politica tenuta con esso da Iacopo IV signore di Piombino, 486, 620. Della legazione del M. a lui, 486 e seg. S'offre di fare alleanza coi Fiorentini; e che uomo egli fosse, 487. Ricordato a proposito di una lega tra Firenze e Siena, II, 141. Cerca distorre Giulio II dal muovere le armi contro i Fiorentini, 152. Ricordato dal M. nel Principe, 402. Fautore del ritorno de' Medici in Firenze, III, 20.

Petrucci Raffaello. Posto a governare in Siena da Leone X, III, 20. Il cardinal Soderini cerca cacciarnelo, 134.

Piacenza. Ricordate certe sue fortificazioni a proposito di altre che si disegnava farne in Firenze, III, 439. Ved. Parma e Modena e Parma e Piacenza.

Pianosa, presa dal Valentino, I, 361.

Piccinino Iacopo, I, 33. Confronto tra le Storie del M. e del Guicciardini dove parlano della sua morte, III, 276, 277.

Piccinino Niccolò, III, 267, 270.

Piccolomini Enea Silvio. - Ved. Pio II.

Piccolomini prof. Enea. Sua lettera intorno alla questione se il M. conoscesse la lingua greca, I, 304, 533; e di nuovo ricordato a tal proposito, II, 575 e seg.

Piccolomini Paolo. Pubblica i versi di Iacopo da Diacceto, III, 136.

Pico della Mirandola Giovanni, I, 182, 277.

Pierotto. - Ved. Caldes Pietro.

Pietro Leopoldo, granduca di Toscana, promuove un'edizione dell'Opere del M., III, 372.

Pilli Girolamo, commissario in Lunigiana, I, 598, 623.

Pintor Fortunato. Suo articolo sul Barlacchia, citato, III, 168, 170.

Pinzon Sebastiano, segretario del cardinale Battista Ferrari, e forse suo avvelenatore; succede nella maggior parte dei suoi benefizi, I, 381.

Pio II (Enea Silvio Piccolomini), I, 66, 67, 115, 136, 158, 163. Si ricorda una traduzione di Diodoro Siculo a lui dedicata, II, 578. Suo compendio delle Storie di Flavio Biondo, ricordato, III, 207.

Pio III. Sua elezione, I, 445; e sua morte, 446.

Piombino. Dell'impresa del Valentino contro quella città, I, 360, 361, 363. Fanti spagnuoli mandativi da Consalvo contro i Fiorentini, 485, 620. V'è aspettato il Re di Spagna, 631.

Pisani. Si ribellano ai Fiorentini, I, 252. Occupano la fortezza della città ceduta loro dai Francesi, 257. Notizie della guerra tra essi e i Fiorentini, 282, 313 e seg., 326 e seg., 337 e seg., 365, 430, 467 e seg., 478, 479, 490 e seg., 536, 538, 541 e seg., 596 e seg., 609 e seg.; II, 91 e seg., 261, 503, 505; e notizie della resa, 98 e seg. Interdetti da Giulio II, 148. Ricordati nei Discorsi del M., 309, 316; e nel Principe, 400. Di nuovo ricordata la loro guerra coi Fiorentini, III, 111, 112.

Pistoia. Vi accadono dei tumulti, I, 356, 556; il M. è più volte spedito a sedarli, 357, 364; e ne scrive una relazione, 365. Ricordata nei Discorsi del M., II, 309, 316; e nel Principe, 390, 400.

Pistoia (Il). - Ved. Cammelli Tommaso.

Pitigliano (di) conte Lodovico, condotto al soldo dei Fiorentini, I, 623.

Pitti Iacopo. Sua Storia Fiorentina allegata a proposito del governo di Giulio de' Medici in Firenze, III, 134. Alcune osservazioni critiche sulla sua Apologia dei Cappucci, 484.

Pitti Leonardo di Piero, II, 211.

Pitti Luca, III, 275, 278.

Platina. - Ved. Sacchi Bartolommeo.

Plauto. Paragone fra esso e Terenzio, a proposito del teatro italiano nel Rinascimento, III, 141 e seg.; e raffronto della Clizia del M. con la sua Casina, 163 e seg.

Pletone Giorgio Gemisto, I, 107. Fondatore del neoplatonismo, 166. Combattuto dagli aristotelici, 167.

Poemi cavallereschi, I, 208 e seg.

Poesia volgare. Due generi d'essa nel Trecento; e suo risorgimento alla fine del secolo XV, I, 190.

Polibio, copiato dal M. nei Discorsi, II, 289.

Polidori Filippo Luigi. Di alcuni suoi giudizi sulla Commedia in prosa del M. e sulla Commedia in versi a lui attribuita, III, 167, 168, 169. Si combattono i suoi dubbi sull'autenticità del Dialogo sulla lingua del M., 182.

Politi Catarino, detrattore del M., 423.

Politica (Scienza). - Ved. Scrittori politici.

Poliziano Angelo. Brevi notizie della sua vita e delle sue opere, I, 172, 195 e seg. Sepolto in San Marco, 277. Traduttore di Erodiano, II, 586. Ricordate le sue ottave in confronto con quelle del M., III, 180.

Polo Reginaldo, cardinale, grande avversario del M.; come parli del suo libro del Principe, II, 421; e delle sue Opere in genere, 423.

Pontano Giovanni Gioviano, I, 77, 156. Della sua vita e delle opere, in specie delle poesie, 202 e seg. Brani e sunti di sue lettere, 244 e seg. Ricordato il suo libro De Principe, II, 245, e l'altro De Fortuna, 572. Ricordato dal M. nel Principe, 388.

Poppi (Vicario di). Lettera dei Procuratori delle mura di Firenze a lui, ricordata, III, 438.

Porcari Stefano, I, 304.

Porfirogenito. Suoi Excerpta d'autori greci, ricordati, II, 583 e seg.

Possente (di) Bastiano, detto Il Zinzi, III, 412.

Posserino, detrattore del M., II, 424.

Prato. Provvedimenti per difenderla dagli Spagnuoli condotti da Raimondo di Cardona, II, 172. Assediata e messa a sacco, ivi, 173, 174, 184, 548. Si vendono in Firenze le spoglie sanguinose di quei terrazzani, 182. Della congiura orditavi da Bernardo Nardi, relativamente alla narrazione fattane dal M., III, 280.

Procuratori delle mura di Firenze, III, 339. Lettere, patenti ecc., scritte dal M. loro cancelliere, 434 e seg.

Pucci Lorenzo, datario di Giulio II. Mandato dal Papa a invitare i Fiorentini alla lega contro i Francesi, II, 164. Creato cardinale (dei Santi Quattro), III, 5. Debito lasciato con esso da Leone X, 36.

Puglia (di) fra Francesco, I, 286.

Pulci Luigi e il suo Morgante maggiore, I, 223; II, 33, 34. Delle sue Lettere a Lorenzo il Magnifico, I, 217.

Pulci Raffaello, I, 558, 561.

Puliga (da) ser Francesco, I, 558.

Q

Querno Camillo, poeta istrione alla corte di Leone X, III, 30.

Quirini Vincenzo, ambasciatore veneto presso l'Imperatore; sua relazione citata, II, 67, 79, 82, 86.

R

Radicchi Filippo, commissario in Lunigiana, I, 542.

Ragusa. Vi è la peste, III, 391.

Rajna Pio. Suo giudizio intorno al Dialogo sulla lingua del M., III, 182, 184.

Ramazzotto, capo di bande, I, 359; II, 182.

Ramiro d'Orco. Amministra la giustizia per il Valentino in Romagna, I, 403. Fatto prigione, poi ucciso, 404. Ricordato dal M. in alcune sue lettere e nel Principe, II, 369, 382, 383, 608.

Rangoni di Modena, eredi di un ramo del Machiavelli, I, 297.

Rangoni conte Guido, III, 472, 474.

Ranke Leopoldo. Della sua critica della Storia d'Italia del Guicciardini, I, 378; III, 292, 483 e seg.; e delle sue considerazioni sulle opere e il carattere del M., II, 279, 365, 393, 457 e seg.

Rappresentazioni sacre in Italia. Cenni storici intorno ad esse, III, 139 e seg.

Raumer, critico del M., II, 451.

Ravenna, posseduta dai Veneziani e agognata da Leone X, III, 4.

Ravenna (Battaglia di), II, 160 e seg. Ricordata a proposito dell'Arte della guerra del M., III, 83, 84; e nell'Arte della guerra, 97.

Reggio. Leone X s'obbliga di renderla al Duca di Ferrara, III, 17. Ricordata, 128. Si esamina un passo della Storia del Guicciardini relativo a un assalto datole dai Francesi, 486. - Ved. Parma e Modena.

Regiomontanus. - Ved. Müller Giovanni.

Rehberg A. W. Di un suo lavoro sul M., II, 455.

Reuchlin Giovanni, I, 145, 182.

Riario (Cardinale). Piglia parte a una congiura contro Leone X; e, scoperto, come si salvi, III, 20, 21; ricordate le sue esequie, 36.

Riario Girolamo, I, 69, 70.

Riario Ottaviano. Della sua condotta al soldo dei Fiorentini, I, 321, 323.

Riario Pietro, I, 69.

Ribadeneira, gesuita. Sue opere contro il M., ricordate, II, 425.

Ricasoli (da) Antonio, II, 551.

Ricasoli (Banco dei). Debito lasciatovi da Leone X, III, 36.

Ricci famiglia. Si accenna alle carte del M., passate in essa dopo la morte di lui, I, xviii. Loro discordie con gli Albizzi, ricordate, III, 257.

