Il pranzo di nozze era durato tutto il pomeriggio. Soltanto verso sera padre Clément rientrò in canonica e trovò D’Amblanc ad attenderlo sull’uscio. Lo fece accomodare nell’unica stanza di soggiorno e gli offrí un bicchiere di vino, che D’Amblanc accettò.
Quando furono seduti l’uno di fronte all’altro, Clément si dispose ad ascoltare il resoconto dell’indagine.
– Avete raccolto abbastanza elementi per l’incriminazione di Ledoux?
– Purtroppo l’esorcismo praticato da Ledoux è avvenuto all’ombra di un crimine assai più grave. Qualcuno ha approfittato dello stato di sonnambulismo di Noèle Chalaphy per usarle violenza.
Il prete si esibì in un’espressione stupita.
– Mio Dio.
– Dio non c’entra affatto. È farina del sacco dell’uomo.
Il prete si fece il segno della croce, mentre D’Amblanc estraeva dalla tasca il fazzoletto rinvenuto fra le mani di Noèle e lo spiegava sul tavolo.
– La ragazza è riuscita a strappare questo al suo aggressore.
Clément si protese a osservarlo.
– Sono macchie di sangue?
– No. Succo di ciliegia.
Clément corrugò la fronte, ma prima che potesse parlare, D’Amblanc gli fece segno di lasciarlo proseguire.
– Il sentiero che costeggia il lago passa di fianco a un filare di ciliegi. I frutti sono dolci e profumati, difficile resistere alla tentazione di assaggiarli. Io stesso ho ceduto. Le ciliege lasciano macchie durature –. Mostrò quelle sulla propria giacca. – Il lago era la meta segreta di alcune ragazze del villaggio, che andavano a bagnarsi laggiù, e tra queste Noèle Chalaphy. L’estate scorsa, qualcuno deve aver sostato a lungo sulla sponda ed essersi abbuffato di ciliege mentre spiava quelle giovani –. D’Amblanc indicò il fazzoletto. – Poi ha usato questo per pulirsi. La sera che Noèle è scesa al lago in preda al sonnambulismo, costui l’ha seguita e ha approfittato del fatto che fosse sola e in stato di incoscienza per abusare di lei.
Un altro segno della croce.
– Ma chi può...
– Una persona che l’ha vista dirigersi verso il lago. Considerando che a quell’ora i boscaioli sono rientrati da un pezzo, e che la casa degli Chalaphy si trova al margine del paese, c’è soltanto un edificio davanti al quale Noèle è transitata quella sera.
Clément si irrigidì sulla sedia, gli occhi stretti a scrutare il volto di D’Amblanc, che proseguì imperterrito:
– La chiesa. E, ovviamente, la canonica.
– Dove volete arrivare?
D’Amblanc si concesse uno sconsolato sorriso.
– Questo fazzoletto è vostro, Clément. Ne ho avuto la prova stamattina, in chiesa. Il sottile ricamo che compare sul bordo è lo stesso dei vostri paramenti. Fa parte del corredo.
Clément aveva il respiro pesante e non sapeva dove posare lo sguardo. Lo abbassò sul fazzoletto, a contemplare la propria condanna.
– Voi sapevate dell’affezione di Noèle, – riprese D’Amblanc. – L’avete seguita finché non è stata abbastanza lontana dall’abitato, quindi l’avete aggredita.
Clément si copri la faccia con le mani.
– Da quanto tempo, Clément? – lo incalzò D’Amblanc.
– Da quanto tempo andavate a spiare le creature del diavolo?
È così che le chiamate la domenica in chiesa, vero?
– È quello che sono –. La voce del prete uscí come un ringhio, o un raglio, tra le dita. – Dai tempi di Èva le donne sono la tentazione del diavolo.
D’Amblanc sospirò.
– E quella sera di un anno fa, voi avete ceduto alla tentazione. Non dev’esservi sembrato vero, quando avete visto Noèle passare sotto la vostra finestra e dirigersi da sola verso il lago. O c’è forse dell’altro? – il tono di D’Amblanc si fece più incalzante. – Come potevate essere certo che la ragazza non si sarebbe svegliata, che non avrebbe ricordato? Cosa sapete del sonnambulismo? Avete mai praticato una magnetizzazione?
Clément sollevò la faccia stravolta.
– Non so niente di queste cose, lo giuro! È stato il diavolo... Il diavolo mi ha tentato, mi ha detto che era scuro, che la ragazza non mi avrebbe riconosciuto... Lei si è denudata e io ho perso la ragione...
– L’avevate mai toccata prima di quella sera?
– Mai! Era lei che si toccava. Si asciugava le gambe, la pancia, il seno, i capelli. Era lasciva come tutte le altre, anzi, più delle altre.
A quelle parole D’Amblanc si bloccò, fulminato da un pensiero. E se... se fossero stati proprio quei bagni e quelle frizioni a indurre la patologia, provocando un grande disordine dei flussi corporei e al contempo lo sprigionarsi di forze recondite? D’Amblanc ebbe la visione del lago vulcanico incastonato fra i monti. Un vulcano è in contatto con il centro della terra, vicino ai vulcani i magneti impazziscono. Che altro era se non una gigantesca vasca mesmerica? Forse la ragazza era vittima della propria passione per l’acqua e involontariamente aveva provocato su sé stessa il sonnambulismo... Interruppe il flusso dei pensieri e ricordò le parole di Ledoux: «Non cercate giustizia, ma la conferma di un’ipotesi».
Guardò Clément, accasciato sul tavolo come un cetaceo spiaggiato. Era il colpevole, ma non il suo colpevole. Una volta aveva sentito il giovane Louis de Saint-Just dire: «Chi usa violenza a una donna deve essere punito con la morte».
– Verrete processato.
Con grande sforzo, Clément si sollevò.
– Il padre e il fratello mi uccideranno prima!
D’Amblanc ignorò il tono disperato del prete.
– Farò in modo che siate messo sotto custodia e tradotto a Aurillac per il processo.
– Non ci arriverò mai. Mi scanneranno come un maiale.
Il desiderio di D’Amblanc sarebbe stato quello di studiare meglio il caso, di attendere la successiva crisi di sonnambulismo di Noèle e di osservarla. Ma un buon rivoluzionario poteva lasciare un reato impunito?
– Vi scorterò io stesso a Aurillac. Partiremo domani. Portate con voi solo lo stretto necessario. Questa notte gli uomini della mia scorta si daranno il cambio davanti alla vostra casa.