Capitolo XIII.Degli Organi ad acqua.

Non lascerò per tanto di toccare brevissimamente, e al meglio che potrò la struttura degli Organi idraulici. Sù di un basamento di legno si situa una cassa di rame: sopra la stessa base si ergono a destra, e a sinistra de’ regoli legati a modo di scale, e in mezzo a essi restan chiusi i barilotti di rame con de’ fondi movibili perfettamente lavorati al torno, con in mezzo spranghe di ferro attaccate a ciarniera alle leve, e coperti di pelli con lana: in oltre vi sono nel piano superiore de’ buchi di circa tre dita l’uno, ne’ quali buchi, e presso alle ciarniere vi sono dei delfini di bronzo, che tengono con catene pendenti dalla bocca de’ cembali calati da sotto i buchi de’ barilotti.

Dentro la cassa, ove si conserva l’acqua, evvi poi una specie d’imbuto posto sossopra, sotto il quale due tasselli di circa tre dita servono per livellare la distanza fra le labbra inferiori d’esso imbuto, e il fondo della cassa: sopra il suo collo una cassetta ben commessa sostiene il capo della macchina, che in Greco si chiama Canon musicos: sopra questo per lo lungo si fanno de’ canali, cioè se è tetracordo quattro, se essacordo sei, se ottacordo otto; dentro ciascun canale poi sono ficcate altrettante chiavi con manichi di ferro sì, che col girar de’ medesimi si apra la comunicazione fra la cassa, e i canali. Il canone poi tiene registrati i buchi a traverso de’ canali, corrispondenti alle aperture, che sono nella tavola superiore, la quale in Greco si chiama Pinax: fra la tavola, e il canone vi sono frapposti de’ regoletti, bucati della stessa maniera, ma unti di olio, acciocchè sieno con facilità spinti, e tirati innanzi e indietro, e servono per otturare quei buchi, e chiamansi pleuritidi; sicchè l’andare, e il ritornare di questi ne ottura alcuni, altri ne apre.

Hanno questi regoletti i salterelli di ferro attaccati, e uniti ai tasti, onde toccandosi questi, si muovono anche i regoletti: sonovi sopra la tavola i buchi, per i quali passa oltre il vento nelle canne; e ne’ regoletti vi son commessi gli anelli, a’ quali corrispondono le bocche di tutte le canne: dai barilotti partono i condotti attaccati a spalle di legno, e giungono alle aperture, che sono nella cassetta: ivi s’incontrano attaccate delle animelle tirate a torno, le quali, dopo che è entrato il vento nella cassetta, otturando i buchi, non lo lasciano riuscire.

Così dunque, quando si alzano le leve, i manichi sbassano gli stantuffi de’ barilotti, e i delfini, che sono attaccati alle ciarniere, sbassando verso la bocca i cimbali, riempiono d’aria il vuoto de’ barilotti: ma quando sollevano i manichi i fondi dentro i barilotti, coi frequenti urti, perchè si otturano coi cimbali i buchi superiori, l’aria, che vi si trova chiusa, forzata dalle pressioni, è obbligata a passare ne’ cannoni, e di là a quei di legno, per il collo dei quali passa nella cassetta: così col frequente moto delle leve l’aria spesso premuta penetra per le aperture delle chiavi, ed empie di vento i canali. Onde quando i tasti toccati dalle mani vengono a spingere, o a tirare consecutivamente, serrando alternativamente de’ buchi, ed aprendone, fanno colle regole musiche sonare i tuoni in molte e diverse modulazioni.

Ho fatto tutto il possibile, per ispiegare chiaramente una cosa oscura a dimostrarla per iscritto. È ciò non ostante questo artificio difficile, nè da intendersi da tutti, se non da coloro, che sono esercitati in queste cose; e se alcuno l’avesse poco capito dagli scritti, vedendolo in opera, sicuramente ritroverà il tutto curiosamente, e sottilmente regolato.

Share on Twitter Share on Facebook