6.

Di nuovo il tramonto, di nuovo Eglizot con la ciotola in mano.

Pane, cipolla, una fetta di frittata.

D’Amblanc spiava la scena dalla finestrella del granaio, domandandosi se la notte gli avesse portato il consiglio giusto.

La ciotola di fianco ai sostegni per la vite, addossati al castagno.

Ne aveva parlato con Eglizot, e l’uomo, per quanto semplice, sembrava aver capito le sue buone intenzioni.

«El dotu set vu», gli aveva risposto.

E infatti era stupido cercare di condividere una responsabilità che era soltanto sua.

Radoub non aveva espresso nulla in contrario, purché si rispettasse la condicio sine qua non.

«Torniamo a Parigi. E per la via più breve».

I cespugli cominciarono a fremere molto più tardi rispetto al giorno prima.

Ormai era quasi buio. Jean doveva essersi chiesto a lungo se cedere alla fame oppure no.

Quando uscí allo scoperto, D’Amblanc trattenne il fiato.

II ragazzo afferrò una fetta di pane, la portò alla bocca.

Dall’alto del castagno, Feyfeux gli lasciò cadere addosso una rete da uccellatori. Poi lui stesso, insieme allo Sfregiato, saltò giù dai rami per bloccare la fuga di Jean del Bosco.

D’Amblanc si precipitò giù dalle scale, gridando di stare attenti a non far male al ragazzo.

Jean scalciava e ringhiava, in un delirio ferino che ricordava l’uomo-cinghiale, il primo caso di quel lungo, mirabolante viaggio alverniate.

Poulidor e Radoub giunsero a dare rinforzi, mentre l’intera famiglia Eglizot si radunava sullo spiazzo per assistere alla scena.

– Calmati, adesso. Ora basta, – intimò D’Amblanc mentre appoggiava le mani sul corpo del ragazzo, oltre la rete da fringuelli. – Sono io, il dottore di ieri sera, ricordi? Tu vivi nella casa del signor d’Yvers. Tu sai suonare la spinetta, non sei una bestia. Rilassati, lo dico per il tuo bene.

Ma il ragazzo selvaggio non accennava a calmarsi e le maglie della rete gli graffiavano la pelle in più punti.

D’Amblanc si fece portare le barre di rame e decise di procedere come con Jaranton. In fondo, anche in quel caso aveva agito contro la volontà del paziente, che avrebbe preferito masturbarsi come un ossesso. In quella circostanza, però, era anche sicuro di agire per il bene del malato. Nella presente, invece, non gli era chiaro quale fosse quel bene, e di certo erano altri i motivi che lo spingevano.

«Non cercate giustizia, ma la conferma di un’ipotesi», gli aveva detto padre Ledoux.

Scacciò quel ricordo e diede istruzioni agli adulti della famiglia Eglizot perché formassero una catena, tenendosi per mano. Al capofila consegnò la barra di rame e gliela fece applicare sull’addome del ragazzo, mentre procedeva a strofinargli i piedi e la testa.

– Calmati, Jean. Ricorda chi sei. Il signore d’Yvers vuole vederti, dobbiamo andare a Parigi. Rilassati. Chiudi gli occhi. Ecco, bravo, così. Domani si parte. Domani si va a Parigi.

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