Lo sviluppo del pensiero cristiano antico conosce tre centri di irradiazione: Roma, Alessandria, Cartagine. Roma stessa è luogo di raccolta e di incontro piú che centro originale di operosità e di creazione. Vengono a propagarvi le loro idee e le loro concezioni maestri alessandrini, come predicatori anatolici. La capitale dell'Impero esercita una irresistibile virtú di attrazione anche sui primi teorici del cristianesimo e su quelli che potremmo già definire i «riformatori» dell'esperienza cristiana. Marcione non è anch'egli a suo modo un «riformatore» nel grembo della società cristiano-ecclesiastica?
La maggiore originalità e capacità costruttiva del pensiero teologico noi la troviamo nella Chiesa alessandrina e nel suo Didascaleion.
Sui primi grandi maestri alessandrini rimane sempre fondamentale, nella sua spigliata lucidezza, l'opera di Charles Bigg, The Christian Platonists of Alexandria (Oxford, Clarendon Press).
I singoli maestri alessandrini sono stati tutti oggetto di abbondanti ricerche storico-letterarie. Clemente ed Origene hanno ormai l'edizione critica delle principali loro opere nella raccolta: «Die griechischen christlichen Schriftsteller der ersten drei Jahrhunderte» herausgegeben von der Kirchenvatercommission der königl. preussischen Akademie der Wissenschaften (Leipzig, Hinrichs).
Sul Panteno, il semileggendario maestro alessandrino di Clemente, quanto era possibile raccogliere ed arguire lo si troverà nell'opera di Wilhelm Bousset, Jüdisch-christlicher Schulbetrieb in Alexandrien und Rom (Göttingen, Vandenboeck und Rupprecht, 1915).
Su Clemente Alessandrino ci sembra sufficiente rimandare all'opera di J. Munck, Untersuchungen über Klemens von Alexandria («Forschungen zur Kirchen und Geistesgeschichte», herausgegeben von Erich Seeberg, Erich Caspar, Wilhelm Weber, Band II, Stuttgart, Kohlhammer, 1936) e a quella di J. Meifrot, Der Platonismus bei Clemens Alexandrinus («Heidelberger Abhandlungen zur Philosophie», Heidelberg, Winter, 1928).
Su Origene, pur ricordando la vecchia ma capitale opera Origeniana di P. D. Huet, ristampata nella edizione curata dal Lommatzsch, rimandiamo qui alle opere: E. de Faye, Origène, sa vie, son oeuvre, sa pensée, in tre volumi (Paris, Picard, 1923-1928); René Cadiou, La jeunesse d'Origène, «Histoire de l'école d'Alexandrie au début du III siècle» nelle «Études de Théologie à l'Institut catholique de Paris» (Paris, Beauchesne, 1935); G. Bardy, Origène («Moralistes chrétiens»), Paris, 1931.
Per la teologia romana alla metà del III secolo si possono consultare le opere consacrate alla figura di Novaziano, il cui scritto De Trinitate segna effettivamente una data di qualche importanza nello sviluppo della teologia trinitaria latina. Fondamentale l'opera di W. Y. Fausset, Novatiani Romanae urbis presbyteri, De trinitate liber, Cambridge, 1909 («Cambridge Patristic Texts»); H. Hagemann, Die römische Kirche und ihr Einfluss auf Disziplin und Dogma in den ersten drei Jarhunderten, (Freiburg, i. Br., 1864); A. D'Alès, Novatien, «Études sur la théologie romaine au milieu du III siècle» (Études de Théologie historique publiées sous la direction des professeurs de théologie à l'Institut catholique de Paris», Paris, Beauchesne, 1925).
Per lppolito Romano ci limitiamo a rimandare all'eccellente monografia di Ambrogio Donini, Ippolito di Roma: «Polemiche teologiche e controversie disciplinari nella Chiesa di Roma agli inizi del III secolo» (Roma, Libreria di cultura, 1925).
Sui rappresentanti del pensiero cristiano nell'Africa romanizzata ci sono capitoli ex-professo nel nostro volume «Il cristianesimo nell'Africa romana» («Collezione storica», Bari, Laterza, 1928).
L'opera di Tertulliano ha avuto un'importanza che non potrebbe essere in nessuna maniera esagerata, cosí nella costituzione della dottrina trinitaria, come nella sistemazione dei principî basilari della morale e della pedagogia nel cristianesimo. Dopo Tertulliano, è Cipriano che appare sulla scena della vita africana cristiana come la figura di maggior rilievo. Un volume intiero della Histoire Littéraire de l'Afrique chrétienne di Paul Monceaux (Paris, Leroux, 1902), il volume secondo, è consacrato a lui. San Cipriano ha avuto un posto considerevole nelle polemiche confessionali dei secoli posteriori alla Riforma, specialmente nella cerchia della Chiesa anglicana, per la sua dottrina dell'episcopato. Si possono confrontare in argomento: l'opera del Caspar già citata, volume primo, pagine 72-83, e poi i lavori di Hugo Koch: Cyprian und der römische Primat (Leipzig, Hinrichs, 1910); Cyprianische Untersuchungen (Leipzig, Hinrichs, 1910).
Poiché la persona e l'opera di Tertulliano sono cosí strettamente legate al movimento montanista, indichiamo come opera fondamentale in argomento quella di P. Le Labriolle, La crise montaniste (Paris, Leroux, 1913) con parallela raccolta di testi.
Edizione completa di Tertulliano quella dell'Oehler (Lipsia, Weigel, 1850), parzialmente solo oggi sorpassata per gli scritti che sono comparsi nelle edizioni del «Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum» di Vienna o del «Florilegium Patristicum» di Bonn.