Lo gnosticismo è uno degli argomenti che ha piú vivamente appassionato gli storici del cristianesimo antico, determinando fra loro un duplice orientamento. Adolfo von Harnack, nella sua grande Dogmengeschichte, rimasta per parecchi decenni come opera classica (Lehrbuch der Dogmengeschichte, Erster Band: «Die Entstehung des kirchlichen Dogmas», IV capitolo, «Die Versuche der Gnostiker, eine apostolische Glaubenslehre und eine christliche Theologie zu schaffen, oder: die acute Verweltichung des Christentums») vide nello gnosticismo la prima crisi acuta della mondanizzazione ellenistica dell'esperienza cristiana: la prima tappa nel suo processo di «ellenizzazione». Wilhelm Bousset nella sua opera Hauptprobleme der Gnosis, 10. Heft nelle «Forschungen zur Religion und Literatur des Alten und Neuen Testaments» e molto piú Richard Reitzenstein nelle sue numerose opere, tra cui ci limitiamo a registrare Die hellenistischen Mysterienreligionen (Leipzig, Dritte Auflage, 1927), Historia Monachorum und Historia Lausiaca: eine Studie zur Geschichte des Mönchtums und der frühchristlichen Begriffe Gnostiker und Pneumatiker (Goettingen, Vandenhoeck und Ruprecht, 1915), hanno veduto piuttosto nello gnosticismo una penetrazione di miti orientali, nella riflessione della coscienza cristiana sugli elementi della propria esperienza. (Vedi del Reitzenstein anche: Das iranische Erlösungsmysterium).
Oggi i due punti di vista ugualmente unilaterali sono nettamente superati. Già nei primi anni del nostro insegnamento di storia del cristianesimo noi siamo sempre partiti dall'idea che è radicalmente vano e superficiale distinguere elementi ellenistici ed elementi orientalistici in quella cultura del mondo mediterraneo dei primi secoli dell'Impero che è tutta in un sincretismo, mai piú raggiunto, di orientalesimo e di grecità romana.
Il fenomeno gnostico va considerato soprattutto come un tentativo spontaneo e autoctono dell'esperienza cristiana, tratta fatalmente dalle esigenze della sua disseminazione ad evolversi da sogno collettivo di palingenesi universale in fede individualistica in un riscatto personale. Da questo punto di vista lo gnosticismo ha rappresentato veramente il primo passo, e passo decisivo, verso l'elaborazione disciplinare cattolica dell'atteggiamento apocalittico della prima forma di conversione e di rinnovamento, in cui è l'essenza della parola neotestamentaria.
I frammenti superstiti delle opere dei grandi maestri gnostici, Basilide, Valentino, Eracleone, Tolomeo, sono stati da noi pubblicati, tradotti e commentati, in un volumetto intitolato appunto I frammenti gnostici (Roma, Libreria di Cultura, nella collezione «Scrittori Cristiani Antichi»).
La fermentazione piú tarda della speculazione gnostica ha molto minore importanza dal punto di vista di chi voglia ricostruire tappa per tappa l'evoluzione concettuale e disciplinare del cristianesimo antico.
Le Chiese gnostiche degenerarono molto presto in conventicole di esaltati, tutti presi da una febbre teosofica abnorme e indisciplinata, di cui la documentazione piú tipica è quella che si può cogliere nell'insieme di opere gnostiche conservateci in versione copta e pubblicate in traduzione tedesca da Karl Schmidt: Koptisch-gnostische Schriften, «Die Pistis Sophia. Die beiden Bücher des Jeû. Unbekanntes altgnostisches Werk», (nella collezione berlinese «Die griechischen christlichen Schriftsteller der ersten drei Jahrhunderte»).