Ricci Bernardo, I, 571. Destinato oratore in Francia, 572, 574; e all'Imperatore, 632.

Ricci Cassandra, II, 362.

Ricci Daniello, III, 339.

Ricci Giovanni, marito della Baccia figlia del M., I, 296; III, 365.

Ricci Giuliano. Figlio di una figliuola del M., I, 296. Suo Priorista ms., ricordato, ivi; II, 199, 201, 217; e Codice Ricci dove egli raccoglie notizie e carte intorno al M., pur ricordato, I, 297, 299, 302, 303, 478. Apparecchia un'edizione delle Opere del M., che non ha poi effetto, II, 424. Passi del suo Priorista relativi a una Commedia del M. intitolata Le Maschere, III, 147, e ad altra intitolata La Sporta, 171; al suo Dialogo sulla lingua; 183; alla morte del M., 367; e alla sua cappella gentilizia in Santa Croce, 370.

Ricci Pierfrancesco. Ha in moglie l'ultima discendente della famiglia del M., I, 296: II, 362.

Riccia (La), II, 569; III, 412.

Richelieu. Dà incarico di scrivere un'apologia del M., II, 428.

Ridolfi A. Come difenda il M. nel suo libro Pensieri ec. sul Principe, II, 449.

Ridolfi (Cardinale), III, 357, 484.

Ridolfi Giovambattista. Commissario in campo contro Pisa, I, 341, 342. Commissario generale in Romagna; sunto di lettere del M. a lui, 448. Ricordato, 509, 603. Potestà di Montepulciano; sunto d'una sua lettera, II, 168. Gonfaloniere di giustizia, 181. Oratore a Milano; estratti di sue lettere fatti dal Guicciardini, ricordati, III, 491.

Ridolfi Giovanni. Brano d'una lettera del M. a lui, I, 432. Commissario generale in Cascina; e brano d'altra lettera del M., 510. Ricordato, 593. Oratore in Francia, II, 94.

Ridolfi Luigi. Gli è data in moglie una figliuola di Gianvittorio Soderini, II, 206.

Riforma religiosa ai primi del secolo XVI, I, 1; II, 273 e seg.; III, 6, 8, 25, 29, 34.

Rimbotti Alberto, iniziatore d'una sottoscrizione per un monumento al M., III, 372.

Rimini, I, 157. Ricordata dal M. nel Principe, II, 381.

Rinascimento I, xxvi. Comincia col Petrarca e finisce con Martino Lutero e la Riforma; sguardo generale a quella età, 1 seg. La sua letteratura diventa subito nazionale in Italia, 201 e seg. Riassunto della sua storia e considerazioni intorno ad esso, 226 e seg.; II, 30 e seg.

Rinuccini Alamanno, I, 172.

Roma. Sguardo alla sua storia fino al Concilio di Costanza, I, 59, e per tutto il secolo XV, 60; sotto Martino V, 62; sotto Eugenio IV, 63; sotto Niccolò V, 64; sotto Callisto III, 65: sotto Pio II, 66; sotto Paolo II, 68; sotto Sisto IV, 69; sotto Innocenzo VIII, 71. Gli Eruditi in essa nel secolo XV, 123 e seg. Opere monumentali che vi restaura o inalza Niccolò V, 127. Di un sarcofago ivi scoperto, 146. Suo stato alla morte d'Innocenzo VIII, 235; e ai primi tempi d'Alessandro VI, 237. Vi è arsa viva una donna in Campo di Fiore, 558. Ricordata dal M. nei suoi Discorsi, II, 307; e nel Principe, 609. Illuminata alla falsa nuova di una vittoria, III, 14. Assalto fattovi dal Cardinale Colonna, 341. È senza difesa, 353; e accenno al sacco datole dagl'Imperiali, 358, 359.

Roma (Chiesa e Corte di). Ragioni allegate dal M. nei Discorsi per provare la contrarietà sua al benessere d'Italia, II, 295. Come ne parli il Guicciardini nelle Considerazioni sui Discorsi del M., 359. Ricordata la sua potenza nel Principe del M., 617 e seg.

Romagna. Imprese fattevi dal Valentino, I, 270 e seg.; e della Descrizione fattane dal M., 421 e seg. Ricordata dal M. nei Discorsi, II, 307, 326; e a proposito del Principe e nel Principe, 367, 369, 382 e seg., 390; e nel Dialogo sulla lingua, III, 185. Della presidenza tenutavi dal Guicciardini per il Papa, 320 e seg.: e delle sue tristi condizioni in quel tempo, 326. Dell'idea d'ordinarvi una milizia nazionale secondo il disegno del M., ivi, 327.

Romolo (di) ser Andrea, uno dei coadiutori nella Cancelleria de' Dieci, I, 577.

Rondinelli fra Giuliano, I, 287.

Rossi Agostino. Sua opera sul Guicciardini, citata, III, 486.

Rossi Roberto, I, 103.

Rouen e Roano (Cardinale arcivescovo di). - Ved. Amboise (d') Giorgio.

Rousseau. Suo giudizio del M., e del suo Principe, II, 447.

Rovaio (frate) dei Minori. Commissione data dai Consoli dell'Arte della lana al M., relativa ad esso, III, 124.

Rovezzano (da) Benedetto. D'un monumento da lui eretto nella chiesa del Carmine in Firenze, III, 137.

Rubertet, ministro di Luigi XII, II, 125. Suoi colloqui col M., oratore in Francia, 130, 131. Ricordato ed elogiato in lettere al M., 534, 536. Di nuovo ricordato in lettere di un oratore in Francia, III, 458.

Rucellai Bernardo. I suoi figliuoli si adoperano a cacciar Pier Soderini e rimettere i Medici in Firenze II, 176. Ricordato, 569. Compratore del terreno che poi si chiamò gli Orti Oricellari, III, 44, 45. Della sua opera De bello italico, ricordata a proposito della Storia del Guicciardini, 490.

Rucellai Bernardo di Cosimo detto Cosimino. A lui e a Zanobi Buondelmonti dedica i suoi Discorsi il M., II, 286; III, 49. Inizia «in modo regolare» i convegni degli Orti Oricellari, III, 45. Di lui parla il M. nell'Arte della guerra; dove è tra gl'interlocutori, 49, 75, 87, 91, 102, 103. Della data della sua morte, 75, 87.

Rucellai Cosimo di Bernardo, III, 45.

Rucellai Cosimo o Cosimino. - Ved. Rucellai Bernardo di Cosimo.

Rucellai Giovanni di Bernardo, II, 551, 558; III, 32. Uno de' migliori letterati della corte di Leone X, III, 32. Altre notizie di lui e delle sue opere, 45, 50, 139.

Rucellai Palla, III, 45.

Rucellai Piero, III, 45.

Ruffini Bartolommeo. Brano di una sua lettera al M., I, 400. Ricordato, 635.

Ruota, magistrato di Firenze; sua istituzione, I, 376.

S

Sacchi Bartolommeo, detto Il Platina, I, 143.

Sadoleto Giovanni, segretario di Leone X, II, 206; III, 3; è uno dei migliori letterati della sua corte, 32.

Salutati Coluccio, I, 97. Corregge e raffazzona una versione latina d'un opuscolo di Plutarco, 305, 534; II, 576, 578.

Saluzzo (Marchese di). Uno de' capitani della lega contro Carlo V, III, 448, 449, 455, 469, 474.

Salvadori Giulio. Copia per l'autore due sonetti del M., e ne esamina e giudica la scrittura, III, 182.

Salvago Stefano, genovese, III, 403.

Salviati Alamanno. Il M. gli dedica il suo Decennale primo, I, 472. Brano di una sua lettera al M., 592. Ricordato, 632, 635. Eletto oratore all'imperatore Massimiliano, II, 63. Commissario in campo contro Pisa, 97, 103. Ricordato, 520. Capitano di Pisa; sua lettera al M., 522.

Salviati (Cardinale). Debito lasciato con lui da Leone X, III, 36. Sua lettera al M., 76, 412. Lettere d'Iacopo suo padre a lui, relative al M., ricordate, 324.

Salviati Iacopo. Sua lettera al M., oratore al Valentino, I, 580, 582, 585; a cui succede in detta legazione, 409. Lettera del M. a lui, ricordata, 582. Destinato oratore al Re di Spagna, a Napoli, 633. Ambasciatore ai Medici in Prato, II, 549, 551. Oratore a Leone X, 206. Tenuto lontano da Firenze, e perchè, 207. Gli è accordato di tornare, ivi. Consiglia Lorenzo de' Medici circa il governo in Firenze, 209; indi Clemente VII, III, 297. Si adopra presso il Papa a favore del M., 324, 325, 327. Due lettere di Roberto Acciaiuoli oratore in Francia a lui, 454, 455, 466, 469.

San Casciano (Comune di). Vi ha i suoi beni Bernardo Machiavelli, I, 296; e notizie della villa che poi passò in N. suo figliuolo, II, 362 e seg.

San Domenico, ricordato nei Discorsi del M., II, 318, 595.

San Francesco, ricordato nei Discorsi del M., II, 318, 595.

Sanga Gio. Battista. Sua lettera a un ambasciatore francese in Venezia, III, 309. Mandatario del Papa al Re di Francia e poi al Re d'Inghilterra, 450, 453, 466.

