I. OSSERVAZIONI SUI NUCLEI DELLE EQUAZIONI INTEGRALI

«Rend. Acc. Lincei», ser. 5a, vol. XXIII1, 19141;
pp. 266-269.

1. Sia

l'equazione risolvente dell'equazione integrale

Fra il nucleo dell'equazione primitiva e quello della risolvente passano le relazioni

Se il nucleo dell'equazione primitiva è della forma f(x – ξ), ossia appartiene al gruppo del ciclo chiuso, vi apparterrà anche il nucleo risolvente che avrà quindi la forma f 1(x – ξ); e l'equazione precedente si scriverà:

(1)

Il prof. Tedone, in una recente Nota, si domanda quando il nucleo risolvente possa ottenersi dal primitivo mediante un numero finito di operazioni di derivazione e d'integrazione.

Risolviamo il problema nel caso in cui il nucleo risolvente si voglia che resulti dato da una espressione lineare a coefficienti costanti delle derivate e di integrali del nucleo primitivo; cioè:

(1)

2. Facendo uso delle notazioni impiegate per la composizione, la (1) si scriverà:

(2)

ossia

D'altra parte,

. . . . . . . . . . . . . . .

Sia

f(0)=c 0 , f'(0)=c 1 , f"(0)=2c 2 , . . . , f ( m )(0)=m!c m;

sarà

e, facendo uso del simbolo di divisione,

,

Avremo dunque

Le operazioni simboliche di divisione e di moltiplicazione possono trattarsi come operazioni algebriche; quindi, riducendo a forma intera, avremo:

(3)

Questa è una equazione integrale di secondo grado della cui soluzione mi sono occupato nelle mie lezioni sulle funzioni di linee.

3. Come esempio, risolviamo il problema di trovare un nucleo tale che il nucleo risolvente sia la derivata del primitivo, cioè si abbia

ossia

Ma

f' =

quindi

e, riducendo a forma intera,

Questa equazione integrale si scrive, supponendo c 0 = 1 per trattare il caso più semplice,

Per risolverla, basta considerare l'equazione algebrica

y 2 + yz = 0,

da cui segue

Prendiamo la radice che si annulla per z = 0 e sviluppiamola in serie di potenze di z. Si otterrà

Sostituiamo, al posto di z , e consideriamone le potenze simboliche come composizioni, cioè

, , . . . ,

Avremo il nucleo richiesto

Questa funzione resulta intera, ma anche a priori avremmo potuto dire, per le proprietà della composizione, che la funzione f doveva essere intera.

4. Si può anche trattare facilmente il caso in cui i coefficienti della (1) non siano costanti, ed altri casi pure che semplicemente possono dedursi dalla trattazione precedente.

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