1. Ho più sopra osservato che il mondo Mediterraneo e il mondo Cinese formano il contrapposto l'uno dell'altro, non solo per il carattere delle due civiltà, ma anche per la configurazione geografica sostanzialmente diversa dei paesi sui quali si svilupparono.
E se la Cina si presenta sotto la forma di una concavità terrestre nella configurazione geografica più adatta alla fusione etnica delle popolazioni che vi si sovrappongono – e nell'Occidente la concavità è sostituita da un mare – facilmente si comprende come la civiltà marittima che vi si è svolta debba presentare caratteri opposti alla civiltà fluviale dei Cinesi.
Ma una cosa può considerarsi comune: la determinazione analoga di due vasti bacini di assimiliazione sociale, ove i popoli di civiltà superiore subiscono la sovrapposizione dei popoli invasori con un inevitabile processo di assimiliazione politica. I Mongoli, che a più riprese invasero la Cina, furono pressochè nazionalizzati, e 5 loro immensi territori originarii rimasero soggetti all'Impero cinese; i Manciù, che s'impadronirono di Pechino nel 1644 e vi hanno conservato fino a ieri la dinastia dei Ta-Tsing, si assimilarono ben presto al popolo vinto e diventarono in tutto cinesi. Così la Grecia, vinta da Roma, impose a questa la sua cultura e la sua arte; così Roma, vinta dai Barbari, trovò in essi i più saldi continuatori della grande tradizione dell'Impero, che distrutto di fatto, rimase vivo di diritto per più di dodici secoli, associato all'idea Cristiana. Essi avocarono a sè quella tradizione; nè lo stesso Guglielmo II, uomo del diritto divino, sarebbe stato in tutto alieno dal farla rivivere per conto suo, poichè rimase istintiva nei tedeschi una siffatta applicazione ideale dell'Impero Germanico, per la quale il centro storico di gravità fu Roma.
2. Noi sappiamo che i bassopiani, come già quelli dell'Egitto e della Mesopotamia nell'Oriente classico, più tardi il bacino del Po, e quelli del Danubio, del Reno, della Senna e del Tamigi, assorbirono tutte le genti nuove che vi si sovrapposero e divennero sedi di popolazioni stabili, a tipo agricolo, parzialmente costituite in grandi aggregati sociali, le città, centri di un movimento demografico superiore dovuto alla produzione industriale della ricchezza. Tali furono Babilonia e Ninive, Menfi e Tebe, nei bassopiani agricoli del mondo occidentale, tali le città antiche del bacino Gangetico ove crebbe la Civiltà Indiana; tali le potenti agglomerazioni urbane dell'Estremo Oriente ove sorse gigantesca e sola, nel suo formidabile isolamento geografico, la Civiltà Sinica. Analoga forma di assimiliazione e di fusione ebbero le genti di Razza gialla nel bassopiano del Iang-tzè, ma più salda e compatta in una perfetta unità nazionale fissata idealmente in una scrittura colla quale tutti i Cinesi intendono al medesimo modo gli stessi libri, indipendentemente dalle diversità dei dialetti e della pronuncia.
3. Civiltà continentale e fluviale noi abbiamo detto quella della Cina, marittima invece quella dei nostri padri dell'Antichità e del Medio Evo, e quella più ancora dell'Europa moderna. E l'Europa appunto, nella sua forma geografica, si divincola dalla massa continentale asiatica proiettandosi slanciata e snella verso Occidente, sull'Oceano Atlantico, fra i due mari, Romanico e Cimbrico; mentre invece la Cina non si sporge che per una lenta e pigra curva sul Pacifico e può dirsi un'Europa a rovescio, infissa profondamente nella massa Continentale cui è saldata, come dicemmo, da una larga cintura di altopiani e di montagne altissime, e dalla forte ossatura mediana del Kuen-lun.
Questo fondamentale contrasto delle forme geografiche basta da solo a spiegare nelle sue più grandi linee il contrasto dello svolgimento sociale dei due gruppi di popoli e della natura intima della loro cultura: la Geografia non è altro che la Storia arrestata nel suo cammino e fissata nello spazio.
Da una parte, in Europa, la configurazione orizzontale articolata insieme colla varietà delle forme verticali, ha generato un frazionamento politico e una diversità di sviluppo sociale, che ebbe per principale carattere l'instabilità delle istituzioni in un vasto disgregamento dal quale si staccano con particolar forza le forme individuali, e gli ordinamenti si trasformano, e tutto viene travolto in un moto continuo e rapido, quasi un acceleramento della storia, che è la caratteristica delle democrazie commerciali e marittime; dall'altra invece l'uniformità pianeggiante del territorio che scende al mare lungo i due massimi fiumi, ha determinato nella Cina una forma di stabilità sociale e di unità politica, che solo talvolta viene interrotta violentemente dalle invasioni dei popoli nomadi dell'altipiano. Il particolarismo europeo ha dato maggior rilievo all'uomo come individuo, conferendo una vivacità sempre nuova al progresso sociale; il livellamento asiatico ha fatto dell'individuo una semplice molecola della collettività, poiché il sentimento collettivo, fuso nel più assoluto esclusivismo nazionale, è la principale caratteristica della società cinese.