IV. Degli alleati dell’amante.

L’uomo premuroso d’avvertirne un altro che un biglietto da mille franchi cade dal suo portafoglio, o anco che un fazzoletto esce dalla sua tasca, considera come una bassezza il prevenirlo che gli rapiscono sua moglie. Vi è certo in questa inconseguenza morale qualche cosa di bizzarro; ma però può spiegarsi.

La legge essendosi inibita la ricerca dei diritti matrimoniali, i cittadini hanno ancor molto meno di essa il diritto di far la polizia conjugale: e quando si restituisce un biglietto da mille franchi a quello che lo perde, vi è in quest’atto una sorta di obbligazione derivata dal principio che dice: Agisci verso gli altri come vorresti che essi agissero verso di te!

Ma per qual ragionamento si giustificherà e in qual modo qualificheremo il soccorso che un celibe non implora mai invano, e riceve sempre da un altro celibe, per ingannare un marito? L’uomo incapace d’ajutare un gendarme a trovare un assassino, non prova nessun scrupolo a condurre un marito allo spettacolo, ad un concerto, o anco in una casa equivoca, per facilitare ad un camerata che egli potrà ammazzare in duello domani un convegno il cui risultato è o di mettere un fanciullo adulterino in una famiglia e di privar due fratelli di una porzione della loro fortuna, dando ad essi un coerede che non avrebbero forse avuto, o di far la disgrazia di tre esseri. Bisogna confessare che la probità è una virtù ben rara, e che l’uomo che crede averne di più è bene spesso quello che ne ha meno. I tali odii hanno diviso delle famiglie, il tal fratricidio è stato commesso, che non sarebbero accaduti se un amico si fosse rifiutato a ciò, che nel mondo passa per una spiritosaggine.

È impossibile che un uomo non abbia una mania, e noi amiamo tutti, o la caccia, o la pesca, o il giuoco, o la musica, o il denaro, o la tavola, ecc., ecc. Ebbene, la vostra passione favorita sarà sempre complice dell’agguato, che vi sarà teso da un amante, e la sua mano invisibile dirigerà i vostri amici o i suoi, sia che acconsentano o no, a prendere una parte nella scenetta che inventa per trarvi fuori di casa o per indurvi ad abbandonargli vostra moglie. Un amante passerà due mesi intieri, se occorre, a meditare la costruzione della trappola.

Ho veduto soccomber l’uomo più astuto della terra.

Era un antico avvocato di Normandia. Abitava la piccola città di B..., dove il reggimento di cacciatori del Cantal teneva guarnigione. Un elegante ufficiale amava la moglie dell’azzeccagarbugli, e il reggimento doveva partire senza che i due amanti avessero potuto aver la menoma libertà. Era il quarto militare di cui l’avvocato trionfava. Uscendo da tavola, una sera verso le sei, il marito andò a passeggiare sopra una terrazza del suo giardino, dalla quale si scopriva la campagna.

Gli ufficiali vennero in quel momento per congedarsi da lui. Ad un tratto, brilla all’orizzonte la fiamma sinistra di un incendio. — Oh Dio! La Daudinière brucia! sclamò il maggiore. Era un vecchio soldato senza malizia che aveva pranzato in casa. Tutti montarono a cavallo. La giovane moglie sorrise vedendosi sola, perchè l’innamorato nascosto in un cespuglio le aveva detto: È un fuoco di paglia! Le posizioni del marito furono girate, con tanta maggiore abilità, che un eccellente corridore aspettava il capitano; e che, per una delicatezza assai rara nella cavalleria, l’amante seppe sacrificar qualche istante di felicità, per raggiungere la cavalcata e tornare in compagnia del marito.

Il matrimonio è un vero duello in cui per trionfare del suo avversario, fa d’uopo d’un’attenzione continua; perchè se avete la disgrazia di volger la testa, la spada del celibato vi passa da parte a parte.

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