Poesie non accolte dall'autore

NELLA SUA EDIZIONE DELLE “OPERE VARIE„

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NOTA. - Il sonetto, ove il Manzoni fece il ritratto di sè stesso, è del 1801. Corse manoscritto tra le mani degli amici e ammiratori del Manzoni, e non fu stampato se non dopo la sua morte. Nella Introduzione al vol. I di queste Opere, ne riproduciamo l'autografo.

Il sonetto al Lomonaco fu stampato alla pag. 4 del I volume dell'opera: Vite degli eccellenti Italiani, composte per Francesco Lomonaco , Italia, 1802, con l'intestazione: «A Francesco Lomonaco. Sonetto per la Vita di Dante, di Alessandro Manzoni, giovine pieno di poetico ingegno ed amicissimo dell'autore». - Mi attengo a questo testo.

L'idillio Adda fu mandato dal Manzoni al Monti con una lettera del 15 settembre 1803. Fu stampato nel 1875, postumo.

Gli sciolti In morte di Carlo Imbonati furono la prima volta stampati a Parigi, coi tipi di P. Didot il maggiore, nel 1806. Alla pag. 15, dove la poesia finisce, è detto: «Tirato a 100 esemplari». Questa è l'unica edizione dell'autore; ed è quella che seguiamo.

Gli sciolti A Parteneide son della fine del 1807 e il principio del 1808. Rispondono a un'Ode del poeta danese Jens Baggesen, intitolata Parteneide a Manzoni, che il Bonghi (Op. ined. o rare, I, 136-7) dà tradotta. Un brano di questi versi stampò prima il Sainte-Beuve, nel saggio sul Fauriel, il 1845 (Portraits contemporains, Paris, 1889, vol. IV, pag. 200); li stamparon poi tutti il De Gubernatis (Il Manzoni e il Fauriel, p. 40-2) e il Bonghi.

L'Urania fu la prima, e l'unica, volta pubblicata dal poeta in Milano, dalla Stamperia Reale, nel 1809. Su questa è esemplata la presente ristampa.

L'Ira d'Apollo fu pubblicata la prima volta nell'Eco, giornale di scienze, lettere, arti, commercio e teatri, di lunedì 16 novembre 1829 (Milano, a. II, n.º 137). Vi furon premesse queste parole: «Allorchè si cominciò a quistionare tra i romantici e i classicisti, certo Grisostomo pubblicò una lettera semiseria, in cui fra le altre cose volle escludere dalla poesia la mitologia greca. Mentre molti gridavano contro quella temerità, si vide venire, senza saper d'onde, una canzone che fu molto lodata. Eccola, come fu rinvenuta fra le carte di un galantuomo che morì tre settimane sono». Le varianti che dà il Bonghi (Op. ined. o rare, I, 153 ss.) son molte; ma mi è parso superfluo ridarle qui.

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I versi pel ritratto del Monti furon la prima volta pubblicati dal Tommaseo, nell'edizione fiorentina delle Opere del Manzoni, presso i fratelli Batelli, 1828-29.

I versi latini Volucres furono stampati nella Perseveranza del 29 maggio 1868; con un'avvertenza in cui, tra altro, era detto averli il Manzoni «fatti passeggiando, come suole ogni giorno, nei Giardini pubblici. Gli uccelli, chiusi nella gabbia del Bignami, hanno risvegliato, nell'animo verde e giovanile di quel venerando canuto, il pensiero e il desiderio della libertà».

Pei due distici al prof. Michele Ferrucci, dell'Università di Pisa, vedi la noterella del Bonghi (I, 294).

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