IV. Andrea del Castagno.

Un artista strano che mi pare che faccia assolutamente razza da sè è Andrea del Castagno. Egli pure nacque in Mugello come Giotto e come l'Angelico, ma non ebbe nè l'ingegno di Giotto nè il candore dell'anima dell'Angelico. Egli fu uomo viziosissimo ed iracondo, agitato da mille passioni, ma potente ingegno. Egli deve forse al suo cattivo carattere la nota speciale che lo distingue tra quei pittori i quali abbandonando l'ascetismo entrarono nella via che, tanto per farmi capire alla meglio, ho chiamata del realismo, sebbene vi entrassero in un modo intenso come ricerca di forme, come ricerca di luce, come effetto prospettico, senza però quella passione psicologica che va a cercare il pel nell'uovo nelle intime convulsioni del cuore umano. Andrea del Castagno mi pare che segni una nota particolare in questo senso.

Agitato di spirito come egli era, mette una agitazione, una nota potente, una nota moderna, dirò così, nella sua pittura. Di lui ci resta il Cenacolo di Santa Reparata, [284] nel quale sono anche state poste delle belle pitture che decoravano un tempo la villa Pandolfini. Queste sono la rappresentanza di uomini grandi: Dante, Boccaccio, Petrarca, Pippo Spano, Farinata degli Uberti; una Sibilla, una Virtù, ed altri. Ebbene in codesto cenacolo che prende tutta la vastissima parete, è già notevole la ricerca della differenza tra un esterno ed un interno, poichè al di sopra della linea di mezzo della parete si vede la Crocifissione, in aria pienamente aperta, la Risurrezione, e la deposizione nella tomba del corpo del Salvatore, al di sotto in un ambiente chiuso la Cena. Ora questa ricerca fra l'effetto dell'interno e quello dell'esterno era una ricerca poco curata forse dagli altri pittori dell'epoca sua, mentre in lui è accuratissima. Le figure che campeggiano nell'aria aperta, specialmente la figura del Cristo tutto in bianco che esce giovane dalla tomba, sotto la quale sono due figure di soldati addormentati, è una figura di tinta tutt'affatto moderna, di pittura squisitamente chiara, contrapposta colla tetra scena del Cenacolo, che egli ha caricato di tinte oscure e truci, quasi a significare l'orribile tradimento che in quel momento si stava compiendo; e fra tante pitture che rappresentano nei Cenacoli la figura di Giuda, io credo non ci sia una figura così drammaticamente e con forza espressa come la figura di Giuda nel Cenacolo di Andrea del Castagno.

I ritratti poi a gran decorazione, la figura di Farinata specialmente, vestito d'armatura completa, e quella di Pippo Spano di cui tanto si decantavano le gesta in quei tempi, che tiene in mano la spada e ne torce la lama con la robustezza del poderoso suo braccio, sono figure così scultorie, che assolutamente si possono mettere a pari colle grandi creazioni della scultura fiorentina del tempo e specialmente colla figura del San Giorgio di Donatello. Si dice che vivendo egli nello Spedale [285] di Santa Maria Nuova e lavorando con Domenico Veneziano carpisse allo stesso il segreto della pittura a olio la quale tanto doveva influire sulle future sorti della pittura stessa. Questo segreto o questo ritrovato, per meglio dire (poichè nell'arte di mescolar l'olio e specialmente l'olio di lino alle tinte già si erano fatti e si facevano continuamente esperimenti anche dai pittori del secolo precedente), fu attribuito dal Vasari a Giovanni da Brugghia che lo ridusse alla perfezione attuale. Un quadro di lui fatto alla corte di Napoli dette luogo come tutte le novità a un grande agitarsi di quei pittori, e Antonello da Messina finalmente ne indovinò il mistero. Antonello lo rivelò a Domenico Veneziano, Domenico Veneziano venendo a lavorare a Firenze lo comunicò colle buone o colle cattive (questo è difficile a sapersi) ad Andrea del Castagno, donde tutta una leggenda; imperocchè il Vasari asserisce che dopo avere imparato il segreto del suo amico, Andrea del Castagno lo investisse mentre usciva da una casa in via della Pergola, e proditoriamente lo uccidesse. Il nostro Milanesi però con sottile acume di critica crede di potere asserire che di questo delitto Andrea del Castagno non è macchiato, perocchè ritiene che nel 1457 Andrea del Castagno molto probabilmente fosse già morto per la pestilenza che infieriva nella città; e siccome il buon Domenico Veneziano è morto nel 1461, mi pare molto improbabile che lo possa avere ammazzato uno che era già morto qualche anno prima.

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