LIBRO TRENTESIMOQUARTO

Le nozze del Re Filippo II, con la Regina Anna sua nipote, ancorchè fossero state celebrate in Ispagna con magnifica pompa e grande allegrezza, non è però che a' più savj non recassero maraviglia insieme ed indignazione: stupivano, come dice il Presidente Tuano, come un Re reputato cotanto saggio, senza necessità che lo stringesse, senza che da quelle avesse potuto promettersi qualche buon frutto per lo bene della pace, senza speranza di stendere il suo Imperio, e dalle quali niuno emolumento e molto d'invidia poteva ritrarne, le avesse con tutto ciò cotanto ambite e desiderate. Si scandalizzavano ancora del pessimo esempio, ch'e' diede d'aver voluto, essendo il primo fra' Principi Cristiani, prendersi con dispensazione dal Papa per moglie la figliuola d'una sua sorella. E ben l'evento 'l dimostrò, poichè quest'esempio, che cominciò da lui, si vide poi nella sua famiglia ripetuto nel 1580 da Ferdinando d'Austria, figliuolo dell'Imperador Ferdinando, il quale prese per moglie Anna Caterina, figliuola di Guglielmo Duca di Mantua e d'Elionora sua sorella; ma ciò che portò in appresso maggiore scandalo, si fu, che da poi quest'istesso si vide esteso nella Nobiltà, e dalla Nobiltà infine arrivato, non senza indignazione de' buoni, insino alla plebe. Ma che che ne sia, da questo matrimonio, il quale fu dopo diece anni disciolto per la morte della Regina, nacque il Re Filippo III, che gli fu successore al Regno; poichè se bene quattro figliuoli avesse da lei generati; due, cioè, Ermando e Giovanna, ancor infanti, premorirono alla madre, e l'altro D. Diego ancorchè sopravvivesse a lei, morì non molto da poi nell'età d'otto anni, rimanendo in vita sol Filippo, che gli fu erede.

Intanto per la morte del Duca d'Alcalà, avea preso, secondo il costume, il governo del Regno il Consiglio Collaterale, al quale presedeva allora il Marchese di Trivico; ma lo tenne pochi giorni, poichè giunta la novella della morte al Cardinal di Granvela, che si trovava in Roma, questi per la facoltà, che ne teneva dal Re, portossi subito in Napoli. Per gli avvisi continui, che teneva il Re Filippo dell'infermità del Duca, e che poca speranza poteva, a lungo andare, aversi di sua salute, faceva trattenere il Granvela in Roma con ordine, che seguendo la di lui morte, tosto si portasse in Napoli al governo di quel Regno, siccome sollecitamente eseguì; onde giunto a' 19 aprile di quest'anno 1571, fu ricevuto nel Molo con la solita pompa del Ponte, e con molta espettazione, come d'uomo assai rinomato per saviezza e prudenza; il cui governo saremo ora a raccontare.

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