V.

Ciò che, sotto le apparenze di Grisostomo, il Berchet aveva detto nella Lettera semiseria sul Cacciatore feroce e sulla Eleonora del Bürger, che fu nel 1816 l'esplicito programma della scuola romantica in Italia, la poesia dover essere popolare di caratteri e propositi, e tale di modi da riuscire accetta ed efficace ai più, fuor dalla strettezza delle regole viete e della vieta mitologia, in argomento da suscitare [153] gli affetti vivi a scopo di bene; egli stesso cercò di ottenere con que' poemetti e nelle romanze.

Parga, sulla costa dell'Albania di contro a Corfù, per salvarsi dai Turchi si era data agli Inglesi protettori: e questi nel '19 la rivenderono ai Turchi. Il fatto pietoso mosse tutta l'Europa cristiana: il Goethe lo consigliava al Manzoni come argomento adatto a suscitare di per sè quella commozione che sembrava anche a lui potersi desiderare più intensa ne' drammi mirabili del poeta italiano; il Leopardi voleva introdurlo come episodio in una sua canzone alla Grecia; anche il Byron vi pensava su per qualche lirica; e una gentildonna italiana, saputo di tale intendimento dell'inglese, si affrettava a novellarne in prosa.

Avevano que' di Parga dissotterrate le ossa de' morti loro, che non fossero profanate da' Mussulmani; e sopra un rogo di fronde d'olivo le avevano arse; poi, compiuta la sacra cerimonia, s'erano imbarcati per Corfù. Il Berchet esule fa narrar la scena pietosa alla moglie d'un eroe di Parga, che dal rogo ha sottratte le ossa di due fratelli suoi, uccisi dal Turco, e seco le ha recate, e vi spasima su, rammentando la patria perduta: sì che tenta d'uccidersi. Ed è quello il punto più alto esteticamente del poemetto:

[154]

Quando il rogo funereo fu spento

Noi partimmo: - e chi dir ti potria

La miseria del nostro lamento?

Là piangeva una madre, e s'udia

Maledire il fecondo suo letto,

Mentre i figli di baci copria.

Qui toglievasi un'altra dal petto

Il lattante, e fermando il cammino,

Con istrano delirio d'affetto

Si calava al ruscello vicino,

Vi bagnava per l'ultima volta

Nelle patrie fontane il bambino.

E chi un ramo, un cespuglio, chi svolta

Dalle patrie campagne traea

Una zolla nel pugno raccolta.

Noi salpammo: - e la queta marea

Si coverse di lunghi ululati,

Sicchè il dì del naufragio parea.

Ma non è quivi l'intendimento vero del poeta: la scena non è per lui che un mezzo onde cattivare agli esuli tutta la commiserazione de' lettori: a lui importa, quando la commiserazione sia piena, mostrarci a che debba condurre l'amor della patria. L'uomo di Parga è stato salvato, fuor dalle onde in cui si gettò, da un officiale inglese; e da questo ha l'offerta di soccorsi; ed ha l'affermazione del biasimo che ogni onesto inglese diè al governo della turpe vendita di Parga. Ebbene, quell'esule miserrimo respinge l'aiuto. Oh, è ormai guarito [155] l'esule, nè cercherà più sottrarsi al doloroso dovere della vita; piegherà a' lavori più umili de' campi la mano avvezza alla spada; ma non sarà che avvilisca sè e la patria accettando l'oro di chi è d'una patria che ha tradita e venduta la sua!

Forse il dì non è lunge in cui tutti

Chiameremci fratelli, allorquando

Sopra i lutti espiati dai lutti

Il perdono e l'oblio scorrerà.

Ora gli odii son verdi: - e nefando

Un spergiuro gli intima al cor mio;

Però, s'anco a te il viver degg'io,

Sappi ch'io non ti rendo amistà.

C'è soltanto lo sdegno contro la politica de' reazionarii, contro il Castelreagh, per Parga tradita? c'è soltanto la miseria dell'esule che ne' primi tempi là a Londra si trovava in una brutta casa, tra quattro donne brutte da far paura al demonio, come scrisse a un amico, senza conoscenze, senza amicizie, da maledirne l'isola che gli fu poi tanto cara perchè l'uomo v'era più simpatico che altrove e l'unica sede era quella in Europa della cordiale dignitosa ospitalità? Sarebbe, io credo, diminuire l'animo di lui e il peso del suo poemetto, che in un momento d'ira chiamava inezia e avrebbe volentieri venduto a chiunque per quattrocento franchi. Come ne' Promessi [156] Sposi la giusta sentenza su gli Spagnuoli fu giusto avvertimento verso gli Austriaci, così ne' Profughi di Parga il disdegnoso rifiuto del ramingo suona un consiglio di non venir mai a patti col nemico. Può darsi che il Berchet pensasse anche alle promesse fatte e non mantenute da Lord Bentinck quando i collegati ci volevano indurre a sollevarci contro Napoleone; ma, certo, il pensiero suo non va contro l'Inghilterra, va acuto contro l'Austria.

