SCENA IV.

MARTINO dalla sinistra, poi CARLOTTA.

Mart. (accennando a Francesco e a Matilde già usciti). ― Il matrimonio deve avere qualche cosa di buono... (dà un fischio: entra Carlotta) V'ho da dire una cosa, la mia Carlotta...

Carl. ― Che cosa è questa mia?

Mart. ― Non lo credete che avete ad esser mia?

Carl. ― Non credo neanche all'aceto io; e se non vi si cresce la paga, ve lo dico tondo, potete starmi parecchio lontano dai contorni delle scarpe.

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