La sera del secondo giorno, con una vecchia penna spelacchiata, D’Amblanc mise in ordine gli appunti e redasse le note per il suo rapporto a Chauvelin.
Si era fatto procurare uno scrittoio, giacché nella sua stanza non ve n’era alcuno.
San Martino di Dordogna, giugno 1793
Annette Anthus, di anni trentuno, moglie del mugnaio Pierre Anthus, residente poco fuori del paese, afferma quanto segue:
Una notte di circa sei mesi fa, in coincidenza con il plenilunio, ha udito strane grida provenienti dal cortile antistante il mulino. Trovandosi sola in casa con i tre figli, poiché il marito era in viaggio per affari, la Anthus non ha avuto animo di uscire, ma si è affacciata alla finestra. Ha così notato la figura imponente di un essere che non aveva movenze umane, bensì bestiali, e i cui versi assomigliavano a quelli di un cinghiale ferito – o forse «in calore», dato che la Anthus ha tenuto a precisare che la creatura sfoggiava una vistosa erezione (dal che si deduce che fosse priva di vestiti, o almeno di calzoni). La distanza non ha consentito alla donna di distinguere altro. La creatura si è dileguata verso il bosco.
Segue la testimonianza di Alphonse Arnaud, porcaio, di anni ventisette:
Due mesi or sono, nella notte di plenilunio, è stato destato dai grugniti nel porcile adiacente alla sua abitazione, ai margini del paese. Sospettando che un cinghiale potesse essersi intrufolato tra i suoi animali attirato dall’estro delle femmine, Arnaud è uscito armato di bastone e ha colto in flagrante un energumeno nudo, all’interno del recinto, intento ad aggredire una scrofa, nel quale ha riconosciuto Bernard Jaranton, coltivatore, residente nella fattoria che sorge a poca distanza dalla sua abitazione. Arnaud lo ha colpito con un paio di bastonate, mettendolo in fuga verso il bosco.
Il contadino Jean-Baptiste Romagnat, di anni cinquanta, ha raccontato quanto segue:
In occasione dell’ultimo plenilunio si era attardato sulla riva del fiume, vicino al luogo dove le donne vanno a lavare i panni, per festeggiare la nascita del nipote – una festa alla quale pare fosse l’unico invitato insieme a un fiasco di vino – ed è stato sorpreso dal sonno mentre sedeva sotto un rovere. A metà della notte lo hanno destato urla belluine, «da ghiacciare il sangue». Nascosto dal tronco dell’albero ha visto un uomo di grossa stazza, nel quale gli è parso di riconoscere Bernard Jaranton, nudo come alla nascita, che bramiva in direzione della luna mentre si dedicava all’onanismo fino a spargere il proprio seme nel fiume. Dopodiché è entrato nell’acqua fino alla cintola e si è bagnato a lungo prima di risalire verso il paese.
Testimonianza di Angeline Jaranton, di anni ventiquattro, moglie di Bernard Jaranton:
Da circa un anno, nelle notti di luna piena, il marito, uomo forte e imponente che corrisponde alle descrizioni degli altri testimoni, è soggetto ad accessi di follia, durante i quali assume comportamenti animaleschi, dimentico di ogni contegno civile, spogliandosi di tutti gli abiti ed emettendo versi bestiali, nonché forzando la moglie al ripetuto assolvimento degli obblighi coniugali. Preoccupata per l’incolumità dei figli e della propria, da sei mesi a questa parte la Jaranton si è risolta ad allontanare il marito dall’abitazione nelle notti di plenilunio, sprangando la porta affinché non possa rientrare. In tali occasioni l’uomo trascorre le notti all’addiaccio o in qualche fienile o ancora aggirandosi nudo nelle vicinanze. Il mattino dopo riprende le proprie attività nei campi, all’apparenza ignaro di quanto accaduto. Alla domanda se a suo dire tale comportamento sia provocato da un qualche evento scatenante, la Jaranton ha pensato a lungo e alla fine ha risposto che tempo addietro, prima del manifestarsi degli attacchi di satiriasi, il marito avrebbe incontrato un medico itinerante, di nome Eloisius, il quale gli avrebbe consigliato un rimedio per le emorroidi che lo affliggono.
Su proposta della vedova Decabane, anche quella sera si ripetè la degustazione. E alla seconda sarebbe certamente seguita una terza prova di palato, se alla buon’ora non fosse stata notte di luna piena e non fosse giunto il tempo di mettere in atto il piano premeditato.