San Gallo (da) Antonio. Si ricorda il modo trovato da lui e da Giuliano per trasportare il David di Michelangelo, II, 16. È nel campo dei Fiorentini contro Pisa, 95, 503. Dà opera agli apparati per la venuta di Leone X in Firenze, III, 16. Va in Lombardia a visitare le fortificazioni di quelle terre; e se ne attende e sollecita la venuta in Firenze per fortificarne le mura, 339, 436, 439.

San Gallo (da) Bastiano, detto Aristotele. Dipinge scenari per la rappresentazione delle commedie del M., III, 333.

San Gallo (da) Giovanfrancesco, ingegnere e architetto. Patente a suo favore perchè possa ritrarre «il sito della città di Firenze con il paese circostante» ec., III, 438. Ricordata questa sua commissione, 442.

San Gallo (da) Giuliano. Si ricorda il modo trovato da lui e da Antonio per trasportare il David di Michelangelo, II, 16. È a Roma; sunto di una lettera scrittagli dai Procuratori delle mura di Firenze, III, 435.

San Giovanni (Vicario di). Lettera dei Procuratori delle mura di Firenze a lui, ricordata, III, 438.

San Leo (Rôcca di), nel ducato d'Urbino, I, 383. Data da Leone X ai Fiorentini, III, 19, 411; poi ricuperata dal Duca d'Urbino, 128, 352.

San Lodovico re di Francia (Chiesa di) in Roma. Di una solenne funzione fattavi, I, 561.

San Malò (Vescovo e Cardinale di). - Ved. Briçonnet Guglielmo.

San Miniato (Vicario di). Lettera dei Procuratori delle mura di Firenze a lui, ricordata, III, 438.

Sano (ser), II, 558, 561, 564.

San Piero in Grado, II, 95.

San Piero in Mercato (Pieve di), giuspadronato dei Machiavelli, I, 531.

San Pietro (Chiesa di) in Roma. Accenno alla storia della sua costruzione, III, 33.

San Savino (da) Antonio. Mandato dal Valentino ad amministrare la giustizia nel ducato d'Urbino, I, 403.

Sanseverino (Cardinale). Aderisce al Concilio di Pisa contro Giulio II, II, 149, 150. Reintegrato nelle sue dignità e benefizi, 206.

Sanseverino Giovanfrancesco, conte di Chiazzo, I, 521.

Sansovino Francesco. Sua raccolta di Novelle, ricordata, III, 198.

Sansovino Iacopo. Dà opera agli apparati per la venuta di Leone X in Firenze, III, 16.

Santa Croce (Cardinale di). Aderisce al Concilio di Pisa contro Giulio II, II, 147, 150. Privato delle sue dignità e benefizi, 149. Celebra la messa solenne per l'apertura del Concilio, 154. Il M. cerca indurlo a trasferire il Concilio in Francia o in Germania, 155. Reintegrato nelle sue dignità e benefizi, 206.

Santa Croce (Chiesa di), in Firenze. Vi è sepolto e vi ha un monumento il M., III, 370, 372.

Santa Croce (da) Iacopo. Aiuta Alessandro VI a impadronirsi del cardinale Orsini, I, 416. Imprigionato e morto, 434, 600.

Santa Maria della Fagna (Chiesa di), giuspadronato dei Machiavelli, I, 300.

Santa Maria Novella (Convento di). Vi alloggia Leone X nella sua venuta in Firenze, III, 16.

Sant'Andrea in Percussina. Notizie della villa del M. in detto luogo, II, 362 e seg., 532. Si ricorda una chiesa di patronato dei Machiavelli ivi presso, III, 330, 390.

Sant'Angelo a Bibbione. Dell'erronea tradizione che in una villa in quel luogo il M. scrivesse il Principe, II, 363.

Sant'Eustachio (Palazzo a), poi Palazzo Madama in Roma, III, 2.

Santini Emilio. Sua opera su Leonardo Bruni, citata, III, 118, 203.

Santi Quattro (Cardinale dei). - Ved. Pucci Lorenzo.

San Tommaso d'Aquino. Esposizione delle sue dottrine politiche, II, 234.

Sanudo Marino. Della sua opera De adventu Karoli regis Francorum in Italiam; e dei suoi Diarii, I, 250; III, 288.

Sauli (Cardinale). Piglia parte a una congiura contro Leone X, III, 21.

Sauli Domenico. Tratta una lega italiana con la Francia contro Carlo V, III, 301, 304. Sunto d'una lettera di Giovan Matteo Giberti a lui, 310.

Savelli Iacopo. È al soldo dei Fiorentini nel campo contro Pisa, I, 491, 626; II, 96. Proposto dal M. per capitano dell'Ordinanza fiorentina, 166, 167.

Savelli Luca. È al soldo dei Fiorentini, I, 598. È alla guardia di Prato all'appressarsi di Raimondo da Cardona, II, 172. Fatto prigione dagli Spagnuoli con un suo figliuolo, 173, 548.

Savoia (di) Bona, I, 229.

Savoia (di) Filiberta. Sposa a Giuliano de' Medici, II, 207; III, 9.

Savoia (di) Luisa, reggente il trono di Francia, III, 299. Profferte che fa al Duca di Milano, ai Veneziani ed al Papa contro gl'Imperiali in Italia, 300. Conferisce con Roberto Acciaiuoli oratore in Francia, 455.

Savoia (Duca di), III, 448.

Savonarola Girolamo. Succinta storia della sua vita in Firenze, I, 276 e seg. Della riforma del governo da esso consigliata, 277 e seg. Qual fosse veramente la base del suo potere e come riuscisse al Papa e ai partiti avversi d'opprimerlo, 283 e seg. Lettera del M. intorno alle sue prediche, ricordata, 293. Del suo Reggimento del governo della città di Firenze, II, 244. Ricordato il governo fondato in Firenze al suo tempo, III, 57. Ricordato nei Frammenti storici del M., 287.

Sbaraglino, I, 577.

Scala Bartolommeo, segretario della Repubblica, I, 307.

Scali Giorgio, III, 253, 264.

Scaramuccia (di) Lazzero, I, 597.

Scarperia (Vicario di). Lettera dei Procuratori delle mura di Firenze a lui, ricordata, III, 438.

Schirren C. Un suo discorso sul M. citato, II, 292.

Schlegel Federigo. Come giudichi il M., II, 451.

Schomberg Niccolò, fidatissimo del cardinal Giulio de' Medici; che cosa risponda all'autore di un'orazione in lode della libertà di Firenze, III, 133. Consigliere di Clemente VII; sue qualità, 297. Ricordato, 325, 327.

Schwegler. Si cita la sua Römische Geschichte, dove parla dei Discorsi del M., II, 293.

Scolano Giorgio, I, 167.

Scrittori politici del medio evo, II, 233 e seg. Citazione di scrittori moderni che ne parlano, 242.

Scrittori politici del secolo XV, II, 242 e seg.

Scruciato. - Ved. De Scruciatis.

Segni Antonio, torturato e morto, II, 183.

Sernigi Cristofano, II, 557; III, 411.

Serragli Francesco, I, 609. Imprigionato, II, 554; e confinato, 555.

Serristori Antonio, II, 362.

Serristori Luigi, erede dei beni del M., II, 362.

Sestino (Piviere di), nel ducato d'Urbino, dato da Leone X ai Fiorentini, III, 19. Ricuperato dal Duca d'Urbino, 128.

Settembrini Francesco, ricordato a proposito del Principe del M., e del libro De regnandi peritia di Agostino Nifo, II, 418.

Sforza, famiglia. Paragone tra essi e i Visconti, I, 30, 34. Ricordati, II, 329.

Sforza Ascanio, cardinale. Ricordato in alcuni colloqui tra il Duca di Milano e l'oratore fiorentino presso di lui, I, 521, 522. Su lui cadono i sospetti dell'uccisione del Duca di Gandia, 262. Chiamato dal Duca suo fratello a Milano, 537. Fugge col Duca in Germania, 337. Cade in mano dei Francesi, poi è rimesso in libertà, 339, 445. Aspira di succedere al fratello nel governo di Milano, 484.

Sforza Attendolo Muzio, I, 32. Ricordato dal M. nell'Arte della guerra, III, 88.

Sforza Batista, figlia d'Alessandro signore di Pesaro, I, 153.

Sforza Caterina. Si accenna alla sua eroica difesa d'Imola e di Forlì, I, 281. Ambasceria del M. presso di lei, e brevi notizie della sua vita, 330 e seg. Si parla d'un suo ritratto, 336, 555. Ricordata, 619.

Sforza Francesco, I, 31, 33, 44. Ricordato dal M. nei Discorsi, II, 322; nel Principe, 608; nell'Arte della guerra, III, 88. Come ne parli il M. nelle Storie, 219, 267, 272, 273, 274, 277, 278.

Sforza Francesco Maria, figlio di Lodovico il Moro. Voci di un segreto accordo tra esso e Leone X, III, 24. Carlo V e Leone X patteggiano di dargli Milano, 25. Sue pratiche con la Francia, col Papa e con l'Imperatore per ottenere libero il ducato di Milano, 300 e seg. passim. Entra nella lega di Cognac contro Carlo V, 341; e successive notizie di lui, 453, 460, 461. Ricordato, 305, 488.

Sforza Galeazzo Maria, I, 35, 153. Della congiura ordita contro di lui narrata dal M., III, 280.

Sforza Giovan Galeazzo, I, 229. Sua morte, 251.

Sforza Giovanni, signore di Pesaro. Sposa Lucrezia Borgia, I, 237. Separato a forza da lei, 264; a che ne attribuisca la ragione, 276. Gli è tolto lo stato dal Valentino, 265.

