FRANCESCO, GENNARO, CENCIO, AMBROGIO, ORESTE, e tutti gli altri lavoranti, dalla sinistra. Detti.
Carlo. ― Figliuoli, vi ho a pregare tutti di un favore: perchè le macchine possano esser mandate in tempo al Richard, ci vorrebbe una giornata di più di lavoro, quella giornata appunto che si è perduto per solennizzare non so che festa. Per ricuperare questa giornata bisognerebbe che mi deste un'ora di più al giorno per questa sola settimana.
Tutti. ― Sì, sì, volentieri.
[119] Carlo.― Oh bravi! bravi davvero e grazie!... È inutile che vi dica che da lunedì venturo l'orario sarà nuovamente ridotto di quest'ora, per cui riceverete un proporzionato aumento di paga. Ora al lavoro. (a Francesco) Avete sentito, Savelli, che razza di guerra mi fa il Faustini? E temo anche peggio da certe voci!
Franc. ― Non abbia timore; i suoi operai gli sono fedeli.
Carlo. ― Guai a me se dovessi dubitarne! Ora vediamo il materiale ed il carbone per non esser colti alla sprovvista.
Franc. (agli operai che s'apprestano a lavorare). ― Date mano ad imperniare le ruote dentate, limatori; e voi altri massellatori alla tornitura dei fusti. (a Carlo) In queste ore più calde un lavoro meno faticoso profitta di più...
Carlo. ― Approvo il vostro consiglio. (escono entrambi dalla destra)