LIBRO TRENTESIMONONO

La morte del Re Filippo IV, il qual lasciava sotto la Reggenza d'una donna il successore d'età così tenera, fece credere ad alcuni, che dovesse suscitare ne' Regni di Spagna agitati dalla guerra di Portogallo, e mal sicuri della pace con Francia, alterazioni di gran momento; e non essendosi veduta (da poi che questi Regni furono dominati dagli Austriaci) minorità di Re, così infante, nè Reggenza di femmina straniera, e nel governo inesperta, non si sapeva come il genio altiero della nazione spagnuola fosse per soffrirlo; tanto maggiormente che Don Giovan d'Austria, ancorchè amatissimo dal Re, non essendo stato nè pur nominato nel testamento, malamente tollerava vita privata e negletta. Si aggiungeva, che il Consiglio di Stato, avvezzo a grand'autorità, si doleva aver per iscontro la Giunta, che s'arrogava la principal direzion degli affari. Tuttavia, o fosse che l'ambizion de' Grandi, mancando di forze, si sfoghi in vane querele, o che il timor della Francia, ed il rossore di non vincer i Portoghesi, gli contenesse a dovere, la mutazion del Regnante non cagionò romori nè commozioni nei Regni, e molto meno in questo di Napoli, di cui il Re, avutane in quest'anno 1666 l'investitura dal Pontefice Alessandro VII, la cui originai Bolla si conserva nell'Archivio grande della Regia Camera ne commise, come si disse, il governo a D. Pietr'Antonio di Aragona, di cui, e degli avvenimenti accaduti in suo tempo, saremo ora a narrare.

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