SCENA II.

IL CONTE, e DETTI.

CONTE.

Voi siete il benvenuto.

LORENZO.

Io deggio in prima

Scusarmi dell'indugio: io volli tutta

Radunar la mia gente....

CONTE.

E non potea

Venir più a tempo: io mi tenea sicuro,

Chè mancar non solete a questi inviti.

Voi prometteste novecento lance,

S'io non m'inganno.

LORENZO.

E tante io ne conduco.

CONTE.

Un buon drappello, ed un buon duca; e questo

Talor conta assai più.

LORENZO.

Tutto alla vostra

Scuola dovrò, s'io tal divenga un giorno.

CONTE.

Noi non staremo in ozio a lungo, io stimo.

Vi reco una novella: il Duca ha fatto

Un condottier supremo; al campo ei giunse,

E il comando pigliò: pur or l'avviso

N'ebbi.

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LORENZO.

CONTE.

Carlo Malatesti: un nome

Di lieto augurio. E a noi....s'aspetta

Torglielo, e farne più famoso il nostro.

Lorenzo, ov'è la vostra gente?

LORENZO.

È posta

All'entrata del campo; ivi ordinai

Ch'uom di sua schiera non uscisse, in fino

Che a voi piacesse di vederli.

CONTE.

Andiamo.

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