4.

L’uomo che non è più Laplace piange calde lacrime.

Finiscono gli anni di Bicêtre.

È giunto il momento di andare.

La morte di Robespierre è più che un segno, è direttamente un segnale che dice: «Via libera».

Ma andare non basta. Occorre farlo con giustizia. Chiudendo i conti, prima di varcare la soglia. Con un gesto abile, degno di essere ricordato.

Bussano alla porta, piano, con discrezione, come se la cella fosse un alloggio privato. Il flusso dei pensieri si arresta. Balena un’idea. Un’Idea, l’uomo lo sa, è come se venisse dall’altrove, rispetto al materiale bruto che troppo spesso affolla la mente. Un’idea talmente netta che ha i contorni di un piano, e delinea ineluttabilmente quella serie di scelte e gesti che compongono l’Azione.

La porta si apre. È l’inserviente Maurel. Crede che, ancora una volta, l’insolito recluso tratterà con il fluido il mal di schiena che l’affligge. L’uomo che fu Laplace lo fa sedere. Mormora qualcosa, il volto appena più vicino di quanto conviene alle buone maniere, e Maurel si leva in piedi, esce dalla cella in silenzio.

Fa ritorno in compagnia di Malaprez. Il biondo, mezzo bruto e mezzo uomo, porta con sé una sacca. Non c’è bisogno di mesmerizzare. L’uomo sa che Malaprez gli appartiene, oltre e al di là dell’azione del fluido. Incontrando lui, ha incontrato un destino.

Due ore dopo, ormai al crepuscolo, Philippe Pinel attraverserà il grande cortile di Bicêtre coi suoi fogli sottobraccio. Giungerà al cancello, si farà riconoscere dalle guardie all’entrata e a passo svelto si avvierà lungo la strada, forse in cerca di una carrozza.

Passerà mezz’ora. Le guardie al cancello vedranno il dottor Pinel attraversare di nuovo il grande cortile e appropinquarsi soprappensiero alla loro garitta.

– Buonasera... cittadino... Dimenticato... qualcosa?

Pinel noterà la cadenza strascicata della guardia, come di persona desta da poco.

– No, cittadino Héraclite. Perché me lo chiedi?

– Perché... sei uscito... mezz’ora fa... cittadino Pinel. Assieme a... a un inserviente. Non ricordi, cittadino? Abbiamo. .. parlato per... per cinque minuti buoni.

– Cinque minuti, dici? E di che abbiamo parlato?

La guardia rimarrà in silenzio. Poi a voce più bassa dirà:

– Perbacco... Non ricordo...

Philippe Pinel guarderà negli occhi Héraclite e il suo compagno.

In quegli occhi vedrà qualcosa di sinistro.

Penserà alla lettera che ha inviato a D’Amblanc.

Share on Twitter Share on Facebook