Sforza Ippolita, figlia di Francesco I, 34, 153; e moglie d'Alfonso II d'Aragona, 208.

Sforza Lodovico detto il Moro. Dipinta la sua mutabilità in una lettera di Lorenzo de' Medici, I, 189. Usurpa il ducato di Milano al nipote, 229. Pensa di chiamare i Francesi in Italia, 230; e suoi relativi maneggi e disegni, 236, 240, 241 e seg., 251. Come giudicato dagli oratori fiorentini, 251 e seg. Suoi colloqui con un oratore fiorentino, 519. Piglia l'investitura del ducato di Milano, 251. Sunto di una sua lettera ai Veneziani che lo invitavano a una lega contro Carlo VIII, 255. Entra nella lega, 256. S'accorda da solo con i Francesi, 257. Perde lo Stato; lo ricupera e perde di nuovo, 269 e seg. Fatto prigione, e sua morte, 271. Aiuta segretamente i Fiorentini nella guerra contro Pisa, 314, 316. Si accenna ai suoi apparecchi per opporsi ai Francesi, 537, 541. Si crede arbitro delle cose d'Italia; e di nuovo della perdita del suo Stato, e della sua prigionia e morte, 335 e seg.

Sforza Massimiliano. Si delibera dalla Lega Santa di rimetterlo in Milano, II, 165. Prende possesso del Ducato, 192; dove regna più di nome che di fatto, III, 8. Gli si ribella Milano, ivi. Fa lega con l'Imperatore, il Re di Spagna ed il Papa, 11. Si ritira in Francia, 13, 305. Non vuole il Morone ch'egli ritorni al governo di Milano, 310.

Siena, I, 409, 411. Vi va due volte oratore il M., 429; II, 53; e di nuovo a disdire una tregua, 140; e testo dell'atto relativo, 543. Lega tra essa e Firenze, 141. Ricordato il suo governo repubblicano nei Discorsi del M., 307, 316. Respinge alcune genti mandate da Clemente VII per mutarvi il governo, III, 342, 344.

Signorelli Luca, II, 10.

Signoria di Firenze. Della sua Cancelleria, I, 306, 540, 583. Dirige le cose della guerra in mancanza dei Dieci di balìa, 319.

Silib Rodolfo, II, 78.

Simonetta Cicco, segretario di Francesco Sforza, I, 34, 153. Ricordata la sua morte, 229.

Simonetta Giovanni, storiografo di Francesco Sforza, I, 34, 153. Di lui si vale il M. nelle sue Storie, III, 266, 269, 273.

Sinigaglia. Occupata dal Valentino, I, 405; e posta a sacco, 406. Ricordata dal M. nel Principe, II, 381.

Sion (Vescovo di), II, 125; fatto cardinale, 147.

Sismondi famiglia pisana. Va esule dopo la resa di quella città a' Fiorentini, II, 105.

Sisto IV, I, 68; II, 329.

Sisto V. Fa un sunto del Principe del M., II, 429.

Soderini famiglia. Confinati, II, 183. Tornano dal confine, 206. Ricordati in lettere del M. al Vettori, 374; e di questi al M., 376. Tramano una congiura contro i Medici, III, 123, 124, 130, 131, 134. Dichiarati ribelli, 136.

Soderini Francesco, vescovo di Volterra. Oratore al Valentino, I, 367, 369, 564; e in Francia, 583 e seg. Tratta in Roma i principali negozi della Repubblica; e da lui dipende il M. oratore colà, 450. Malvolentieri si separa dal M. e ne fa grandi elogi, 463. Brano di una sua lettera circa il disegno della Repubblica di deviare l'Arno da Pisa, 472. Lettere del M. a lui, e di lui al M. e a Piero Soderini, relative all'istituzione della Milizia fiorentina, ricordate, 508, 515. Ricordata la sua affezione al M., 575. Ricordato in lettere di B. Buonaccorsi al M., 606, 607, 629 e seg. Gli è fatto carico di svolgere i Fiorentini dall'amicizia del Re di Francia, II, 536. Manda ad avvertire il fratello Piero che corre pericolo della vita, 183. Avverso all'elezione di Leone X, e come guadagnato alla sua parte, 193. Ricordato, 526, 562. Piglia parte a una congiura contro il Papa, III, 20; e, scoperto, come si salvi, 21. Aspira al papato dopo la morte di Leone X, 128. S'adopra a cacciare di Siena Raffaello Petrucci, 134. Chiuso in Castel Sant'Angelo, 137. Aiuta in conclave l'elezione di Clemente VII, 294.

Soderini Gianvittorio. Oratore a Roma, I, 386, 436, 579. Designato oratore al Re di Spagna, 632. Inviato all'Imperatore, II, 114, 164. Confinato, 183. Il cardinale Giovanni de' Medici promette di liberarlo e di dare una figliuola di lui in moglie a Lorenzo suo nipote, 193; ma il matrimonio non ha effetto, 206; e la sua figliuola è data in moglie a Luigi Ridolfi, ivi. Ricordato, 525, 526.

Soderini Giovanbattista, I, 584, 589, 635; II, 526. A lui indirizza il M. il suo Capitolo di Fortuna, III, 177.

Soderini Niccolò, III, 278.

Soderini Paolantonio. Oratore fiorentino a Venezia; sue lettere ricordate, I, 243, 252. Capo di un partito per la riforma del governo dopo la cacciata di Piero de' Medici, 279. Commissario in campo contro Pisa, 546. Interlocutore nel dialogo del Reggimento di Firenze del Guicciardini, II, 259.

Soderini Piero. Spedito a Milano per affrettare gli aiuti francesi contro il Valentino, I, 367. Commissario ad Arezzo, 371. Eletto gonfaloniere a vita, 377, 378; lettera dei Dieci che gli partecipa la nomina, 569. Quando entrasse in ufficio, 387. Il M. vorrebbe trovarsi a quella cerimonia, 580. Suoi primi atti, 582 e seg. Sua lettera al M. presso il Valentino, ricordata, 398. Giudica necessaria la permanenza del M. in quella legazione, ivi, 579, 580; e non vuol richiamarlo, 586, 592. Come si adoperi in raccogliere il denaro necessario alla Repubblica, 424 e seg. Si ricorda la sua moglie, 425. Si tocca del suo governo, e del potere che ha su lui il M., 467. Propugna un progetto di deviare l'Arno da Pisa, 468, 471. Fa vincere nei Consigli il partito di assaltar Pisa, 492. Respinto l'assalto, scade la sua autorità, 494. Persuaso dal M. a istituire la Milizia fiorentina, 505; e lettere scrittegli intorno a ciò dal Cardinale Soderini suo fratello a istanza del M., ricordate, 508. Ricordato, 570, 573, 575, 617, 618, 635. Il suo governo dà un grande impulso alle arti, II, 4. Amico di Francia contro l'Imperatore, 60; un partito comincia a formarsi contro di lui, 61, 64. Si coniano fiorini col suo ritratto, ma egli li fa ritirare, 61. Gli è raccomandata una causa del M., 526. Sue lettere al M., 527, 529. Ricordato, 538. Crescono i suoi avversari, 134-35. Rende conto della sua amministrazione, 137. Congiura ordita contro di lui, ivi, 138. Fa votare una legge a difesa della libertà, 138. Abbandonato dagli uomini più autorevoli, come cerchi destreggiarsi, 165, 166. Si accinge a resistere all'esercito condotto dal Cardona e dal Cardinale de' Medici: e di un suo relativo discorso nel Consiglio maggiore, 169 e seg. È deposto, e sua partenza da Firenze, 176, 549, 550. Vari giudizi sul suo governo, 177. Trattative per dare in moglie a Giuliano de' Medici una sua nipote, 180, 550. Confinato, 183. Viene a patti coi Medici, 185. Difeso pubblicamente dal M. in uno suo scritto, 186. Dell'epigramma del M. contro di lui, 201. Si stabilisce in Roma, 206. Raccomanda Firenze al Papa, ivi. Ricordato dal M. nei suoi Discorsi, 304; e in lettere di Francesco Vettori al M., 376, 562. Si accenna alla sua morte. III, 20. Di una sua lettera al M., da Ragusa, 122; e della proposta che gli fa di acconciarsi per segretario con Prospero Colonna, 123. Trama contro i Medici, ivi, 130. Confiscatigli i beni e dannata la sua memoria, 137. Di un monumento nel Carmine di Firenze nel coro eretto dalla sua famiglia, ivi. Ricordato, 364. Di due discorsi da lui fatti nel suo gonfalonierato, secondo il Guicciardini e altri storici, 492.

Soderini Tommaso, ambasciatore a Luigi XII, in Milano, I, 339.

Solerti A. Citato a proposito della Calandra del Bibbiena, III, 145.

Soriano Antonio, ambasciatore veneto in Roma; come parli di Leone X nella sua Relazione, III, 7.

Sostegni Roberto, III, 278.

Spada Stefano, III, 409.

Spagna, I, 502. Vi va ambasciatore Francesco Guicciardini, II, 157, 248: e della sua Relazione di quel regno, 249. Ricordata dal M. nei Discorsi, 306, 330; e nel Principe, 379, 404.

Spagna (Re di). - Ved. Ferdinando il Cattolico.

