L'interno dell'officina meccanica del Valori, illuminato dall'ampio lucernario a cristalli praticato nel soffitto, sorretto da travatura di ferro. Due porte laterali: una a destra, che scorge al quartiere di Valori, e l'altra a sinistra, che dà sulla via. Più in là, a destra, una grande macchina a vapore verticale con fornello, manovelle per le valvole e congegno di trasmissione di movimento, addossata ad un pilastro con camino in cotto e sostenuta da una base di due scalini di pietra. Di faccia, a sinistra, un trapano ed una grue; dietro il trapano un vasto fucinale rivolto verso il fondo. Fra il fucinale e la grue l'asta col pallino dei mantici. In alto, carrucole, ganci e catene infissi in una trave armata. Lungo la parete, in fondo, i banchi dei limatori colle morse, i limatoi, delle caldaie in rassetto, trafile, argani ed altri congegni meccanici; nel mezzo, un'ampia finestra con inferriata ed invetriata fissa, la quale scorge sopra la piazza.
Sulla scena: pezzi di ferro da rifondere e tre incudini coi loro martelli. ― Presso il fornello una pala da carbone, ed una stanga da attizzare; presso il fucinale forbici e tanaglie di diversa misura e forma. ― Presso la macchina, appesi al pilastro, un termometro ed una lavagna; sopra un palchettino infisso nel pilastro istesso, un bricco di latta a lungo beccuccio per ungere i congegni, del cotone in fiocco, della stoppa e dei cenci.
La porta a sinistra si chiude a chiave, e la chiave si appende presso la macchina ad un chiodo piantato nel pilastro, fra il termometro e la lavagna. ― È giorno.