9.

I due indiani hanno volti mostruosi.

Durante la battaglia il sudore e il fumo degli spari si sono mescolati ai colori di guerra sulla faccia, colati in lacrime nere. Si passano la bottiglia di rum l’uno con l’altro, ingollando lunghe, volonterose sorsate. Un terzo guerriero se ne sta seduto vicino al fuoco cantilenando. Accanto a lui siede un bambino. C’è odore di legna bruciata e di pioggia, di muschio bagnato e foglie marce. Il cielo ruggisce, sempre più basso.

Uno dei guerrieri estrae il coltello e lo fa mulinare davanti agli occhi del prigioniero, poi con un gesto netto, rapidissimo, gli incide la pelle sulle costole. Si fa più vicino e taglia ancora, come dovesse scuoiare un cervo. L’alcol non gli fa sentire le urla, si ritrova in mano un pezzo di pelle umana e la mostra agli altri con un verso d’esultanza. Il secondo si avventa con la lama e incide sul petto, strappando un altro lembo di pelle. Le urla del prigioniero si mescolano al tuono. Il terzo taglio è all’altezza del fegato, profondo, ma non abbastanza da uccidere. Il sangue cola sul fianco, e già il fulmine è sopra di loro, la scarica elettrostatica squarcia il bosco e spacca l’albero al margine della radura, riducendolo a un tronco carbonizzato.

Gli indiani gridano, inveiscono, lo scroscio di pioggia spegne il fuoco. Il bambino si mette a piangere. L’uomo accanto a lui si alza e dice poche parole. Gli altri due sbraitano. L’uomo punta loro addosso qualcosa, un bastone forse, e li tiene lontani senza nemmeno bisogno di toccarli. Quindi scioglie il prigioniero e lo stende sotto la pioggia. Le gocce filtrano attraverso le fronde e picchiettano il volto, le braccia. L’uomo tampona il sangue e stende le mani sul prigioniero riprendendo la cantilena. Una voce nota, con un inconfondibile accento.

Der Blitz... la folgore ti ha salvato, il Padrone della Vita, il Custode della harmonia kosmisca, l’Essere Supremo.

O quello che altri chiamerebbero Caso.

Il ferito riesce a parlare tra le lacrime.

– Jean... non l’ho salvato... è colpa mia...

– Non puoi fare più niente per i morti. Pensa a cosa puoi fare per i vivi. Sie wollen leben? Tu vuoi vivere, mein Freund? – Non attende una risposta. – A volte soltanto il kranco può scacciare il kranco. Il rischio di morire ist preferibile alla sicherezza di morire, meinst du nicht?

Raccoglie il bastone con cui ha scacciato i due guerrieri e lo mette in mano al ferito.

Lui riesce a portare la punta a contatto con il proprio corpo. La scarica elettrica lo attraversa in un lampo, accartocciandogli l’anima e lo stomaco.

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