Spagnuoli. Accenni alle guerre tra essi e i Francesi nel regno di Napoli, I, 257, 258, 361, 363, 432, 437, 438, 464, 466, 495. Ricordati, 260, 261. Loro ingerenza nella guerra di Pisa a danno dei Fiorentini, 464, 465, 466, 486, 492, 493, 494. Ricordati, II, 55. Sono nell'esercito dell'Imperatore all'assedio di Padova, 113; nell'esercito di Giulio II contro Bologna, 141. Rotti dai Francesi alla battaglia di Ravenna, 157 e seg. Prendono e pongono a sacco Prato, 173. Giudizio che fa di loro il Guicciardini, 249. Ricordati dal M. nel Principe, 383, 407. Rotti coi loro alleati a Marignano, III, 12. Ricordati dal M. nell'Arte della guerra, 97, 100, 108, 110, 116. Ancora della guerra tra essi e i Francesi, 297; che sono disfatti alla battaglia di Pavia, 298.

Spinazzi Innocenzo, scultore del monumento al M. in Santa Croce, III, 372.

Spinelli Lorenzo, commissario in Val di Nievole, I, 598.

Spinoli Carlo e Giorgio, mercanti genovesi, III, 402.

Stampa (Arte della), I, 144.

Stampace (Torre di), in Pisa, presa dai Fiorentini, I, 328, 333, 334.

Stati moderni nazionali; della loro costituzione, II, 274 e seg. Argomento principale dei Discorsi, 312 e seg.; e del Principe, 363 e seg., 378 e seg.

Stefani Marchionne. Della sua Istoria Fiorentina, ricordata, III, 201; di cui si vale il M. nel secondo libro delle sue Storie, III, 241 e seg.; e luoghi di raffronto indicati, 246, 248, 251.

Sterpeto (Conte di), I, 627.

Stradi Domenico, I, 594.

Strozzi (Banco degli). Sta per fallire per il debito lasciatovi da Leone X, III, 36.

Strozzi Carlo di Niccolò, III, 403.

Strozzi Daniele, II, 554.

Strozzi Ercole, poeta ferrarese, ucciso, II, 36. Ricordato, 38.

Strozzi Filippo. Traduttore di Polibio, I, 534. Sposa Clarice de' Medici, e della condanna da lui incontrata perciò, II, 122, 136; e testo di essa condanna, 539. Rivela al gonfaloniere Soderini una congiura ordita contro di lui, 137. Ricordato, 580, 591. Fa compagnia a Lorenzo duca d'Urbino negli ultimi tempi della sua vita, III, 23. Di una sua lettera al fratello Lorenzo, relativa al M., 49. È autore della Commedia in versi attribuita al M., 168, 170. Ottiene da Clemente VII un sussidio al M., 324, 430. Lettere del M. a lui, e di lui al M., ricordate, circa i possibili accordi tra Carlo V e Francesco I, 335, 336, 337. Ostaggio in un accordo tra il Papa e l'Imperatore, 342. Partecipa alla rivolta contro il cardinale Passerini ed i Medici in Firenze, 359. Ricordato, 366, 433.

Strozzi Lorenzo. Di una lettera di Filippo suo fratello a lui, III, 49. Introduce il M. in casa dei Medici, ivi, 75. Il M. gli dedica la sua Arte della guerra, 75, 86. Di lui sembra l'epistola della Descrizione della peste attribuita al M., 191, 192.

Strozzi Matteo, eletto oratore a Roma, I, 608.

Strozzi Palla, I, 101, 103.

Studio di Firenze, I, 104.

Studio di Firenze e Pisa (Ufficiali dello). Deliberazione con cui conducono il M. a scrivere le Storie, III, 121; e stanziamenti che gli fanno del suo salario, ivi.

Svizzera, I, 502. Osservazioni e scritti del M. intorno ad essa, II, 65 e seg., 76 e seg., 306, 387; e osservazioni ec. di un oratore veneto presso l'Imperatore, 67, 82.

Svizzeri. Loro trattative di andare al soldo di Giulio II; si muovono per venire e repentinamente tornano indietro, II, 124, 126, 502, 528, 535. Scendono in Italia per far guerra ai Francesi, 157; poi si ritirano, ivi. Ritornano in aiuto de' confederati contro la Francia, 163. Considerazioni e giudizi intorno ad essi nella corrispondenza del M. con Francesco Vettori, 226 e seg. Ricordati dal M. nel Principe, 387, 407. Danno una disfatta ai Francesi, III, 8, 9; poi si ritirano a Milano, 9. Tornano in Italia contro i Francesi, 12. Sconfitti alla battaglia di Marignano, ripassano le Alpi, 13. Fanno perpetua alleanza con Francesco I, 15. Tornano in Italia e si uniscono agl'Imperiali di Carlo V, 28. Loro fanterie ricordate, 79, 81, 84, 96, 97, 101, 104, 107, 110, 116. Rotti alla battaglia di Pavia, 299. Vengono alla spicciolata nell'esercito della lega contro l'Imperatore, 343; quanti siano, 346; e altre notizie circa la condotta che voleva farne la Lega, 447, 452 e seg. passim, 472.

T

Tanzini Reginaldo. Sua prefazione alle Opere del M., ricordata, III, 371.

Tarugi Francesco. Eletto segretario dei Dieci della guerra, III, 364, 366: e documenti e notizie relative alla sua elezione e al salario, 476; e data della sua morte, 477.

Tassi Francesco. Sua prefazione alle Opere del M., ricordata, III, 371.

Teatro. Sue condizioni in Italia all'epoca del Rinascimento, III, 138 e seg.; e opere intorno ad esso, citate, 146.

Tedaldi Lattanzio. Sua lettera al M., ricordata, II, 104.

Tedeschi, II, 65, 113; III, 96, 97, 102.

Tempi, famiglia, III, 400.

Terenzio. Breve paragone tra esso e Plauto, a proposito del teatro italiano nel Rinascimento, III, 141 e seg., L'Andria del M. è una traduzione della sua, 170.

Terranuova (da) Agostino, III, 286.

Thomson Ninian. Sua traduzione in inglese di scritti del M., ricordata, II, 419.

Tombara Giovanni. Suo scritto Intorno alla Clizia di N. M., III, 166.

Tommasini Oreste. Sua opera sul M. citata a vari propositi, I, 300, 476, 509; II, 122, 123, 129, 168, 169, 204, 276, 289, 365, 416, 419, 420, 495; III, v, 148, 162, 183, 184, 243, 249, 250, 252, 335, 343, 348, 365, 414, 426, 429, 435, 444.

Torello Barbara, II, 36.

Tornabuoni Lucrezia. Brano di una sua lettera a Piero de' Medici suo marito, I, 193. Ricordata, 217.

Torre Giuseppe, I, 475.

Tortello Giovanni, bibliotecario di Niccolò V, I, 126.

Toscanelli Paolo, I, 122.

Toscani. Della loro lingua e dei loro scrittori, III, 185 e seg.

Toscano Lorenzo, III, 309, 467.

Toscano Matteo. Suo giudizio del M., a proposito del Principe, II, 421.

Tosinghi Ceccotto, II, 554.

Tosinghi Pier Francesco, uno dei commissari nel campo de' Fiorentini contro Pisa, I, 333. Eletto oratore al Re di Francia, 352. Di nuovo commissario in campo contro Pisa; lettere dei Dieci a lui e al compagno, 596, 599.

Tosinghi Tommaso, commissario di guerra nel campo contro Pisa, I, 430; e di nuovo, 470 e seg. Lettere dei Dieci a lui, 610 e seg. Richiamato, 472.

Trani (Cardinale di), 1, 601.

Trapezunzio Giorgio, I, 125, 154, 167.

Traversari Ambrogio, I, 102. Traduttore di Diogene Laerzio, 534, 535; II, 578, 580.

Treggiaia, selva dell'abate di Certosa; s'ordina dai Procuratori delle mura di Firenze di tagliarvi della stipa, III, 443.

Trendelenburg Adolfo. Giudizio di un suo libro sul M., II, 442.

Tréverret. Sua opera dove parla del M., ricordata, II, 495.

Triantafillis prof. C. Dei suoi scritti diretti a provare che il M. conoscesse il greco, I, 303 e seg., 533; II, 289, 377, 385, 407, 575 e seg. Sue Ricerche sulla Vita di C. Castracani del M., ricordate, III, 73.

Trissino Giangiorgio, III, 32. Frequenta gli Orti Oricellari di Firenze, 47, 184. Sue tragedie ricordate, 47, 139.

Trivulzio Giangiacomo, I, 250, 255, 256. Comandante l'esercito francese contro il Duca di Milano, I, 336 e seg. Gli è destinato oratore il M., ma la legazione non ha effetto, 338. Comandante l'esercito francese contro Giulio II, II, 143. È alla battaglia di Marignano, III, 13. Allontanato dal campo, 27.

Trivulzio Teodoro, raccomandato dal Re di Francia per una condotta ai Fiorentini, II, 538.

Troches o Troccio, strumento degli assassinii dei Borgia, fatto poi uccidere dal Valentino, I, 434 e seg., 600. 601.

Tucci Agnolo, I, 607.

Tumulto de' Ciompi, episodio principalissimo nel terzo libro delle Storie del M., III, 241, 247 e seg.

Turchi, I, 537, 541; II, 227. Notizia di una disfatta data da essi al Re d'Ungheria, III, 464.

Turchia, II, 602.

U

Uguccioni Giovanni, II, 526-27.

Umbria. Sue triste condizioni al tempo della legazione del M. a Perugia, I, 478 e seg.

Ungheria (Re di). Notizie di una disfatta datagli dai Turchi, III, 464.

