Dalla destra CARLO inosservato. Detti.
Mart. ― Sentite, il signor Faustini ha fatto offrire dieci soldi di più per giornata a me, Cencio, Gennaro ed Ambrogio, e sta attorno al capo-fabbrica per guadagnarselo anche lui. Or bene, se per questi altri dieci soldi, che fanno la bellezza di quattro lirette, vi decidete a sposarmi, io, con gran dispiacere.... per lui... pianto qui su due piedi il cavaliere!
[118] Carlo.― Bravo!
Carl. ― (Tonfa!)
Mart. ― (Ahi! Ahi!) detto con gran dispiacere.
Carlo. ― Già, per me. (a Carlotta) Che fai tu qui?
Carl. ― Io cercava... della limatura per far pulito il rame...
Carlo. ― Va in casa subito. (Carlotta esce dalla destra. ― Suono di campana)
Mart. ― (Pagherei dieci soldi per trovarmi lontano un miglio).
Carlo. ― Martino, Faustini tenta adunque di prendermi tutti i migliori operai, e voi altri che sapete in quali impegni mi trovo, mi piantereste senza dirmi un'acca!
Mart. ― (Ne pagherei venti per trovarmi in cantina).
Carlo. ― Questo prova che avete forse una ragione di farmi del male...
Mart. ― No, per Diesana!
Carlo. ― E allora?
Mart. ― E allora, si capisce... l'amore! Ecco la ragionaccia! Ma la ringrazio d'avermi avvisato, e stia sicuro che finchè non abbia terminato i suoi impegni, non mi muovo, neanche se Carlotta, non so se mi spiego, diventasse più bella della Madonna della Guardia!
Carlo. ― Basta, Martino... Lo sapevo io: uno per uno di voi se ne fa quello che si vuole. Vi ringrazio e saprò ricompensarvi.