L'Austria feriscono dritte le altre romanze. Uno straniero volenteroso d'ammirare l'Italia è fermato sul Cenisio da un eremita che gli grida: - Maledetto chi s'accosta senza piangere alla terra del dolore! -, e gli descrive la penisola, non lieta ma pensosa, non in plauso ma in silenzio, non in pace ma in terrore, e gli parla del suo Silvio (e voi supplite, Pellico) che langue ne' ceppi del carcere duro; onde

A' bei soli, a' bei vigneti,

Contristati dalle lagrime

Che i tiranni fan versar,

Ei preferse i tetri abeti,

Le sue nebbie, ed i perpetui

Aquiloni del suo mar

come vedemmo che faceva il buon Rossetti, che pure era oppresso dalla nostalgia. Una italiana (e intenderemo [157] Maria Elisabetta, sorella di Carlo Alberto), che ha sposato (nel 1820) un ufficiale austriaco (l'Arciduca Ranieri d'Austria), e ne ha avuto un figlio, piange sopra sè stessa e su lui, vilipesi. Matilde sogna che il padre le voglia dare per forza a marito un altro ufficiale austriaco, e ansa e si sveglia piangendo dal dolore:

.... L'altare,

L'anello è sparito

Ma innanzi le appare

Quel ceffo tuttor;

Ha bianco il vestito,

Ha il mirto al cimiero,

I fianchi gli fasciano

Il giallo ed il nero,

Colori esecrabili

A un Italo cor.

Il trovatore è cacciato via dal castello dove troppo, ma d'amor puro, amò la dama, e sulle soglie si sente scoppiare il cuore: trasparente allegoria dell'esilio. Giulia si vede partire coscritto dell'Austria il secondo suo figlio; e il primo fuggì esule: chi sa che i due fratelli non si abbian poi a trovare l'un contro l'altro! Le Fantasie poi, rappresentando in quadri simmetrici i sogni d'un esule che gli raffrontano i gloriosi fatti del giuramento di Pontida, della battaglia di Legnano, della pace di Costanza, con le [158] veglie giulive, lo scoramento, l'obbrobrio degli Italiani odierni, mirarono a farli vergognare e a suscitarli; e anche in drammi storici ne risonarono con lunga eco i versi possenti.

Federigo? egli è un uom come voi.

Come il vostro è di ferro il suo brando.

Questi scesi con esso predando,

Come voi veston carne mortal. -

Ma son mille! più mila! - Che monta?

Forse madri qui tante non sono?

Forse il braccio onde ai figli fer dono,

Quanto il braccio di questi non val?

Su! nell'irto, increscioso Alemanno,

Su! Lombardi, puntate la spada:

Fate vostra la vostra contrada,

Questa bella che il ciel vi sortì....

Presto all'armi! Chi ha un ferro l'affili,

Chi un sopruso patì, sel ricordi,

Via da noi questo branco d'ingordi!

Giù l'orgoglio del fulvo lor sir!

Una sola di queste poesie, Clarina, può sembrare che abbia altrove la mira: e l'ha. Vuol colpire infatti Carlo Alberto, reputato fedifrago dai liberali del '21. Ma la freccia volava contro lui perchè egli era mancato al cimento nel dì, che pareva fatale, della liberazione.

Perfino ne' giuochi il Berchet aguzzava la punta de' versi contro gli Austriaci: si racconta che una [159] volta, presenti parecchi Tedeschi, improvvisò questa sciarada:

Pongo il primo sul secondo,

Pongo il tutto sotto i piè. [Te-desco].

Nel '18 il Manzoni, mentre ardeva la polemica suscitata dal Berchet con la Lettera semiseria di Grisostomo, aveva immaginato in una scherzosa canzone che Apollo per punire l'audace romantico lo scomunicasse per sempre dal sinedrio de' ricantatori delle formule solite: non più il plettro aurato, non più l'eburnea lira, non più il corridore alato; tutto avrebbe d'allora in poi dovuto ricavare dal suo proprio sentimento. Un gelo, diceva il Manzoni,

Un gel me prese alla feral sentenza;

E sbigottito e pallido

Esclamai: Santi Numi, egli è spacciato!

E come vuoi che senza queste cose

Ei se la cavi? Come può, rispose.

Da ciò che abbiam visto pare che, sommato tutto, non se la cavasse troppo male.

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