Urbino (Duca di). - Ved. Montefeltro (da) Federico e Guidobaldo, e Della Rovere Francesco Maria,

Urbino(Ducato d'). Arti e lettere vi son coltivate e protette da Federico di Montefeltro, I, 162. Occupato dal Valentino, 367; gli si ribella, 384. Ricuperato da Guidobaldo da Montefeltro, 385; ch'è poi costretto a rilasciarlo al Valentino, 403. Passa in Francesco Maria della Rovere, II, 109. Ricordato dal M. nel Principe, 381. Francesco Maria della Rovere è costretto a cederlo a Lorenzo de' Medici, III, 19; poi lo ricupera, 128.

Urbino (da) Raffaello Sanzio, II, 21 e seg., 31. Ricordata la sua pittura del Sonatore di violino, III, 30; e la scena dipinta per la rappresentazione della Calandria del Cardinal Bibbiena, 32. Singolarmente amato e protetto da Leone X; e gran numero delle sue opere in Roma sotto di lui, 34. Di una sua pianta di Roma antica, attribuita ad altri poi a lui rivendicata, 35.

Utrecht (d') Adriano, cardinale. - Ved. Adriano VI.

V

Valdichiana. Vi va commissario Antonio Giacomini, I, 367. Interamente occupata dalle genti del Valentino, ivi.

Valentino (Duca). - Ved. Borgia Cesare. - Sposa Carlotta d'Albret, sorella del Re di Navarra, I, 269. Sue imprese in Romagna, 270, 271; e suo trionfale ingresso in Roma, 271. Fa uccidere il Duca di Bisceglie, 273. Uccide Pietro Caldes cameriere del Papa, 274. Prosegue le sue imprese in Romagna, 275. Fa uccidere Astorre Manfredi, ivi. Nominato duca di Romagna; e come allora si componeva e dovea allargarsi il suo stato, 276. Colloqui del M. col Cardinale di Rouen intorno a lui ed al Papa, 352, 353. Entra in Toscana e condotta da esso stipulata coi Fiorentini, 358 e seg. Della sua impresa contro Piombino, 360, 361. Passa nell'Elba; e chiamato dai Francesi alla guerra del napoletano, va a Roma, 361, 362. S'abbandona ad ogni eccesso nel saccheggio di Capua, 363. S'impadronisce di Piombino, ivi. Si accenna alle sue pratiche coi Pisani contro i Fiorentini, 366. Occupa Arezzo, ivi. S'impadronisce d'Urbino, 367. Quello che trattasse col M. e con Francesco Soderini oratori fiorentini, 368. Le sue genti lasciano Arezzo, 370. S'impadronisce di Camerino, 381. Titoli che assume, 382. Gli è vietato dalla Francia di avanzarsi contro Bologna e la Toscana, ivi. Congiura e lega dei suoi capitani contro di lui, 383. Manda parte dell'esercito contro di loro, 384; fazioni tra le due parti, 385. Riceve aiuti di Francia, 386. Cerca amicarsi i Fiorentini e chiede gli mandino un oratore, ivi. Gli è mandato il M., ivi e seg.; e suoi colloqui con esso, toccanti l'alleanza ch'egli desidera fare coi Fiorentini e sue contemporanee relazioni con Francia, 390 e seg., 397, 404, 410, 411, 412, 429, 432, 438, 444, 445, 450, 590. Tratta e stipula un accordo con gli Orsini e i loro collegati, 393, 394, 403. Torna signore d'Urbino, 403. Va a Forlì e lo segue il M., ivi. Gli aiuti venuti di Francia lo abbandonano, ma egli prosegue le sue imprese, 404. Entra in Sinigaglia, 406. Fa prigioni gli Orsini, Vitellozzo e Oliverotto da Fermo, ivi. Continua a instare presso il M. per fermare un'alleanza con Firenze, 407. Fa strangolare Vitellozzo e Oliverotto, ivi. S'impadronisce di Perugia, 408. Va contro Pandolfo Petrucci, 409; cui accorda un salvacondotto per uscire di Siena; poi lo fa inseguire per averlo morto o vivo, 411. Fa strangolare il Duca di Gravina e Paolo Orsini, 410. Va verso Roma, chiamatovi dal Papa durante quella impresa contro gli Orsini e gli altri ribelli, ec., ivi, 412, 413. Atrocità da lui commesse per via nel suo ritorno a Roma, 418. Entra in Roma, 419. Concetto che di lui si forma il M., ivi e seg. Apparecchi dei Fiorentini contro di lui, e concetto ch'essi ne hanno, 429 e seg., 595. Simulati dissensi tra lui ed il Papa, 433. Fa prendere e uccidere il Troches, 434 e seg., 600, 601. Per la guerra tra Francia e Spagna nel Reame non può continuare le sue imprese, 438. Si ammala, 439. Denari e gioie raccolte per lui in Vaticano, appena morto Alessandro VI, 440. È in fin di vita, 444. Mègliora e parte da Roma, ivi. Perde gran parte dello Stato, 445. Torna a Roma; cercato a morte dagli Orsini, si salva in Castel Sant'Angelo, ivi, 446. Con lui tratta il cardinale Giuliano della Rovere per la sua elezione al papato, 447. Come si governino i Fiorentini con lui dopo l'entrata d'Antonio degli Ordelaffi in Forlì, 449, 602, 603. Come debba spiegarsi che il M. parli con dispregio e indifferenza di lui dopo la sua caduta, 453, 459, 462. Gli si ribella Imola, 454. Sue minaccie contro i Fiorentini, ivi, 457. Si apparecchia ad andare a difendere i suoi possessi in Romagna contro i Veneziani, 455. Sua irresolutezza, 456. Gli è negato un salvacondotto dai Fiorentini, 456, 604. Parte per Ostia con le sue genti, 457. Preso per ordine del Papa, 458; e ricondotto a Roma, 460. Sono svaligiate le sue genti, ivi. Accenni a fatti successivi relativi ad esso, ivi, 461. Si presenta e scusa umilmente a Guidobaldo duca d'Urbino, 461, 462. Ricordato, 562 e seg.; e dal M. nel Decennale primo, 473; e nei suoi Discorsi, II, 326. Apparisce alla mente del M. come il tipo più definito del Principe, 364; e come questi ne ragioni in una sua lettera al Vettori, 369; e in quel libro, 380 e seg., 387, 390, 397, 596, 608 e seg., 618. Accenni alle qualità del suo governo in Romagna, 382; III, 377. Ricordato, III, 491. Delle notizie relative ad esso e agli altri Borgia nella Storia del Guicciardini, III, 495.

Valla Lorenzo, I, 76, 113, 115. Gli è affidata da Niccolò V la traduzione di Tucidide e di Erodoto, 125. Cenni della sua vita e delle sue opere, 127. È alla corte d'Alfonso I di Napoli, 154, 155, 156.

Vallombrosa (Generale di), III, 404.

Valori Bartolommeo. Si adopera a cacciare Pier Soderini e rimettere i Medici in Firenze, II, 176. Accompagna il Soderini a Siena, 177. Ricordato, 591.

Valori Niccolò. Sue lettere al M., I, 398, 570, 578, 579. Ambasciatore in Francia, 464, 606; è mandato presso di lui il M., 464 e seg. Suoi uffici a favore del M., 582, 590. Oratore al campo di Raimondo da Cardona e del Cardinale de' Medici, II, 550, 552. Compromesso nella congiura del Boscoli e del Capponi contro i Medici, II, 198; e imprigionato, ivi, 554, 555.

Vannucci Atto. Iscrizione da lui dettata per la villa del M., II, 362.

Varano (da) Giovan Maria, unico superstite della sua famiglia ricupera lo stato di Camerino, I, 385; poi n'è cacciato, III, 128.

Varano (da) Giulio Cesare. Fatto prigioniero dal Valentino, I, 381; e ucciso con la moglie e i figliuoli, 385.

Varano (da) Sigismondo. Occupa lo stato di Camerino, III, 128.

Varchi Benedetto. Non è punto benevolo al M., II, 422. Di una lettera del Busini a lui circa la morte del M., III, 366. Sua Storia citata, 486.

Vasto (Marchese del), III, 311, 465.

Vegio Scipione. Un suo lavoro col titolo Ephemerides è una delle fonti della Storia del Guicciardini, III, 491.

Venafro (da) Antonio, consigliere e segretario di Pandolfo Petrucci, I, 384, 487, e come tale lodato dal M. nel Principe, II, 402.

Venezia. Paragone tra la sua storia e quella di Firenze; e costituzione del suo governo aristocratico, I, 48. Signora de' mari si volge alle conquiste di terraferma, 50 e seg. Suo stato e condizioni sotto il dogato di Francesco Foscari, 53; dopo il quale comincia a decadere, 56. Sguardo alla sua storia fino alla lega di Cambray, ivi e seg. Paragone tra i suoi ambasciatori e i fiorentini, 240. Ricordata in una lettera al M., II, 532. Come ne parli il M. nei suoi Discorsi, 307. Ricordata nel Principe, 387, 600; nell'Asino d'Oro, III, 174. Vi si recita la Mandragola del M., 149. Ricordati i suoi scrittori nel Dialogo sulla lingua, 188. Vi va con una commissione il M., 328. Vi si recita la Mandragola del M., e i Menecmi di Plauto, 334.

