Le grandi figure della gnosi, i magnifici ed eloquenti maestri di cui, se non si conservano più le opere, si conservano però una memoria vivida e frammenti preziosi nella tradizione patristica, appartengono tutti al secondo secolo. È necessario che noi rievochiamo di ciascuno di essi la dottrina personale. Sebbene tutti caratterizzati dalla identica attitudine di spirito di fronte al problema religioso; sebbene tutti figli o difensori di un ambiente aristocratico, avido di insinuanti dottrine metafisiche e di finemente sensibili riti d'iniziazione, essi hanno un diverso modo di valutare i problemi morali, e varie inclinazioni ad attribuire a ciascuno di essi un'importanza più o meno elevata. L'uno è profondamente colpito dal problema del dolore, e il suo pensiero si risolve in una schopenaueriana epopea di decadenze e di defezioni progressive; l'altro canta in magnifici versi il mistero dell'anima riscattata; un altro ancora, attraverso la sua teodicea platonica, persegue un ideale pratico di rinnovamento di tutta la società cristiana. Questi vari atteggiamenti, queste molteplici modalità della propaganda gnostica, analizzeremo ora minutamente.