MARTINO dalla sinistra, poi CARLOTTA.
Mart. (accennando a Francesco e a Matilde già usciti). ― Il matrimonio deve avere qualche cosa di buono... (dà un fischio: entra Carlotta) V'ho da dire una cosa, la mia Carlotta...
Carl. ― Che cosa è questa mia?
Mart. ― Non lo credete che avete ad esser mia?
Carl. ― Non credo neanche all'aceto io; e se non vi si cresce la paga, ve lo dico tondo, potete starmi parecchio lontano dai contorni delle scarpe.