Veneziani. Che cosa pensino della prossima venuta di Carlo VIII in Italia, I, 243. Entrano in una lega contro di lui, 256. Aiutano i Pisani ribellatisi, e loro fazioni di guerra contro i Fiorentini, 314 e seg. Si fa pace tra essi e i Fiorentini, 317. Loro pratiche per rimettere Pietro de' Medici in Firenze, 332, 548 e seg. Fanno lega con Luigi XII per la conquista del ducato di Milano, 336. Il papa cerca di cattivarsene l'amicizia, 413. Si accenna ai loro apparecchi di difesa contro al Turco, e per aiutare il Re di Francia nell'impresa di Milano, 541. Dopo la morte d'Alessandro VI, s'avanzano in Romagna, e loro progressi, 448, 452, 454, 457, 458, 603, 604. Che cosa facciano e pensino nelle prime imprese di Giulio II contro Perugia e Bologna, 496, 499; e voci che spargono intorno alla venuta dell'Imperatore in Italia, 631. Fanno alleanza con la Francia, II, 58, 59; da cui ricevono soccorsi nella passata dell'Imperatore in Italia, 60. Fatti d'arme tra le loro genti e quelle dell'Imperatore, 70. Fanno tregua con lui, 72. Ricordati, 502. Scomunicati dal Papa; e rotti ad Agnadello, 108. Loro umiliazione, 109, 110. Riprendono animo e riacquistano parte del loro territorio, 110 e seg. Una loro flotta viene disfatta, 123. Danno il comando del loro esercito a Gian Paolo Baglioni, 124. Assoluti dal Papa, si uniscono con lui contro la Francia, ivi. Entrano in lega col Papa contro la Francia, 151, 530; e delle loro mosse, 533, 534. Ricordati dal M. nel Principe, 381, 400, 600, 617, 618. Loro lega col Re di Francia, ricordata, III, 8; e rinnovazione di essa, 11. È loro ceduta Verona dall'Imperatore, 15. Ricordati dal M. nell'Arte della guerra, 92, 117; e nelle Storie, 219. Non si curano della oltrapotenza di Carlo V in Italia, 300. Proposte fatte loro da Luisa di Savoia reggente in Francia contro gl'Imperiali in Italia, 301; che cosa rispondano, 303. Entrano in una lega con Francesco I contro Carlo V, 341; e il Duca d'Urbino è loro capitano, 342 e seg. Desiderano, come sembra, l'umiliazione di Clemente VII, 351. Ricordati in lettere di Roberto Acciaiuoli oratore in Francia, 445 e seg. passim.

Venturi Luigi, I, 582.

Venturi Piero, III, 400.

Vergilio Polidoro. Suo libro De Prodigiis, ricordato, II, 458.

Vernaccia Giovanni, nipote del M. Della sua corrispondenza epistolare con lo zio, II, 199; III, 39, 41 e seg.; e testo d'alcune loro lettere, 392 e seg., 398 e seg. Ricordato, 389.

Verona. Descrizione fattane dal M. in una sua lettera, ricordata, II, 116. Difesa dall'imperatore Massimiliano contro Francesco I, III, 14; e da lui ceduta ai Veneziani, 15.

Verrucola. I Dieci raccomandano ai loro Commissari in campo contro Pisa di espugnarla, I, 600.

Vespucci Agostino, uno dei coadiutori del M. nella Cancelleria dei Dieci, I, 342. Dà alle stampe il Decennale primo del M., 475. Vuol entrare al servizio dei Nove della Milizia, 515. Sue lettere al M., 557 e seg., 571. Ricordato, 607. Brano d'altra sua lettera al M., II, 105.

Vespucci ser Antonio, I, 584; II, 554.

Vespucci Guidantonio, capo di un partito per la riforma del governo dopo la cacciata di Piero de' Medici, I, 279.

Vespucci Piero, commissario fiorentino nel campo contro Pisa, I, 345.

Vettori Francesco, Oratore all'imperatore Massimiliano, II, 61 e seg. Suo Viaggio in Alemagna, citato, 80. Sua lettera al M., 529. Inviato ai Cardinali scismatici che si recavano al Concilio di Pisa, 153. Raccoglie e arringa il Consiglio per far deporre il gonfaloniere Soderini, 176; poi lo accompagna a Siena, 177. Suo giudizio sul governo di lui, ivi; e sul governo de' Medici tornati in Firenze, 183. Persecuzioni che soffre, ivi. Gli scrive il M., 199. Oratore a Roma, 206. Sua corrispondenza epistolare col M., II, 213 e seg., 557 e seg.; III, 414. Giudizio erroneo di Enrico Leo intorno ad esso, 212, 463. Sue qualità, e vita che fa in Roma, 213 e seg., 557 e seg. Cerca di guadagnare il favore de' Medici per sè e per gli amici tra cui il M., 213. Invita e pressa il M. a recarsi a Roma, 216 e seg. Scrive a Firenze in raccomandazione del M. sovraccaricato d'imposte, 219. Per giovare al M. fa vedere al Papa alcune sue lettere, ma senza pro, 232. Altri brani ed estratti di lettere del M. a lui, 369 e seg. Il M. gli chiede consiglio intorno al dedicare a Giuliano de' Medici il suo Principe, 375; e com'egli si comporti su tal proposito, ivi, 562. Gli piace il Principe «oltre a modo,» 375, 416, 567. Suoi giudizi su Leone X nel Sommario della Storia d'Italia, III, 1, 2, 4, 10. Ambasciatore in Francia, 22, 25. Altre sue notizie e giudizi su Leone X, 22, 25, 28, 29. Suo giudizio sul Borbone, 309. Va a San Leo e a Montefeltro a pigliarne il possesso per la Repubblica. 411. Consiglio da lui dato a Clemente VII circa il governo di Firenze, 297. Sconsiglia il M. dal recarsi a Roma per presentare al papa le Storie; e sua relativa lettera, 323, 324, 428. Ricordato, 430. Lettera di Lodovico Canossa a lui, relativa al M., 329, 431. Ricordato, 433. Sunto di altre sue lettere al M., 344; e di lettere del M. a lui, 355. Altre citazioni del suo Sommario, 485, 486, 495.

Vettori Paolo. S'adopra a cacciare Pier Soderini e a rimettere i Medici in Firenze, II, 176, 183. Ambasciatore ai Medici in Prato, 177, 549, 551. In casa sua si riduce in salvo Pier Soderini, 549. Fa sedere Raimondo da Cardona in Consiglio nel luogo del Gonfaloniere, 181. È voce che debba andare governatore di uno Stato per Giuliano dei Medici, 369, 371. Ricordato, 572; III, 420.

Vico, nel Pisano, viene in mano dei Fiorentini, I, 599.

Vico Giovambattista, II, 288, 333.

Villani Giovanni. Come si valga della sua Cronica il M. nelle Storie, III, 230 e seg.

Visconti. Paragone tra essi e gli Sforza, I, 30, 34. Ricordati, II, 329; III, 218, 219.

Visconti Bernabò, I, 27.

Visconti Bianca, I, 29.

Visconti Carlo, I, 35.

Visconti Filippo Maria, I, 29, 54, 148; III, 219. Notizie di lui nelle Storie e a proposito delle Storie del M., 257, 268, 269.

Visconti Giovan Galeazzo, I, 27; III, 219, 254.

Visconti Giovan Maria, I, 29.

Vitelli famiglia, I, 478, 616; II, 609.

Vitelli Paolo. Sua elezione in capitano generale dell'esercito fiorentino contro Pisa, I, 309, 315. Primi sospetti destatisi nei Fiorentini sulla sua fede, 316. Ottiene un aumento di paga, 318. Occupa Cascina, 327. Lettere dei Dieci di balìa ad esso, 542; e ai Commissari fiorentini presso di lui, 543, 546. Stando sotto Pisa fa ritirare le sue genti; e crescono nei Fiorentini i sospetti contro di lui, 328. Altre voci a suo carico, 330. Della sua cattura e decapitazione, e della sua vera o presunta reità, 331 e seg., 551 e seg. Sua lettera a Cerbone Cerboni per avvisarlo della sua cattura, 547. Pratiche dei Veneziani con lui per rimettere Piero de' Medici in Firenze, 332, 548 e seg.

Vitelli Vitello. Viene in Firenze, III, 437; e si trova coi Procuratori delle mura per conto delle fortificazioni, 439 e seg.

Vitelli Vitellozzo. È al soldo de' Fiorentini, I, 315, 328. Si cerca di imprigionarlo, ma egli fugge, 331. Occupa Arezzo per il Valentino, 366, 368. Viene a patti coll'Imbault capitano francese spedito in aiuto dei Fiorentini, 370, 567. Entra in una lega contro il Valentino, 384. Il Valentino sparla di lui col M., 392, 403. Entra nell'accordo fatto dagli altri collegati col Valentino, ivi. Entra in Sinigaglia, 406. Imprigionato e fatto strangolare dal Valentino, ivi, 407. Ricordato, 562, 567.

Vittore Vitense. Traduzione di un brano della sua Historia, ec. fatta dal M. ricordata, I, 299: testo di essa traduzione, 527.

Volgare italiano. Scaduto per opera degli eruditi, ricominciato a usare e coltivare coi platonici, I, 183, 184.

W

Waltz O. Si cita un suo articolo a proposito della Storia d'Italia del Guicciardini, III, 486.

Wicquefort. Suo giudizio intorno al Principe del M., II, 593.

Wolsey (Cardinale). Aspira al papato dopo la morte di Leone X, III, 128. Deve recarsi in Francia oratore del Re d'Inghilterra, 453.

X

Ximenes (Cardinale), governatore della Spagna, III, 14.

Z

Zagonara (Rotta di), nelle Storie del Cavalcanti, e del M., III, 258.

