Capitolo XX. Testuggine per riempire i fossi.

La testuggine, che si fabbrica per riempire i fossi, e colla quale si può anche accostare fino al muro, si fa in questo modo. Si fa una base, che in Greco si chiama Eschara, quadrata, cioè di piedi 25 per ogni lato: e quattro traversi, i quali sono legati da due altri alti 1/12, larghi la metà: questi traversi sieno fra loro distanti un piede e mezzo in circa; e in ciascuno loro intervallo si pongan sotto degli arboscelli, che in Greco si chiamano Amaxopodes, dentro i quali girano gli assi delle ruote dentro occhj di ferro. Questi arboscelli vanno fatti in modo, che abbiano alla testa de’ buchi, per i quali passando le manovelle, si possano far girare, acciocchè girandosi questi arboscelli, si possa andare o innanzi, o indietro, o a destra o a sinistra, o diagonalmente, ove bisognerà. Vanno in oltre sulla base due travi, che sporgono da ambe le parti piedi sei, e attorno a questi sporti si affiggono due altri travi, che sporgano sette piedi, grossi e larghi quanto i descritti nella base. Sopra questo telaro si erigono delle imposte accoppiate, alte fuori delle cime piedi 9, doppie per ogni verso un piede e un palmo, distanti l’una dall’altra mezzo piede; e da sopra vengono serrate da travi commessi: sopra questi travi si situano le razze incastrate l’una nella punta dell’altra all’altezza di piedi 9: sopra le razze va un trave quadrato, col quale si legano tutte le razze. Questi tutti sono tenuti da’ paradossi fissi attorno, e coperti da tavole specialmente di palma, o pure di ogni altro legno, che sia il più robusto, fuorchè di pino, o alno; mentre questi sono fragili, e facili ad accendersi. Attorno all’intavolato s’intessono de’ graticcj di piccole verghe strettamente tessute: e poi si cuopre tutta la macchina attorno di cuoj freschi, e più nuovi che si può, cuciti a doppio, e imbottiti d’alga, o paglia macerata in aceto; e così saranno esenti dalle percosse delle baliste, e dalla violenza del fuoco.

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