Evvi una specie di chiocciola, la quale attigne gran quantità d’acqua, ma non alza quanto la ruota: la sua struttura è questa. Si prende un trave, che abbia tante dita di grossezza, quanti piedi di lunghezza, e si riduce rotondo. Col compasso poi si divide la circonferenza alle due teste, o in quattro quarti, o in otto ottavi, e si tirano le linee in modo, che messo il trave a livello su di un piano, le linee di ambe le teste si corrispondano reciprocamente a piombo: si tirino poi fra un capo e l’altro le corrispondenti linee perpendicolari, le quali sieno in larghezza distanti fra loro per l’ottava parte della circonferenza del trave, e in questo modo sarà egualmente diviso sì per il tondo, come per il lungo. Così dunque descrivendosi tali linee per lunghezza, ove s’incrocicchiano colle altre, si segneranno i punti.
Fatto ciò con esattezza, si prende un piccolo regoletto o di salice, o di vetrice, e unto di pece liquida, si attacca al primo punto d’intersezione, e si fa passare obbliquamente per le seguenti intersezioni delle linee dritte colle circolari: così passandolo consecutivamente, ed avvolgendolo per ciascun punto, si va situando sopra ogni intersezione, finchè giunga, e si fermi a quella stessa linea, passando sempre dal primo punto sino all’ottavo, nella quale fu attaccato il suo principio. In tal maniera, siccome si va avanzando obbliquamente per gli otto punti della circonferenza, così si avanza anche fino all’ottavo punto della lunghezza. Nella stessa maniera appiccando simili regoletti obbliquamente per tutte le intersezioni attorno alla circonferenza, e per lungo, cominciando ad avvolgerli dagli otto punti della divisione delle teste, si formano tanti canali a somiglianza di una chiocciola vera. Sopra questi primi si vanno appiccando degli altri, anche unti di pece liquida, e se ne soprappongono tanti, finchè tutto il diametro resti uguale alla ottava parte della lunghezza. Allora s’inchiodano, e si mettono in giro sopra delle tavole, le quali cuoprano quei giri, e poi s’impeciano ben bene, e si legano con cerchi di ferro, acciocchè l’acqua non le stacchi. Le teste del trave anch’esse si fortificano con lastre di ferro inchiodate, e vi si ficcano pure i perni di ferro.
A destra poi, e a sinistra della chiocciola si situano de’ travi con delle traverse sulle teste di ciascuno: in esse s’incastrano degli anelli di ferro, dentro i quali si hanno a ficcare i perni del trave, e così si fa girare la chiocciola da uomini coi piedi. L’inclinazione del capo sollevato della medesima sarà tale, quale richiede la proporzione del triangolo rettangolo di Pittagora: quanto a dire si divide la lunghezza in cinque parti, e tre di quelle faccia l’altezza del capo della chiocciola, e così saranno quattro le parti dalla perpendicolare fino alla bocca di sotto. Come si abbia da formare, si vede nella figura all’ultimo del libro.
Ho descritto colla possibile chiarezza gli organi, che si fanno di legno per attignere l’acqua, e la maniera, come si costruiscano, e le cose, che danno loro moto, con vantaggj presso che infiniti.