Zambelli Andrea. Sue Considerazioni sul libro del Principe, ricordate, I, 79; II, 330, 449; e critica di esse, 475.

Zefi Francesco. Traduttore di Polibio, I, 534, 535; II, 289, 295, 577, e altre notizie a lui relative, 578, 579, 584.

Zinzi (Il). - Ved. Possente (di) Bastiano.

Zitolo (Il), soldato dei Fiorentini, I, 626.

INDICE DEL TERZO VOLUME

Avvertenza        Pag. V

LIBRO SECONDO

Cap. VI Leone X, la sua politica e la sua Corte        1

» VII Il Machiavelli e la sua famiglia in villa. - I suoi figli. - Corrispondenza col nipote Giovanni Vernacci. - Viaggio a Genova. - Gli Orti Oricellari. - Discorsi del Guicciardini. - Il Discorso sopra il riformare lo Stato di Firenze. - Commissione a Lucca. - Sommario delle cose di Lucca. - Vita di Castruccio Castracani        37

» VIII. L'Arte della Guerra        75

» IX Il Machiavelli ha la commissione di scrivere le Storie. - Il Soderini cerca dissuaderlo dall'accettare. - Gita a Carpi e corrispondenza col Guicciardini. - Papa Adriano VI. - Nuove proposte di riforme in Firenze. - Congiura contro i Medici e condanna dei congiurati        119

» X Condizioni generali del teatro in Italia. - Le Sacre Rappresentazioni, la Commedia dell'arte e la Commedia erudita. - Le Commedie dell'Ariosto. - La Calandra del cardinal Bibbiena. - Le Commedie del Machiavelli: La Mandragola, La Clizia, la Commedia in prosa, la Commedia in versi, la traduzione dell'Andria        138

» XI L'Asino d'Oro. - I Capitoli ed altre poesie minori. - Il Dialogo sulla lingua. - La Descrizione della Peste. - Il Dialogo dell'ira e dei modi di curarla. - La Novella di Belfagor arcidiavolo. - Altri scritti minori        173

» XII Le Istorie fiorentine. - Il primo libro o la introduzione generale        199

» XIII Le Istorie fiorentine. - I libri II, III e IV, o la Storia interna di Firenze sino al trionfo dei Medici        230

» XIV Le Istorie fiorentine. - I libri V e VI, il trionfo dei Medici e le guerre d'Italia. - I libri VII e VIII, Lorenzo dei Medici e le congiure. - I Frammenti storici. - Gli Estratti di lettere ai Dieci di Balìa. - La prima bozza delle Istorie        266

» XV - Morte di Adriano VI. - Elezione di Clemente VII. – Battaglia di Pavia. - Congiura del Morone        294

» XVI L'esercito imperiale s'avanza in Lombardia. - Il Guicciardini Presidente della Romagna, poi Luogotenente al campo. - Il Machiavelli rientra negli affari. - Sua gita a Roma. - È inviato presso il Guicciardini a Faenza. - Sua gita a Venezia. - Corrispondenza col Guicciardini. - È nominato Cancelliere dei Procuratori delle Mura. - Attende ai lavori per le fortificazioni della Città        319

» XVII Assalto dei Colonna in Roma. - Tregua del Papa coll'Imperatore. - Il Guicciardini e il Machiavelli al campo. - Cremona s'arrende alla Lega. - Ordine al Guicciardini di ritirare il campo di qua dal Po. - Gl'imperiali s'avanzano verso Bologna. - Vani tentativi d'accordo tra il Papa e gl'imperiali. - Il Machiavelli torna a Firenze. - Tumulto di Firenze. - Sacco di Roma. - Cacciata dei Medici, e ricostituzione della repubblica fiorentina        341

» XVIII Il Machiavelli inviato al campo presso Roma. - Suo ritorno a Firenze. - Nuove calamità e nuovi dolori. - Malattia e morte. - Testamento. - Preteso sogno del Machiavelli        361

Conclusione        373

APPENDICE DI DOCUMENTI

Doc. I Due lettere di Lodovico Machiavelli a Niccolò suo padre        Pag. 389

1. Adrianopoli, 14 agosto 1525        ivi

2. Ancona, 22 maggio 1527        391

» II Cinque lettere di Niccolò Machiavelli al nipote Giovanni Vernacci in Pera        392

1. Firenze, 4 agosto 1513        ivi

2. Firenze, 20 aprile 1514        393

3. Di Villa, 8 giugno 1517        394

4. Firenze, 5 gennaio 1517/18        395

5. Firenze, 25 gennaio 1517/18        396

» III Lettera di Marietta Machiavelli al marito Niccolò. - Firenze, di data incerta        397

» IV Due lettere di Giovanni Vernacci allo zio Niccolò Machiavelli        398

1. Da Pera, 31 ottobre 1517        ivi

2. Da Pera, 8 maggio 1521        399

» V Lettera di alcuni cittadini fiorentini a Niccolò Machiavelli, relativa alla sua commissione a Genova. - Firenze, 8 aprile 1518        401

» VI Lettera di Luigi Alamanni a Piero suo padre. - Roma, 7 gennaio 1518        404

» VII Due lettere di Giovambattista Bracci al Machiavelli, relative alla commissione in Lucca        406

1. Da Firenze, 14 agosto 1520        ivi

2. Da Firenze, 7 settembre 1520        408

» VIII Lettera di Bernardo Machiavelli a Niccolò suo padre in Lucca. - Firenze, 30 luglio 1520        409

» IX Lettera di Filippo de' Nerli a Niccolò Machiavelli in Lucca. - Firenze, 1 agosto 1520        410

» X 1 Lettera del cardinale Salviati a Niccolò Machiavelli. – 6 settembre 1521         412

2. Lettera di Niccolò Machiavelli a Francesco Vettori. – 29 aprile 1513        414

» XI Lettera di Francesco Guicciardini al Machiavelli. - Modena, 18 maggio 1521        420

» XII Scritto di N. Machiavelli sul modo di ricostituire l'Ordinanza        421

» XIII Due sonetti di Niccolò Machiavelli        425

1. Niccolò Machiavelli ad M. Bernardo suo padre. – In villa a S. Casciano        ivi

2. Nicolo Machiavellj a Mg° Giuliano de' Medici, quando esso Nicolo era in prigione, nel 1512.        427

» XIV Lettera di Francesco Vettori al Machiavelli. - Roma, 8 marzo 1524/25        428

» XV Breve di Clemente VII a Francesco Guicciardini        429

» XVI Lettera di Francesco del Nero a Niccolò Machiavelli. - Firenze, 27 luglio 1525        430

» XVII Lettera di Monsignor Ludovico Canossa a Francesco Vettori. - Venezia, 15 settembre 1525        431

» XVIII. Lettera di Filippo de' Nerli a Francesco del Nero. - Modena, 1 marzo 1525        433

» XIX Minute di lettere, patenti ed ordini scritti dal Machiavelli, come Cancelliere dei Cinque Procuratori delle mura        434

1. MDXXVI, a dì 24 d'aprile. A Giuliano ingegnere a Roma        435

2. A dì detto, a Galeotto de Medici oratore a Roma        436

3. A dì primo di giugno, a Galeotto de Medici oratore a Roma        ivi

4. A dì detto, a tutti i Podestà del contado di Firenze        438

5. Patente per Giovanfrancesco da Sangallo e Baccio Bigio        ivi

6. A Galeotto de Medici, oratore in Roma. 7 giugno 1526        439

7. A dì 2 di gennaio 1526/27 (Circolare)        442

8. A dì 21 di gennaio 1526/27 (Circolare)        443

9. Abbati Cortusii. Dicta die (26 gennaio 1526/27)        ivi

» XX Lettera di Iacopo Fornaciaio al Machiavelli. - Firenze, 5 agosto 1526        444

» XXI Lettere di Roberto Acciaiuoli, ambasciatore di Clemente VII e della Repubblica fiorentina in Francia (anno 1526)         445

1. Al Cardinale di Cortona        ivi

2. Ai Signori Otto di Pratica in Firenze        446

3. Al Magnifico Luogotenente del Papa, Messer Francesco Guicciardini, in Campo        448

4. Al Signor Luogotenente del Papa, Messer Francesco Guicciardini, in Campo        451

5. Al R.mo Datario ed a Messer Iacopo Salviati in Roma        454

6. Al R.mo Datario ed a Messer Iacopo Salviati in Roma        455

7. A Messer Francesco Guicciardini, Luogotenente del Papa. In Campo        461

8. A M. Baldassarre da Castiglione, nuntio del Papa appresso Cesare. In Corte dell'Imperatore        463

9. Al Signor Luogotenente del Papa, Messer Francesco Guicciardini, in Campo        466

10. Al R.mo Datario ed a Messer Iacopo Salviati, a Roma        ivi

11. Al R.mo Datario ed a Messer Iacopo Salviati, a Roma        469

12. A Messer Francesco Guicciardini, Luogotenente del Papa. A Piacenza        472

» XXII.. Lettera di Guido Machiavelli a suo padre Niccolò. - Firenze, 17 aprile 1527        474

» XXIII. Documenti relativi alle elezioni di Francesco Tarugi e di Donato Giannotti all'ufficio di primo segretario dei Dieci        476

1. A' dì 25 d'octobre 1527        ivi

2. Die viiii decembris mdxxvii, Salarii di Ministri del Magistrato        ivi

Nota al Capitolo VIII del Libro II        479

Nota al Capitolo XIV del Libro II. Alcune osservazioni sulla Storia d'Italia di F. Guicciardini        483

Indice dei nomi e delle materie        499

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