DAL METASTASIO A VITTORIO ALFIERI (1698-1782)

CONFERENZA

DI

Guido Mazzoni

[175]

Signore e Signori,

Chi volesse immaginarsi due scrittori in contrasto tra loro, quanto più sia possibile, e d'aspetto e d'indole e di facoltà artistiche, non avrebbe a durar fatica: gli basterebbe ripensare, l'un dopo l'altro, Pietro Metastasio e Vittorio Alfieri.

Ecco subito, a udire il nome dell'abate Metastasio, ecco subito risorgere in voi l'immagine di quel volto paffuto sotto i riccioloni della bianca parrucca: il mento doppio s'incurva dolcemente sotto le labbra carnose e la fronte si dilata senza rughe, con un'altra curva armoniosa, sopra gli occhi sereni: volto un po' troppo pieno, ma non senza grazia; al primo guardarlo, volto di un cuor contento; ma non senza finezza, a riguardarlo meglio. Tale i ritratti ci han fitto nella memoria la sembianza del poeta cesareo, [176] che, piegatosi innanzi, quasi a salutare l'amico lettore, e le lettrici, sorride dal limitare delle opere sue. Oh, il conte Alfieri non ci accoglie così! Egli figge gli occhi acuti nell'avvenire, di là da' lettori presenti (alle lettrici non pensa neppure); nell'avvenire li figge, dove ben altri lettori si augura e spera, tra il nuovo popolo d'Italia ch'egli ha voluto suscitare a nuovi destini. I capelli rossi fan come da cornice a quel volto angoloso che s'erge sul collo nudo fieramente; le labbra s'increspano quasi a disdegno; la fronte è segnata di linee che l'attraversano quanto è ampia, e altre rughe scendono per le guance, secondo le contrazioni che il pensiero, nello sforzo del cercar l'espressione, impone alla carne ribelle. Quegli, il Metastasio, a chi abbia pratica de' versi suoi, potrà sembrare che si volga ancora a' soavi melodrammi e mormori, invidiandoli perchè vanno a Nice:

Quanto ingiusto, o miei fogli, è il ciel con noi!

Dolce è la vostra, è la mia sorte amara:

Sol tocca a me tutto il sudore, e poi

Tocca a voi soli ogni mercè più chiara.

Questi, l'Alfieri, si direbbe che abbia gettata via dispettoso la penna, esclamando:

L'arte ch'io scelsi è un bel mestier, per dio!

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e così placatosi torni ancora a meditare aspre tragedie.

Il contrasto che è ne' ritratti de' due volti non fu minore nell'indole de' due uomini e nella vita loro: e li ebbe una stessa nazione, nello stesso secolo, contemporanei; li ebbe poeti drammatici entrambi. La storia letteraria nostra, che ha tante meraviglie, non ne ha forse una che sia curiosa come questa, e così importante a studiarla.

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